Impegno Cristiano

 

«sempre e dovunque, e con vera libertà, è suo [della Chiesa] diritto predicare la fede e insegnare la propria dottrina sociale, esercitare senza ostacoli la propria missione tra gli uomini e dare il proprio giudizio morale, anche su cose che riguardano l’ordine politico, quando ciò sia richiesto dai diritti fondamentali della persona e dalla salvezza delle anime. E farà questo utilizzando tutti e soli quei mezzi che sono conformi al Vangelo e in armonia col bene di tutti, secondo la diversità dei tempi e delle situazioni». (cfr. Gaudium et Spes n. 76)

“La politica è una maniera esigente di vivere l’impegno cristiano al servizio degli altri” (cfr. San Paolo VI; Papa in “Octogesima Adveniens”)

 

Il Papa di recente in un libro in uscita in Argentina dal titolo “El Pastor”, ha affermato che il cristiano deve fare politica, quella del vangelo: “Sì, faccio politica – risponde il Papa – perché tutti devono fare politica. E cos’è la politica? Uno stile di vita per la polis, per la città. Quello che non faccio io, né dovrebbe fare la Chiesa, è la politica dei partiti. Ma il Vangelo ha una dimensione politica, che è quella di trasformare la mentalità sociale, anche religiosa, delle persone” perché sia indirizzata al bene comune” (cfr. VaticaNews). Credo che sia un argomento delicato che noi preti o non trattiamo proprio, per paura di cadere e di condizionare o di essere giudicati, ed altri invece forse si sbilanciano troppo.

Penso sia necessario rileggere una delle quattro Costituzioni del Concilio, in particolare la “Gaudiume et Spes” che vi ho citato in apertura e che ci orienta e ci fa comprendere la necessità di questa sottolineatura. Bisogna educare ad essere coerenti alla propria fede, quindi come dice il Papa non si tratta di sostenere questo o quello, ma di educare alle cose pubbliche nel rispetto e nella discussione che porta a risultati buoni per tutti e non per una singola parte.

Oggigiorno assistiamo troppo spesso a discorsi di parte dove al primo posto non c’è il servizio ma l’interesse e non sempre di tutti ma di parte e questo sicuramente non ci aiuterà a crescere. Quindi, i tempi del “don Camillo e Peppone” sono passati, anche se credo che in quelle situazioni Guareschi riuscì a interpretare bene il tempo e lo spirito con cui venivano vissuti quegli anni, divisi da ideologie ma insieme per il bene delle persone. Differenza si, ma uniti per il bene comune, questo è lo spirto che deve animare il nostro essere presenti nella società anche politicamente senza dimenticare il vangelo perché quella è la regola e il confronto, sui nostri discorsi e sulle nostre scelte sia per il bene, la pace e la concordia creando una coscienza critica e responsabile e non una libertà privata ma un bene comune e condivisibile mettendo tutti nella condizione di essere protagonisti della vita.

Ovviamente non è così semplice perché poi ci sono gli esaltati, quelli che parlano e vendono soluzioni su tutto e su tutti ma senza impegnarsi in prima persona, se non a parole, quelli poi che s’inventano le cose per non fare e così via. Il compito del cristiano è essere presente attivamente nella società senza svendere i valori del vangelo. Questo è il compito della Chiesa e tutti, clero e laici, siamo impegnati a costruire questo regno dove le regole devo essere a beneficio della collettività. Dialogare con il mondo portando la coscienza di saper riflettere con onestà e intelligenza sulle vere problematiche per affrontarle insieme. Educazione civica ed educazione religiosa vanno di pari passo.

Il messaggio del Vangelo è un messaggio che annuncia la salvezza eterna e per arrivarci serve camminare sulle strade del mondo, non saremo mai in pace sino che l’umanità non entrerà nel Suo Regno dando eco alle parole della Costituzione conciliare “Lumen Gentium” al n. 5 e questo ci deve porre nella situazione di lavorare ed impegnarci ogni giorno per costruirlo. Ci sono alti e basi, cadute e riprese, chi ci ricorda e chi strilla, ma tutti ognuno secondo le sue doti e la sua vocazione deve portare il suo contributo a questo cammino di salvezza universale e questo coinvolge l’uomo a 360° vita, presente e futuro, ambiente, economia, etica, fede, cultura, scienza, ecc.. tutto ciò che riguarda l’uomo è interesse della Chiesa, perché l’uomo possa vivere con dignità questo tempo che ha da camminare sulla terra in vista di quella vita eterna per la quale Cristo è morto in croce. Lui ci ha dato l’esempio di come vivere e di come comportarci. Un messaggio di amore e rispetto, di apertura e dialogo, di accoglienza e impegno, ovviamente tutto bello ma anche tutto difficile ecco perché abbiamo bisogno continuamente di educarci e crescere insieme a costruire la casa comune.

Questo è l’impegno di tutti nel sociale e chi tra i cristiani è impegnato attivamente in politica, in modo particolare, non deve dimenticare questi valori. Rispetto non significa non ricordare i valori, dialogo non significa far finta di nulla, ma in un confronto intelligente, educato e sincero tutti insieme si può raggiungere il meglio per la comunità umana. Quindi, non si tratta di far politica e di intralciare la laicità dello stato: “la laicità dello Stato, non il laicismo che, ad esempio, non ammette immagini religiose negli spazi pubblici”. (cfr. o.c.), ma di collaborare insieme con una prospettiva più ampia e che completa l’essere umano che è fatto di carne e di anima,  di corporeità e spiritualità, qualunque essa sia. Un tema, comprendete bene, non facile e di grande attualità e di complicata interpretazione, pertanto vi rimando ad un bell’articolo sulla Rivista “Aggiornamenti Sociali” dei Gesuiti, dove ne troverete altri, che tratta questo argomento e che può aiutarci a comprendere e impegnarci ad educarci ed educare nello spirito del Vangelo secondo il Magistero della Chiesa per essere attori nella società capaci di costruire il bene comune. Impariamo il coraggio del Vangelo, per svegliare il mondo dal torpore e dal buio sordo nel quale sembra essere immerso. Dobbiamo essere la luce di quella lampada sul lampadario che rischiara tutto e tutti. Nella Bibbia si parla di “figli di luce” (Efesini 5, 8), “Voi siete la luce del mondo…” (Matteo 5,14), “il frutto della luce consiste in ogni bontà, giustizia e verità” (Efesini 5,9). Questo, allora, il nostro impegno, in ogni settore della vita, anche nella vita sociale in tutti i suoi campi.

@unavoce

 

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