Ad una chiamata o ad un invito è prevista una risposta, tu come rispondi?

60° Giornata di Preghiera per le Vocazioni

 

“La chiamata del Signore è grazia, è dono gratuito, e nello stesso tempo è impegno ad andare, a uscire per portare il Vangelo … Animato dallo Spirito, il cristiano si lascia interpellare dalle periferie esistenziali ed è sensibile ai drammi umani, avendo sempre ben presente che la missione è opera di Dio e non si realizza da soli, ma nella comunione ecclesiale, insieme ai fratelli e alle sorelle, guidati dai Pastori”. (cfr. papa Francesco, Messaggio 60° GMPV)

 

 

Il termine vocazione ci porta con il pensiero a preti e suore, frati e monaci e monache, vocazione sembra una parola solo legata alla fede e alla religione, qualunque essa sia e in modo particolare nel mondo cristiano cattolico, ma vocazione deriva dalla parola chiamare, dal latino vocare e ognuno nella vita è chiamato a qualche cosa che ascolti e risponda oppure no per ognuno di noi c’è un posto in questo mondo. Quello che cambia è il modo di rispondere, oggi più di ieri questa risposta alla vocazione, qualunque essa sia, se non ha un ritorno economico sembra non avere seguito e così categorie di professioni sono in sofferenza e quella del sacerdote, che più che un lavoro per quanto impegnativo e variegato possa essere è un donarsi totale a Cristo e alla Sua Chiesa, è fortemente in crisi.

Sia il sacerdozio ministeriale che il matrimonio sacramentale sono in una profonda difficoltà, pochi preti e poche persone che si sposano in Chiesa.

Quale il problema? La fedeltà! In entrambi i casi non si riesce seriamente ad essere fedeli a un cammino, fedeli a delle regole, fedeli a un progetto, mettendo in crisi ovviamente la scelta e questo lo si vede poi riflesso o di riflesso nella vita di tutti i giorni, dove la logica del “tutto e subito” fa crollare quasi tutti i settori della vita e tanto più quelli della fede e della religione, ma anche quella della cultura e del lavoro manuale.

Forse il nostro progresso in qualche modo ci sta allontanando dalle cose vere. Se fate caso, mettendo su un segmento di vita in una media sociale borghese o medio bassa o alta, c’è la ricerca della genuinità. Ricerca di alimentazioni alternative tra salute fisica ed estetica, ricerca di un bene che alla fine però è solo di cose e di alcuni strumenti che ci hanno alleggerito e forse allungato anche la vita, ma che alla fine ci hanno tolto la bellezza dello stare, del guadagnare, del ricercare, dell’essere cadendo solo all’apparire. Tutti ne siamo vittime inconsce talvolta di questo sistema che non premia nessuno o al momento solo alcuni per poi ritrovarsi a mani vuote perché mancano le radici autentiche di un essere e quindi il fare rimane vuoto e senza frutti, quindi una ricerca di genuinità che poi non c’è veramente ma solo con grandi slogan pubblicitari. 

Lo scopo dell’umanità è migliorarsi, progredire, trovare risposte e rimedi e nella storia del mondo questo è avvenuto ma con corsi e ricorsi storici periodici ci perdiamo e dimentichiamo le origini delle cose pretendendo sempre di più e con sempre minor fatica, giusto se non fosse a discapito di altri e di noi stessi in definitiva, pensiamo alla sofferenza del pianeta stesso. 

Ognuno di noi deve rispondere al suo cuore, a quello che desidera fare, alle qualità che ha, ai doni che ha ricevuto, a studiare, lavorare, fare, per costruirsi una vita dignitosa e che lo appaghi ma senza mancare nei confronti degli altri e ringraziando di quello che ha senza invidiare, pensando che altri neppure quello hanno e quindi la sua “vocazione” che troverà e riuscirà a seguire possa sempre essere a beneficio suo e della collettività. Ogni lavoro, ogni impegno, impiego, attività è nobile importante è seguire il cuore e se non si può per differenti motivi personali e sociali, privati e comuni, deve però seguire il cuore nel fare bene ogni attività e ogni impegno che si assume. 

