Annunciare Cristo con l’Arte

 

“Annunciare Cristo significa mostrare che credere in Lui e seguirlo non è solamente una cosa vera e giusta, ma anche bella. Cuore del Vangelo è la bellezza dell’amore salvifico di Dio manifestato in Gesù Cristo morto e risorto”. (Cfr. Papa Francesco)

 

Annunciare Cristo anche attraverso la bellezza dell’arte è un modo per non perdere nulla di quello che il Signore ci ha dato e mi piace così evidenziare, in questa ottava pasquale, le piccole e semplici opere d’arte che ci ricordano la Resurrezione di Cristo e che conserviamo nella nostra Chiesetta. Opere pensate e create dalla genialità, disponibilità, creatività e spiritualità della fede della nostra comunità.

“Gesù Cristo è risorto! L’amore ha sconfitto l’odio, la vita ha vinto la morte, la luce ha scacciato le tenebre! Gesù Cristo, per amore nostro, si è spogliato della sua gloria divina; ha svuotato sé stesso, ha assunto la forma di servo e si è umiliato fino alla morte, e alla morte di croce. Per questo Dio lo ha esaltato e lo ha fatto Signore dell’universo. Gesù è Signore! Con la sua morte e risurrezione Gesù indica a tutti la via della vita e della felicità: questa via è l’umiltà, che comporta l’umiliazione. Questa è la strada che conduce alla gloria. Solo chi si umilia può andare verso le “cose di lassù”, verso Dio. L’orgoglioso guarda “dall’alto in basso”, l’umile guarda “dal basso in alto”.” (Cfr. Papa Francesco – Messaggio Urbi et Orbi per la Pasqua 2015)

“La Croce Risorta”, (o gloriosa) dipinto olio su tela, di Serena Amendola. Opera contemporanea che vuole raffigurare il momento in cui Cristo passa dal calvario e dalla morte alla gloria in una visione singolare dell’autrice. La tela ci porta a contemplare una Croce che si stacca si eleva e va verso il cielo. Nella Croce, che da rossa diventa chiara, bianca e luminosa e si proietta verso l’alto simboleggia la Resurrezione. Ognuno di noi è chiamato a vivere questa vita e la croce che in essa c’è come elemento al quale non possiamo sottrarci ma accoglierla perché solo con essa raggiungeremo la Resurrezione.

“Le Vetrate”, acrilico su vetro, studio e opera di Alessandra De Benedictis. “Il trittico delle vetrate, raffigura la gioia della luce che entra nella vita dopo il peccato, simboleggiato da una linea rossa continua che è spezzata da riquadri di vari colori dell’arcobaleno, ricordo di quel segno, che dopo il diluvio, preannunciava una vita nuova e una rinnovata amicizia con Dio. I monogrammi di Maria di Loreto, ML e di Cristo, XP – IHS, intercalati dalle stelle, ricordano il Signore presente nel nostro cammino e Maria che ci accompagna su questa strada. Ancora, la linea rossa continua, segna la vita fatta di alti e bassi e intramezzata dagli altri riquadri colorati, che ci parlano di varietà delle persone che, se da una parte possono essere limitate e peccatrici, dall’altra, dicono anche, ricchezza di un cammino, inoltre i colori ci permettono di vedere il mondo con differenti sfumature e offrirci la possibilità di non trascurare le tante cose belle e differenti che ci sono in ognuno di noi e nel creato”. (cfr. UnaVoce)

“Ceri Pasquali”, nei diversi anni con soggetti differenti, acrilici su pura cera d’api, di Serena Amendola. Realizzati secondo un progetto che viene proposto dall’autrice e con semplicità realizzato seguendo il tema della proposta pastorale dell’anno, racchiudendoli in una simbologia umile ma che ci parlano di Cristo Luce. Quest’anno “Servire nell’amore per l’amore”, concretizzata in una croce, una semplice pennellata color rosso, per sottolineare l’amore e il servizio attraverso il sacrificio con piccole pennellate a raffigurare lo Spirto Santo in fiammelle, quello Spirito di Dio che è sempre con noi e accanto a noi attraverso il servizio della vita Sacramentale che la Chiesa ci offre e l’alfa e l’omega in blu, inizio e fine, il principio e la conclusione, il tempo che scorre ma sempre con Cristo come luce e riferimento del nostro cammino.

 “Supporto del cero pasquale”, con Cristo Risorto, tempera su legno, di Serena Amendola. Un Cristo glorioso con le braccia alzate dove i tratti semplici e fanciulleschi vogliono sottolinearci la necessità di conservare un cuore da Bambini per comprendere e accogliere lo Spirito Santo che ci porterà alla Resurrezione di Cristo e alla vita nuova che con essa porta ad ogni uomo.

