Liturgia della Parola
… con gli amici
V DOMENICA DEL TEMPO ORDINARIO
Così risplenda la vostra luce davanti agli uomini, perché vedano le vostre opere buone e rendano gloria al Padre vostro che è nei cieli». (Mt 5, 16)
Ci affranchiamo nella fede anche con le parole di questo autore laico che con le sue parole ci porta alla ricerca del sale e della luce: “Amicizia «Tu diventi responsabile per sempre di quello che hai addomesticato». Essere amici significa non solo creare relazioni ma diventare responsabili del bene dell’altro/a. «Chi sei?» domandò il piccolo principe, «sei molto carino…». «Sono una volpe…», disse la volpe. «Vieni a giocare con me», le rispose il principe «sono così triste…». «Non posso giocare con te», disse la volpe, «non sono addomesticata». «Ah, scusa», fece il piccolo principe. Ma dopo un momento di riflessione soggiunse: «Ma cosa vuol dire “addomesticare”?». «È una cosa molto dimenticata. Vuol dire creare dei legami». «Creare dei legami?». «Certo», disse la volpe. «Tu fino ad ora, per me non sei che un ragazzino uguale a centomila altri ragazzini. E non ho bisogno di te. E neppure tu hai bisogno di me. Io non sono per te che una volpe uguale a centomila volpi. Ma se tu mi addomestichi, noi avremo bisogno l’uno dell’altro. Tu sarai per me unico al mondo, e io sarò per te unica al mondo». «Comincio a capire», disse il piccolo principe. «C’è un fiore… credo mi abbia addomesticato…». La volpe tacque e guardò a lungo il principe: «Per favore… addomesticami», disse. «Volentieri», rispose il piccolo principe, «ma non ho molto tempo, però. Ho da scoprire degli amici, e da conoscere molte cose». «Non si conoscono che le cose che si addomesticano». Disse la volpe: «Gli uomini non hanno più tempo per conoscere nulla. Comprano dai mercanti le cose già fatte. Ma siccome non esistono mercanti di amici, gli uomini non hanno più amici. Se tu vuoi un amico addomesticami!». «Che bisogna fare?» Domandò il piccolo principe. «Bisogna essere molto pazienti», rispose la volpe. «In principio tu ti sederai un po’ lontano da me, così, nell’erba. Io ti guarderò con la coda dell’occhio e tu non dirai nulla. Le parole sono una fonte di malintesi. Ma un giorno tu potrai sederti un po’ più vicino…». Disse la volpe: «Ecco il mio segreto. È molto semplice: non si vede bene che con il cuore. L’essenziale è invisibile agli occhi. È il tempo che tu hai perduto per la tua rosa che ha fatto la tua rosa così importante. Gli uomini hanno dimenticato questa verità. Ma tu non la devi dimenticare. Tu diventi responsabile per sempre di quello che hai addomesticato. Tu sei responsabile della tua rosa…».”. (cfr. da Note di pastorale Giovanile – A. SAINT-EXUPERY, Il piccolo principe, cap. 21)