L’ignoranza
L’ignoranza è madre di molti traviamenti. (San Carlo Borromeo)
L’unico pericolo sociale è l’ignoranza. (Victor Hugo)
Nulla al mondo è più pericoloso di un’ignoranza sincera e una stupidità coscienziosa. (Martin Luther King)
Permettetemi di condividere questi pensieri ad alta voce. E’ triste vedere sui social soprattutto, ma anche su rispettabili testate, una ignoranza che assorda, su alcuni argomenti in modo particolare, ma ormai putroppo bisogna costatare che è uno stile diffuso. La vera schiavitù è l’ignoranza, cioè ignorare le cose e porsi poi come se si sapesse tutto.
Proprio in questi giorni mi è capitato di leggere e seguire alcune pagine sui social dove alcuni parlano, senza sapere o dando pareri soggettivi dubbi, di argomenti evidentemente a loro sconosciuti e da improbabili esperti, almeno di alcune cose di cui sono a conoscenza a livello accademico, ma non servirebbe neppure questo perché anche a un ingenuo con un minimo di infarinatura riuscirebbe a riconoscere l’ignoranza delle cose che sono dette, nella fatti specie sono argomenti a carattere religioso tecnico, storico o biblico.
Non si può conoscere tutto ovviamente, ma se decidiamo di parlare o addirittura di contestare allora bisogna documentarsi e poi tirare delle conclusioni intelligenti anche se soggettive e magari anche non condivisibili, ma serie e documentate e qui “casca l’asino”, chi non sa insegna, come ci ricordavano i proverbi dei nostri anziani, tipico degli ignoranti e noi ne siamo circondati a tutti i livelli. Perché dico questo per mettervi in attenzione su ciò che leggete e ascoltate. Verificate e non prendete tutto come “oro colato” perché detto da uno qualsiasi o da uno più conosciuto, su un social o su una testata giornalistica, o peggio ancora in un libro, è verità, per poi scoprire che era un romanzo anche se evidente, ma siamo fatti così basta che parla uno in tv o sui mezzi di comunicazione che è verità.
Crediamo, purtroppo, ad ogni “quaquaraquà” (chiacchierone) che parla, se poi con tono polemico ancora meglio, invece di verificare o chiedere ai tecnici, questo è un atteggiamento sbagliato. Purtroppo non noto solo difetti di conoscenza nelle materie, da parte di sedicenti informati di tutto, i nostri moderni tuttologi, di argomenti da me conosciuti e studiati, ovviamente mi riferisco a ciò che so, perché diversamente mi vado a documentare e nello scrivere o parlare mi premuro sempre di sottolinearlo prima di tutto e di non fare illazioni, soprattutto, ma di proporre semmai una riflessione di confronto, almeno in un italiano corretto con dati certi, ma vedo invece che l’atteggiamento generale dei più è di parlare a sproposito senza informazioni serie e provate su ogni cosa, dalla lettura di momenti storici, a riflessioni religiose, o anche letterarie ecc. insomma una grande confusione che gira e tutto fa notizia e tutti credono a tutto.
Sono inorridito dalla mancanza di curiosità nel conoscere e nel verificare le notizie e se pur non interessa un argomento non porsi nella posizione di giudicare le situazioni senza sapere, senza distinguere il romanzo dalla storia, il giudizio personale da una considerazione oggettiva letteraria, storica, o scientifica è il vero limite, la vera schiavitù.
Vogliamo le prove di tutto, parlando soprattutto di religione e poi diciamo fesserie senza provarle ovviamente, ma solo per dire il contrario, tipico atteggiamento di chi non sa e vuole insegnare, quindi ignorante, colui che ignora.
E’ triste ma è il male della nostra società moderna che è diventata sempre più ignorante, perché studiare è solo per lavorare e poi non si ha voglia di lavorare e neppure di studiare, insomma non si ha voglia di far nulla, se non girovagare a vuoto anche mentalmente e questa è la vera schiavitù dove basta uno che gridi più forte che noi lo seguiamo senza sapere e conoscere che sia storia, politica, scienza o religione o qualsiasi altro argomento. Allora mi domando: ma quali sono le tue passioni? Cosa conosci veramente? Cosa ti interessa veramente? Non sapere non è indice di essere migliori ma semmai limitati nel muoversi nel proprio vivere. Potrai essere e lo spero un professionista nel tuo settore, come ognuno dovrebbe esserlo, ma ricordati che è il dettaglio che fa la differenze in ogni attività, lavoro o anche studio o informazione.
Forse dovremmo imparare un po’ di umiltà e un po’ di voglia di conoscere veramente e non dare ragione dei nostri preconcetti o convinzioni infondate o fondate senza dimostrazione, distorcendo addirittura storia e notizie certe.
Non credete a tutto quello che viene detto, non credete a tutto quello che viene scritto, verificate, sentite più “campane”, fate confronti e ponetevi nella posizione che non tutto possiamo sapere, ma tutto possiamo imparare senza giudicare.
La verità ci fa liberi, l’intelligenza ci aiuta a vivere e a condividere culture e modi di essere e di stare insieme su questa terra, altrimenti saremo degli eterni scontenti, semplici o banali campanilisti sciocchi e vuoti che rivendicano qualche cosa che non conosco e che sicuramente non si sono guadagnati.
Non basta lavorare, per chi ha voglia, ma conoscere il proprio lavoro, bello o meno che sia, per essere protagonisti della propria vita. Sii tu il protagonista della tua storia, altrimenti sarai schiavo di qualcun altro, di qualche altro pensiero e questo sarà l’inizio della tua schiavitù. La verità fa liberi e la religione non è oppio per i popoli, ma semmai occasione per fermarsi a riflettere e leggere la vita uscendo dagli schemi che altri ci vogliono imporre, schemi non di libertà e dignità, ma di schiavitù. Da che parte vuoi stare?
@unavoce
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