Memoria e preghiera

 

Al di là di assurde e faziose polemiche, il 25 aprile è un giorno che ci deve unire maggiormente tutti nell’amore e nel rispetto della nostra Patria e dei suoi cittadini per non dimenticare quegli uomini e donne che si sono sacrificati per liberarci dai totalitarismi a cui in quel periodo storico eravamo soggetti, liberarci per avere pace, dignità, libertà e serenità.

Un giorno che vogliamo celebrare insieme alla preghiera che ricorda l’Evangelista Marco, con il motto e il simbolo a lui attribuito: “Pax Tibi Marce Evangelista Meus”, nel libro tenuto da un Leone, da sempre simbolo di forza, fierezza, maestosità, nobiltà e coraggio, scelti per enfatizzare la potenza della Resurrezione, la maestà e la regalità di Cristo, caratteristiche che emergono nel suo Vangelo.

Parole e segni, quindi, che ci ricordano fortezza, amore e libertà, quei valori che vogliamo celebrare oggi e vivere ogni giorno.

Uniamoci tutti senza distinzione nel simbolo che la Bandiera Nazionale rappresenta. Un vessillo che ci unisce, un simbolo che dice storia e futuro, che dice impegno e sacrificio, sofferenza e dolore per avere libertà, dignità e democrazia, una Bandiera che ci porta con lo sguardo alto a ringraziare e pregare Dio con quelle parole che nella tradizione militare sono raccolte nella preghiera per la Patria:

Dio Onnipotente ed eterno cui danno gloria il cielo, la terra e il mare, ascolta la nostra preghiera! Giurando fedeltà alla bandiera, abbiamo promesso amore e servizio alla Patria, nel ricordo del sacrificio di chi è caduto perché noi vivessimo in un mondo più libero e giusto. Donaci, o Signore, la forza di custodire e difendere il bene prezioso della pace; e, in comunione di spirito con tutti coloro che lavorano e soffrono, donaci la gioia di dare il nostro contributo per la serenità delle nostre case, per la prosperità della nostra terra, per il bene dell’Italia. Amen

Come vivere questo giorno, allora? Con gli occhi del rispetto, della memoria e dell’impegno quotidiano da parte di tutti, ed essere Cristiani non significa dimenticarsi di essere cittadini di una Patria con la sua storia, pertanto in questo giorno il nostro atteggiamento deve unire ancora di più gli uni agli altri con uno sguardo ampio che sa accogliere e se siamo la culla del diritto e della cultura, dell’arte e della democrazia, allora dobbiamo compiere e vivere in questo modo, con la capacità di trasformare ogni gesto e parola in una fratellanza che ci unisce nel tricolore e nel Vangelo. Quei colori che ricordano la nostra Patria, dalle alpi al mare, dalla terre verdi al sacrificio di molti che hanno operato nel tempo e nella storia per donarci questo bene prezioso che non è una proprietà da sfruttare ma un dono da custodire e far progredire, con la ricchezza della sapienza del vangelo che ci parla di amore e di rispetto per Dio e per ogni uomo.

La Chiesa in questo giorno celebra la festa di san Marco Evangelista, quel giovane che al seguito di san Pietro venne a Roma dall’oriente per trovare poi la morte, sul colle vaticano, annunciando il Vangelo, quel Vangelo scritto sulla testimonianza di Pietro. La sua festa liturgica ci aiuti a vivere da veri cristiani e autentici cittadini amanti della terra che la provvidenza ci ha dato di vivere e che con il nostro contributo possa sempre generare accoglienza, rispetto, amore e grandezza attraverso arte, poesia, musica, letteratura e ospitalità. L’onore di essere Italiano e il dono della fede in Cristo ci uniscano come “Fratelli tutti” a vivere secondo i valori che i nostri antenati hanno forgiato.

Oggi a Roma il Presidente della Repubblica, con tutte le massi autorità e i vertici delle Istituzioni, deporrà una corona all’Altare della Patria, in quel gesto ci uniamo ed eleviamo dall’Altare del Signore, nella memoria di san Marco, il nostro grazie e il nostro ricordo per i caduti di ieri e di oggi e pregando per tutti i cittadini, affinché tutti ci sentiamo parte di questa grande “famiglia umana” che vive nella penisola che affaccia sul mediterraneo, la nostra bella Italia.

Impariamo ad essere orgogliosi di chi siamo e dove viviamo, sapendo condividere la ricchezza dei bene e della cultura per chi non ha pace e serenità, questa è la vera libertà e la liberazione che nel fare memoria vive nel tempo.

@unavoce