Quando si parla di libertà o si ricorda questo valore o si fa memoria di chi per questo valore ha combattuto si è sacrificato ed è morto, i discorsi sono i più vari con il rischio di cadere da una parte o dall’altra secondo il pensiero o la posizione sociale o la fede, in una mancanza di obiettività sul pensiero.

Credo che la parola Libertà abbia in se un suo valore univoco e condivisibile e che da qualsiasi parte la si legga abbia per tutti lo stesso significato: Rispetto.

Libertà non è aver ragione, libertà non è gridare più forte, libertà non è comandare su altri, non è sporcare i monumenti, ma libertà è saper accettare, saper lavorare per un bene comune e non individuale. Libertà non è fare quello che voglio, ma saper vivere insieme nel rispetto, nella collaborazione, perché tutti possano avere dignità e sostanze per camminare su questa terra a testa alta. Libertà non è pretendere ma collaborare, libertà non è avere ma dare e dare significa possedere, ma un possedere che non è un prevaricare sull’altro ma un mettere in concerto le qualità e le doti, le sostanze e i beni di ognuno per raggiungere un bene comune che rispetti tutti, che accolga tutti che aiuti tutti come fratelli.

Libertà intesa come quel valore che da la possibilità di scandagliare il cuore e l’anima per ascoltare la voce di Dio. Un Dio che non priva della libertà ma offre una via per essere veramente liberi. La mela sull’albero nel giardino e la libertà o meno di prenderla ha le sue conseguenze, fidarsi sarebbe stato differente, pertanto libertà non è fare quello che voglio o che l’istinto mi induce a fare, ma fare scelte libere pensando.

Maria fu libera di rispondere alla chiamata di Dio e la sua libertà diete pienezza alla sua vita e pienezza, speranza e salvezza anche alla vita di tutti. Credo che l’immagine della ragazza di Nazareth sia la più eloquente anche se nella Sacra Bibbia troviamo differenti esempi di obbedienza libera davanti a Dio che chiama e chiede di diventare strumenti di pace, di aiuto e di speranza. 

La Chiesa che tanto critichiamo è quella realtà che Dio ha voluto e pur nella sua fragile umanità ci ricorda la libertà più vera nel vivere la vita nel mondo e su questo mondo, senza imporre nulla ma con rispetto e nell’amore gli uni per gli altri.

La religione le regole, i comandamenti e il magistero, non sono un obbligo se non per chi sceglie e di accettare, così come Maria all’annuncio dell’angelo. Fiumi di studi ci sono su libertà e società, su teologia libera e fede libera, tra chi punta il dito e chi lo sposta, ma umilmente e con limitate capacità intellettuali, comprendo che liberi significa accettare la volontà di Dio, liberi significa aiutare e accogliere, liberi non è chiudere gli occhi o far finta di non vedere, ma liberi significa aiutare tutti a vivere con rispetto e con le possibilità di crescere, conoscere e agire. 

Dobbiamo, allora, rivedere il modo di valutare la libertà e di lavorare per essa. Libero di vivere non di sopravvivere, libero di lavorare e non di approfittare, libero di dire la propria opinione senza mancare di rispetto a quella degli altri. Giusto ricordare le cose che sbagliamo, ricordare e correggere nel modo intelligente e serio, non come quelli che sporcano e rovinano, che strillano e uccidono per una libertà che alla fine è solo un interesse personale. Se un bene è riconosciuto tale per la collettività va ricercato, perseguito e protetto nel modo intelligente, guerre e liti non portano da nessuna parte.

Dobbiamo educarci noi prima di tutto per poi chiedere agli altri di essere come voreremmo che il mondo fosse, senza pretendere ma iniziando e lavorando per questo valore con libertà e nella libertà ognuno secondo le sue possibilità, capacità culturali, di fede o pensiero, per condividere la vita sul pianeta in modo intelligente.

Pur rimanendo ognuno di noi sulle proprie posizioni e opinioni e senza dimenticare e facendo memoria dei fatti della storia, senza giudizio o pregiudizio, parlare di libertà da qualsiasi parte la vogliamo vedere, perché questa ha solo una parola che potrà e dovrà unirci: Rispetto.

@unavoce

 

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