Il nostro SI …
Portate i pesi gli uni degli altri, così adempirete la legge di Cristo. (Galati 6,2)
Oggi viviamo tutti, anche se in modi diversi, la paura delle scelte fondamentali e definitive, sfuggiamo agli impegni seri della vita, troviamo scuse, ci giustifichiamo, puntiamo il dito, incolpiamo altri. Scriveva Filarete Drodzov patriarca di Mosca del XIX secolo: “Maria consegnò a Dio tutta la sua volontà, tutti i suoi pensieri, la totalità del suo essere, di tutte le sue facoltà, di tutte le sue azioni, di tutte le sue speranze e di tutte le sue aspirazioni”. A Lei volgiamo lo sguardo per affrontare le nostre insicurezze quotidiane e le nostre parole, in questa semplice riflessione con voi, per orientare il cammino da intraprendere. Il tempo di Quaresima, favorevole per riflettere e fare il bilancio delle scelte e dei modi, per rivedere il nostro cammino cristiano la nostra autenticità battesimale, prosegue e siamo ormai alle porte della grande Settimana Santa, dove celebreremo gli ultimi giorni di Cristo sulla terra in mezzo a noi. E’ il tempo per rivedere le nostre scelte, le nostre paure e i nostri limiti e rimetterci in gioco. La vita di Maria è un continuo si! Da credenti, anche se la società sembra dirci che non c’è più fede – credo invece che non ci sia la consapevolezza della fede perché ognuno di noi si è costruita una sua fede che dia ragione delle sue idee, dimenticando il valore dell’obbedienza che sembra sfuggire ad ogni attività e impegno, scelta e richiamo e al sacrificio per costruire un bene – noi dobbiamo fare la differenza, non per distinguerci ma per elevare la nostra società portando luce e speranza con il messaggio evangelico.
La vita è un’avventura meravigliosa che va coltivata e vissuta con la capacità di saper dire sempre il nostro Si quotidiano alla vita e alle cose della vita che ci parlano di bene e di pace, che ci parlano di fede e di religione, di Dio e di soprannaturale. Vivere una vita capaci di commuoversi, di stupirsi, di appassionarsi, di essere misericordiosi. Un vita capace di riconoscere il male e di saper perdonare, capace di educare e di essere educati. Una vita che recuperi quella semplicità elegante di gesti e di simboli, di silenzio e di festa, di rispetto e di amore senza interessi. Dire il nostri Si ogni giorno. La scorsa settimana nel cammino di Quaresima la Chiesa, il 25 marzo, ci ha fatto celebrare la Solennità dell’Annunciazione offrendoci una visione alta, una prospettiva grande della speranza nella salvezza se sappiamo fidarci e affidarci a Dio. Il Si di Maria, anche difronte alle fatiche e al pubblico insuccesso del Figlio, ci insegna che dobbiamo ogni giorno rimboccarci le maniche per ottenere il bene e la serenità della vita che ci siamo scelti, che sia vita matrimoniale o di lavoro, di comunità e di relazioni, ognuno secondo la sua vocazione, deve rimettersi in gioco con la forza e il coraggio di Maria, Lei non ha avuto paura di dire: Si!, Signore sia fatta la Tua volontà.
La nostra comunità, che fatica come penso ogni gruppo di persone al di là dei comuni ideali e intenti, ogni giorno con impegno cerca di costruire nelle azioni e custodire nel cuore la volontà e l’impegno a portare i pesi gli uni degli altri, questo comando che ci viene dalle lettere di San Paolo, ci fa da linea guida, da memorandum, da preghiera per viverlo ogni giorno.
“Portate i pesi gli uni degli altri, così adempirete la legge di Cristo. Se infatti uno pensa di essere qualcosa mentre non è nulla, inganna se stesso. Ciascuno esamini invece la propria condotta e allora solo in se stesso e non negli altri troverà motivo di vanto: ciascuno infatti porterà il proprio fardello. Chi viene istruito nella dottrina, faccia parte di quanto possiede a chi lo istruisce. Non vi fate illusioni; non ci si può prendere gioco di Dio. Ciascuno raccoglierà quello che avrà seminato. Chi semina nella sua carne, dalla carne raccoglierà corruzione; chi semina nello Spirito, dallo Spirito raccoglierà vita eterna. E non stanchiamoci di fare il bene; se infatti non desistiamo, a suo tempo mieteremo”. (Galati 6,2-9)
Per ottenere questo, però è necessario recuperare quel senso di obbedienza alla vita, agli impegni, alla fedeltà. Saper rinunciare a qualche cosa per qualche cosa d’altro e per qualcun altro. Le regole ci fanno paura, la condivisione, l’impegno, il sacrificio solo se c’è un tornaconto, una visibilità, altrimenti non c’è, anzi giudichiamo e condanniamo. Portare i pesi gli uni degli altri solo quando da ragione alle nostre idee, alle nostre necessità e se questo non avviene, allora prende il sopravvento il nostro egoismo e la reazione è la critica su tutto e tutti senza pietà dimenticando “misericordia io voglio e non sacrifici”, come ci ricorda l’Evangelista Matteo (9,13).