La giornata di preghiera per le vocazioni, nello specifico quelle sacerdotali, deve però portarci a pregare Dio perché ogni uomo e donna possa trovare e seguire la sua strada rispondendo alla chiamata con generosità, con impegno e con fedeltà.

Oggi non ci sono preti e in Europa in modo particolare e in Italia come in altre nazioni, adducendo differenti motivazioni: gli scandali, la mancanza di fede, di credibilità, il celibato, ecc. tutte scuse che si adducono per non impegnarsi, così nel matrimonio altrettanti situazioni al limite e questo lo vediamo pure nello studio e nel lavoro, tutte e solo lamentele pretendendo senza impegno.

Quale la discriminate di tutto questo? Credo la mancanza di passione per qualche cosa, sembra esserci solo la passione del nulla e quelli che fanno qualche cosa la passione per la lamentela che sia lo stato, la chiesa, le tasse, o altro. Ci si lamenta della società e certamente molte cose vanno riviste nelle sue fondamenta e le persone che hanno responsabilità pubbliche devono crederci di più e ricordarsi che sono a servizio e non un comando senza esempio e questo vale sia per le istituzioni laiche che religiose, ma anche nelle aziende, sino ai piccoli artigiani o commercianti, all’agricoltura, alla campagna … ogni settore ha bisogno di una deontologia maggiore o da recuperare perché dimenticata.

Per cambiare il mondo bisogna che ognuno s’impegni in prima persona e non servono rivolte o contestazioni plateali, ma fare e credere in quello che si fa, serve intelligenza, fatica, impegno, sacrificio per arrivare a costruire qualche cosa per se stessi e per gli altri, che sia famiglia o società. La giornata delle vocazioni ci ricorda la vocazione comune a tutti, quella di essere protagonisti seri, appassionati, corretti della vita sia personale che sociale.

Preghiamo perché non manchino sacerdoti che ci ricordiamo il messaggio di Cristo, che ci parlino di Lui e del Suo amore, che ci portino l’Eucarestia, che ci donino il perdono, che ci accompagnino nel cammino della vita. Preghiamo perché il Signore aiuti i giovani a condividere il cammino con un’altra persona in modo vero, fedele, impegnato, pronto a fecondare il mondo del loro servizio vicendevole, per tutti la vocazione o chiamata è un invito a servire, anche retribuito, ma a servire e a mettere in campo le proprie doti e abilità, passioni e capacità per alzare tutti insieme lo sguardo, coinvolgendo tutti, aiutandoci l’un l’altro e invitando i fannulloni e i cercatori di scuse a rimettersi in gioco, aiutare chi non ha le nostre possibilità, non discriminando ma ringraziando e creando percorsi e aiuti perché tutti possano avere un’occasione per essere ciò che desiderano.

Senza fatica nella vita non c’è nulla è chi riesce e pensa di essere più furbo è solo uno sciocco che alla fine si troverà solo, isolato ed eliminato dalla società. Il bene, il bello salveranno il mondo e oggi anche se il buio che ci avvolge sembra avere la meglio, la giornata della vocazioni ci ricorda di chiedere a Dio con insistenza di donarci sacerdoti santi, religiose e religiosi umili, sposi fecondi, professionisti seri e impegnati. Costruire aiuti per chi ha più difficoltà, ad integrarsi, a capire questo cammino che tutti dobbiamo e possiamo fare è la risposta alla vocazione in qualsiasi settore uno si cimenti, per il sacerdote è la porta per annunciare l’amore di Dio al mondo.

Rispondi così alla tua chiamata… Sii sacerdote così, religioso/a, sposa/o, professionista, operario, dirigente, militare … con questa visione di servire sempre e di non dimenticare mai chi rimane indietro nel cammino. L’ultimo fratello e sorella meno fortunato/a ci ricorda la nostra vocazione sacerdotale in modo particolare, ma ogni vocazione – non passare oltre ma come buon samaritano, fermati.

@uanvoce

 

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