Nessuno si salva da solo

“Nessuno si salva da solo, perché siamo tutti nella stessa barca tra le tempeste della storia, ma soprattutto nessuno si salva senza Dio, perché solo il mistero pasquale di Gesù Cristo dà la vittoria sulle oscure acque della morte. La fede non ci esime dalle tribolazioni della vita, ma permette di attraversarle uniti a Dio in Cristo, con la grande speranza che non delude e il cui pegno è l’amore che Dio ha riversato nei nostri cuori per mezzo dello Spirito Santo” (cfr. Papa Francesco)

 

La vera fraternità sta nell’accorgersi, nel condividere e per raggiungere questo dobbiamo comprendere che nessuno si salva da solo. Da questa convinzione non solo di fede ma alimentata dalla certezza della fede, voglio con voi affrontare questa povera riflessione sulla necessità degli altri, sul fatto che da soli non adiamo da nessuna parte e che tutti abbiamo bisogno gli uni degli altri e tutti con lo sguardo sempre verso Dio.

Due limiti rischiamo di vivere se non li affrontiamo con cognizione di causa, mettere gli altri al primo posto, rischiando di trascurare noi stessi, o concentrarsi talmente su noi stessi da isolarci e dimenticarci degli altri.

La natura umana è in se una natura fatta di relazioni che si confrontano con il mondo necessariamente, un mondo che ha differenti sfaccettature, culturali, di opinioni e fede, di tradizioni, un mondo che si evolve velocemente e non sempre le nostre opinioni e i nostri valori coincidono con quelli della massa. Da qui nascono gli eventuali problemi e difficoltà, se non si leggono nel modo corretto, pertanto alcuni elementi, come l’amore e direi un amore senza condizioni, senza dipendenza, i vari bisogni sia materiali che piscologici o spirituali, la necessità di ritrovare dentro di noi gli elementi naturali, sono fondamentali. 

In tutto questo il rischio è quello di estremizzare i concetti e le situazioni. Bisogna, pertanto, non cadere nella tentazione di assolutizzare le situazioni, ma imparare a trovare la via di mezzo, quella che fatichiamo a vedere o che ci costa più fatica, perché altrimenti rischiamo di cadere nella trappola della dipendenza dalle persone perché sembra, e dico sembra, che con loro stiamo bene, con il rischio però di non essere obiettivi, perché in qualche modo abbiamo bisogno, ma con il tempo sia le situazioni che le persone cambiano e questo non è male è fisiologico, ma se non comprendiamo questo elemento le relazioni e le situazioni si logorano, perdono di colore e freschezza perché cambiano gli altri ma cambiamo anche noi e le esigenze rischiano di farci soccombere portandoci a un malessere generale tanto da farci cadere e rinunciare alla nostra vita, alle nostre scelte e non essere lucidi per vedere le sfumature o i limiti di una relazione, per esempio, cadendo nella dipendenza emotiva, come ci spiega la psicologia.

Non bisogna mai delegare, ma dobbiamo affrontare le situazioni, queste ci porteranno a quella vera libertà che non è fare quello che voglio, ma fare quello che è giusto e farlo in modo libero, perché lo scelgo. Questo non ci farà essere dei solitari, ma ci porterà ad essere veri, autentici, di riferimento per noi stessi e per gli altri. Questo non è egocentrismo ma è la ricchezza che ognuno ha dentro e che viene fuori e che in qualche modo, forse per comodità o paura, avevamo limitato e chiuso anche a noi stessi.

Non si tratta di essere dipendenti, quindi, ma essere reciprocità e diventando reciprocità, allora vedremo nell’altro ciò che sono io: vedremo unicità, singolarità, ricchezza, potenziale, bene, bello, vedremo traguardi da raggiungere, talenti da condividere, vedremo possibilità di ragionamenti differenti, apertura, accoglienza e così facendo ci accorgeremo di quanto sia importante l’altro, perché nessuno si salva da solo.

Mettendoci a confronto ci conosceremo meglio, se ci chiudiamo ci daremo sempre ragione e ci isoleremo sempre di più, giudicando e puntando il dito, invece di crescere e migliorare ci affosseremo nel nostro stesso “buio” e nella continua scontentezza della vita e del mondo, lamentandoci senza fare nulla. Abbiamo bisogno dell’altro e solo nell’amore lo capiremo, perché amare significa domarsi continuamente. 

Bisogna educarci a crescere sempre, a conoscere e togliere le paure, aprirsi e condividere, liberarsi dai pregiudizi, questo ci porterà a dare il meglio di noi stessi e questo si chiama amare e amarsi. Amare che davvero è alla fine la chiave di volta della nostra felicità, un amore libero, appassionato, disponibile, che sa sacrificarsi, donarsi, perdonare e perdonarsi, mettersi in discussione, condividere e in tutto questo cammino, la nostra Fede in Dio ci aiuta a comprendere il vero Amore, un Amore che deve essere fondato in Lui e attraverso di Lui, amare con il Suo Cuore.

Vi assicuro che non è facile, ma nel momento in cui riusciamo a svestirci dai nostri preconcetti e di scendere dal piedistallo, di sapere che da soli non andremo da nessuna parte, allora scoprirete la bellezza della vostra vita. 

Gesù questo ci ha insegnato donandosi a noi, perché con Lui e in Lui troveremo la via della vera libertà che ci salverà. Riapri il Vangelo e leggilo in questa prospettiva, ti si aprirà un mondo nuovo e le tue relazioni saranno differenti, più vere, più belle, più appassionate. Non chiudere il cuore, non essere egoista, aprilo e donati senza chiedere nulla e il mondo sarà migliore, il tuo, il nostro, quello di tutti. Siamo tutti nella stessa barca e se le onde ci fanno paura, insieme sapremo affrontarle. 

@unavoce

Foto di Copertina: “Veleggiare” di Giovanni Colonia, collezione privata, acrilico su tela, 2018