La natura è sempre fedele e la primavera si è affacciata puntuale punteggiando di colori i prati verdi, ma sembra invece che nel cuore degli uomini regni ancora il grigio dell’inverno, guerre che non trovano soluzioni, spiagge che raccolgono morti, litigi e cattiverie nei centri abitati, discussioni vuote sui media, giudizi e pregiudizi tra di noi, in amore emerge l’interesse proprio, in amicizia siamo egoisti … l’umanità sembra aver trovato solo nella violenza le soluzioni, violenza fisica e verbale. L’unica via per ritrovare la freschezza della vita è che il sole torni a splendere alto e radioso, un Solo e di giustizia e di amore, come canta l’inno della liturgia delle ore del mattino riecheggiando i testi della Sacra Scrittura: “Notte, tenebre e nebbia, fuggite: entra la luce, viene Cristo Signore. Il sole di giustizia trasfigura ed accende l’universo in attesa”
“La quaresima è il tempo favorevole per dare il nostro contributo a questo cammino dell’umanità verso la resurrezione della sua vera identità e lo potremmo fare iniziando a spegnere i piccoli o piccolissimi conflitti che ancora rimangono, magari bene nascosti, in noi, aprendo la nostra disponibilità all’accoglienza, che probabilmente non sarà per il rifugiato giunto con un gommone sulle nostre spiagge, ma più semplicemente per il vicino di casa solo e magari anche un po’ noioso e brontolone o, nel nostro caso…” (Cfr. Beta Pacis Visio n.3 anno LXIX p.5) la nostra comunità e i suoi appartenenti, i nostri amici e vicini, i nostri colleghi. “Per noi è molto difficile credere che i piccoli passi positivi della nostra vita quotidiani possano influenzare i grandi cambiamenti di cui il mondo ha urgente bisogno, ma il Signore ce lo ha promesso: ogni anima che si eleva il mondo! Non possiamo perciò tirarci indietro e caricarci di una responsabilità di cui dovremo rendere conto”. (Cfr. Beta Pacis Visio n.3 anno LXIX p.5)
Crediamo nei piccoli passi, impariamo ad iniziare, non lasciamoci intristire, curiamo i dettagli della vita e scopriremo dentro il cuore quel coraggio grande come quello di Maria a dire il nostro Si ogni giorno confidando e fidandoci di Dio, vero Sole che toglierà il mondo dal rigido freddo di quell’inverno nel quale sembra essere caduto non vedendo oltre l’orizzonte il bello che riserva.
Vi saluto con le parole che prendo dal Piccolo Principe di Antoine de Saint-Exupéry:
“Non ti chiedo né miracoli né visioni
ma solo la forza necessaria per questo giorno!
Rendimi attento e inventivo per scegliere al momento giusto
le conoscenze ed esperienze
che mi toccano particolarmente.
Rendi più consapevoli le mie scelte
nell’uso del mio tempo.
Donami di capire ciò che è essenziale
e ciò che è soltanto secondario.
Io ti chiedo la forza, l’autocontrollo
e la misura:
che non mi lasci, semplicemente,
portare dalla vita
ma organizzi con sapienza
lo svolgimento della giornata.
Aiutami a far fronte,
il meglio possibile,
all’immediato
e a riconoscere l’ora presente
come la più importante.
Dammi di riconoscere
con lucidità
che le difficoltà e i fallimenti
che accompagnano la vita
sono occasione di crescita e maturazione.
Fà di me un uomo capace di raggiungere
coloro che hanno perso la speranza.
e dammi non quello che io desidero
ma solo ciò di cui ho davvero bisogno.
Signore, insegnami l’arte dei piccoli passi!
@unavoce
Foto di Copertina: fonte