Nella sofferenza

 

Se dovessi camminare in una valle oscura, non temerei alcun male, perché tu sei con me. Il tuo bastone e il tuo vincastro
mi danno sicurezza (Salmo 22, 4)

Quando succedono catastrofi naturali o guerre o disordini o malattie o dolori o croci a noi o a noi vicine, allora ci interroghiamo senza trovare risposte ovviamente e la delusione, il dolore, la rabbia ci fanno reagire incolpando, accusando, puntando il dito sino ad arrivare ad incolpare Dio facendoci la fatidica domanda perché? Perché a me, a noi? …

La domanda è posta in modo sbagliato. La domanda che ci dovremmo tutti fare è: cosa ho fatto io? Perché nessuno di noi, in modi e tempi diversi, non s’interroga prima nel verificare cosa concretamente fa? Le nostre azioni e le nostre scelte possono influenzare il futuro nostro e degli altri. La risposta allora forse potrebbe essere una sola: siamo profondamente egoisti, non pensiamo alle conseguenze delle nostre azioni e delle nostre scelte. Non siamo rispettosi delle regole, dei divieti, non ci impegniamo tutti e insieme a cooperare, non siamo attenti e accoglienti, disponibili e caritatevoli.

Quando a noi va, più o meno, bene pensiamo che i “guai” capitino solo agli altri e poi però c’è la reazione dello stupore, della paura difronte all’imprevedibile e la paura, se pur normale ed umana, non aiuta nè l’azione nè la collaborazione nè tanto meno il cuore perchè la paura intristisce il cuore rischiando di farci perdere la speranza, ma la speranza invece va sempre conservata in ogni situazione anche in quella più buie, perché senza di essa si cade nella disperazione.

La nostra fede ci deve sostenere in questi momenti non per ottenere miracoli, ma per affrontare i pericoli e le difficoltà.

Mi tornano alla mente le parole nel film “Il ritorno di don Camillo”, non per banalizzare il momento difficile dell’inondazione in Emila Romagna, ma recuperare quella forza necessaria a tutti per affrontare le difficoltà. Credo valga la pena riascoltarle: “Fratelli, sono addolorato di non poter celebrare l’ufficio divino con voi, ma sono vicino a voi per elevare una preghiera verso l’alto dei cieli. Non è la prima volta che il Fiume invade le nostre case. Un giorno però le acque si ritireranno ed il sole tornerà a splendere, e allora ci ricorderemo della fratellanza che ci ha unito in queste ore terribili e con la tenacia che Dio ci ha dato ricominceremo a lottare perché il sole sia più splendente, i fiori più belli e la miseria sparisca dalle nostre città e dai nostri villaggi. Dimenticheremo le discordie e quando avremo voglia di morte cercheremo di sorridere, così tutto sarà più facile ed il nostro Paese diverrà un piccolo paradiso in Terra. Andate, io resto qui per salutare il primo sole e portare a voi, lontano, con la voce delle campagne, il lieto annuncio del risveglio. Che Iddio vi accompagni. E così sia”. 

Non troviamo le colpe ma sosteniamoci, forse nel nostro piccolo non riusciamo ad aiutare ma essere vicini come possiamo si!, sostenendo le forze civili e militari, i volontari e i tecnici che stanno operando ed evitando di intralciare.

Dobbiamo infondere speranza e sostenere con la nostra vicinanza spirituale oltre che materiale là dove possiamo.

Per chi non può far nulla materialmente in questo momento particolare, dedichi il suo tempo alla preghiera e un invito a leggere il Libro di Giobbe.

La sua storia è narrata nell’omonimo libro, considerato una perla della tradizione sapienziale raccolta nella Bibbia e un classico della riflessione universale sul senso del dolore umano… Sono parole nelle quali può trovare espressione la domanda che erompe dal cuore di ogni uomo, religioso o no, di fronte alla sofferenza e al male che aggrediscono la vita innocente senza apparente motivo”. (cfr. Educational)

In questo tempo difficile la speranza non deve cedere il passo alla disperazione, ma deve aiutarci a sostenerci e a proseguire il cammino. Chiediamo a Dio il coraggio di affrontare la situazione di emergenza, di sostenere i nostri uomini e donne delle Forze Armate, delle forze civili, degli operatori a vario titolo, che stanno operando nell’emergenza, perché li protegga e li conforti. Affidiamo nelle mani di Maria ogni persona, l’intera comunità. Io dall’Altare del Signore offro il divin sacrificio per tutti voi.

@unavoce

 

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