della Pace

 

Come la cerva anela ai corsi d’acqua, così l’anima mia anela a te, o Dio. L’anima mia ha sete di Dio, del Dio vivente: quando verrò e vedrò il volto di Dio? Le lacrime sono il mio pane giorno e notte, mentre mi dicono sempre: “Dov’è il tuo Dio?” (Salmo 42,2-5).

Come custodire e coltivare la pace di Gesù? Egli stesso ci indica tre sorgenti di pace, tre fonti per continuare ad alimentarla. Sono il perdono, la comunità e la missione. (cfr. Papa Francesco in #ViaggioApostolico)

 

Si parla di pace, si grida, si combatte, si critica per la pace ma rammento a me e a voi che prima bisogna essere in pace con noi stessi e in pace con chi abbiamo accanto prima di andare a pretenderla altrove, detto questo, oggi voglio portare alla vostra attenzione un Tuwitter, quello riportato in apertura, di papa Francesco che nella sua insistenza a ricordarci questo bene prezioso ci offre tre parole chiave per costruire e coltivare la pace: Perdono, Comunità e Missione.

Perdono: “non possiamo pretendere per noi il perdono di Dio, se non concediamo a nostra volta il perdono al nostro prossimo”. “Anche in famiglia – aggiunge a braccio -, quante famiglie disunite che non sanno perdonarsi, quanti fratelli e sorelle che hanno questo rancore dentro” (cfr. Papa Francesco)

Comunità: “Rafforzare il legame tra famiglia e comunità cristiana è oggi indispensabile e urgente. Certo, c’è bisogno di una fede generosa per ritrovare l’intelligenza e il coraggio per rinnovare questa alleanza. Le famiglie a volte si tirano indietro, dicendo di non essere all’altezza: “Padre, siamo una povera famiglia e anche un po’ sgangherata”, “Non ne siamo capaci”, “Abbiamo già tanti problemi in casa”, “Non abbiamo le forze”. Questo è vero. Ma nessuno è degno, nessuno è all’altezza, nessuno ha le forze! Senza la grazia di Dio, non potremmo fare nulla. Tutto ci viene dato, gratuitamente dato! E il Signore non arriva mai in una nuova famiglia senza fare qualche miracolo. Ricordiamoci di quello che fece alle nozze di Cana! Sì, il Signore, se ci mettiamo nelle sue mani, ci fa compiere miracoli – ma quei miracoli di tutti i giorni! – quando c’è il Signore, lì, in quella famiglia. Naturalmente, anche la comunità cristiana deve fare la sua parte. Ad esempio, cercare di superare atteggiamenti troppo direttivi e troppo funzionali, favorire il dialogo interpersonale e la conoscenza e la stima reciproca. Le famiglie prendano l’iniziativa e sentano la responsabilità di portare i loro doni preziosi per la comunità. Tutti dobbiamo essere consapevoli che la fede cristiana si gioca sul campo aperto della vita condivisa con tutti, la famiglia e la parrocchia debbono compiere il miracolo di una vita più comunitaria per l’intera società. A Cana, c’era la Madre di Gesù, la “madre del buon consiglio”. Ascoltiamo noi le sue parole: “Fate quello che vi dirà” (cfr Gv 2,5). Care famiglie, care comunità parrocchiali, lasciamoci ispirare da questa Madre, facciamo tutto quello che Gesù ci dirà e ci troveremo di fronte al miracolo, al miracolo di ogni giorno!”. (cfr. Papa Francesco)

Missione: “Di fronte alle sfide contemporanee e alla tragedia delle guerre, è quanto mai necessario dare risalto a un aspetto significativo della missione, quello della testimonianza della pace, vissuta in prima persona, singolarmente e come popolo, ancorando le nostre azioni alla certezza che ci ha comunicato il Signore Gesù: «Pace a voi, vi lascio la mia pace, vi do la mia pace». Noi cristiani siamo sicuri che la pace autentica è dono del Risorto, un dono che siamo chiamati a donare a nostra volta agli altri, intrecciando tra di loro verità, giustizia e misericordia. La verità è una compagna inseparabile della giustizia e della misericordia. Tutt’e tre unite, sono essenziali per costruire la pace. Questa testimonianza della pace è impegno da vivere ogni giorno, nei vari ambienti, così da essere missionari “porta a porta”. Sua Santità incoraggia tutti, specialmente i giovani, a fissare lo sguardo ai vasti orizzonti esistenziali per recare l’annuncio liberante del Vangelo laddove l’uomo è affaticato, deluso e smarrito. Nello sguardo dei nostri fratelli e sorelle più provati ed emarginati, leggiamo il desiderio profondo e pressante di una vita improntata alla dignità e all’amore. Pertanto, abbiamo bisogno di discepoli convinti nella loro professione di fede e capaci di trasmettere la fiamma della speranza agli uomini e alle donne del nostro tempo. Papa Francesco invita a coltivare lo spirito missionario per diffondere dappertutto, con rinnovato slancio apostolico, il profumo dell’amore di Dio, imitando la prontezza della Vergine Maria che si alzò e andò in fretta a visitare sua cugina Elisabetta. Egli invoca su ciascuno la protezione della Madre di Gesù e, mentre chiede di pregare per Lui, volentieri invia la Sua Benedizion”. (cfr. Card. Parolin lettera a nome del Pontefice)

La selezione che ho fatto, ovviamente, può essere discutibile, ho preso quello che mi è sembrato più congeniale a una mia lettura personale, adatto a questa chiacchierata con voi, ma ognuno ripensi a questi tre movimenti e concludo invitandovi alla lettura integrale delle citazioni e a trovare altre fonti.

Ora, ricordo a tutti noi questo stile di vita che è indispensabile per costruire e coltivare la pace: saper perdonarci gli uni gli altri rafforzando il legame nelle e tra le nostre famiglie e nelle nostre comunità diventando sempre più discepoli convinti.

@unavoce

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