“Il legame tra Dio e la luce è qualcosa di molto forte che ricorre spesso nella religione cristiana. Fin dalle origini, la luce delle candele veniva usata per simboleggiare la luce di Cristo risorto, una luce che illumina il buio delle notti più scure. Anche nella Bibbia questo simbolo rappresenta la presenza di Dio, la manifestazione della sua grandezza e il primo elemento che Dio creò in principio. Gesù parla di “luce del mondo” quando si riferisce a sé e ai suoi discepoli. In Matteo 5,16 possiamo leggere: “Così risplenda la vostra luce davanti agli uomini, perché vedano le vostre opere buone e rendano gloria al vostro Padre che è nei cieli“. Il cero pasquale è un elemento fondamentale della celebrazione della Pasqua cristiana, e ha una lunga storia che si estende fino ai primi tempi del cristianesimo. Il cero simboleggia la luce di Cristo, che risorge dalle tenebre della morte e rappresenta la vittoria sulla morte e sul peccato. Le prime comunità cristiane utilizzavano il cero pasquale come parte integrante della celebrazione della Pasqua. Durante la veglia pasquale, il cero veniva acceso e portato all’interno della chiesa in una processione solenne, simboleggiando la resurrezione di Cristo. Nel corso dei secoli, è diventato un importante rito simbolico della liturgia della Chiesa. L’accensione del cero pasquale è un momento molto importante della veglia pasquale. Il cero viene acceso dal fuoco nuovo, simboleggiando la nuova vita che Cristo offre a tutti coloro che credono in Lui. Il cero viene quindi benedetto dal celebrante, che pronuncia la preghiera di benedizione. Questa cerimonia è accompagnata da una serie di preghiere e canti, che celebrano la vittoria di Cristo sulla morte e la speranza di vita eterna per tutti i credenti. Dopo che il cero pasquale è stato acceso, vengono accesi i ceri dei fedeli, per testimoniare la luce di Cristo che si diffonde nel mondo”. (cfr. myriammartesacrastore)

“Battistero”, ceramica policroma di Marigrazia Strafella. “Il grande cero pasquale, che viene acceso nella veglia pasquale quale simbolo del Cristo risorto, resta, particolarmente adornato, presso l’altare o l’ambone durante tutto il tempo pasquale, cioè fino a Pentecoste. Tanto è importante la risurrezione di Gesù per la nostra fede che la si celebra con particolare solennità per cinquanta giorni consecutivi. Al di fuori di questo tempo liturgico le norme prevedono che il cero sia collocato nel battistero «per accendere alla sua fiamma le candele dei neo-battezzati», che con questo sacramento sono inseriti nel mistero di Cristo, morto e risorto” (cfr. famigliacristiana)

Una realizzazione policroma che richiama i colori della vetrata e il significato che rappresentano, con i simboli del XP e IXZUS monogrammi di Cristo che da quel fonte fa rinascere in una nuova luce la vita dei Battezzati.

VEDI Le opere e visita la pagina della storia della nostra Chiesa con i dettagli delle opere e gli autori.

“Fratello, sorella, vai anche tu incontro al Risorto, cogliendo la chiamata di Dio a vivere la sofferenza o accompagnare le ferite del dolore umano. Le ferite della malattia e della solitudine, della violenza e della guerra, della fame e della disperazione, dell’abbandono o della fuga, della discriminazione o dello scarto… Sperimenterai anche tu, nella Luce della Pasqua, la gioia di poter accogliere, vivere e portare a tutti l’amore stesso di Gesù Risorto.  Ma non scoraggiarti se non ci riesci sempre, se non ci riesci subito. Se, come Tommaso, sei fuggito, ancora una volta, dalla tua o altrui croce, e forse dalla compagnia dei fratelli.  Gesù Risorto ti da oggi una nuova possibilità. È Lui che ti chiama, è Lui che si carica le tue sofferenze e prende su di Sé quelle ferite che tu non riesci ad accogliere.  Sì. Le Sue ferite hanno guarito le nostre ferite, il Suo dolore ha consolato il nostro dolore, la Sua morte ha vinto la nostra morte, il Suo amore ha fatto risorgere il nostro amore.  E Lui, il Risorto, viene incontro a noi se anche noi non sappiamo andare incontro a Lui. Gridiamo anche noi, come Tommaso: «Mio Signore e mio Dio!».”. (cfr. Mons. Santo Marcianò, Ord. Mil. Messaggio per la Pasqua 2023)

La luce della Risurrezione rischiara anche la nostra chiesa non solo per la liturgia che si celebra, per la fede del popolo di Dio, ma anche per queste piccole cose che ci parlano di LUI del SUO Amore, della Vita Nuova in Lui e nascosta in Lui.

@unavoce

 

Foto di Copertina: “La Croce Risorta” (Gloriosa) di Serena Amendola – Chiesa Parrocchia dei Militari “Madonna di Loreto” – 15° Stormo