Il meglio di noi

 

Quando accadono emergenze come un’alluvione, i più, che sono la quasi totalità, si fanno o si vorrebbero fare in quattro per aiutare per fare qualche cosa di concreto che possa portare sollievo e nell’emergenza viene fuori il meglio di noi e talvolta anche il peggio, ma vorrei sottolineare il meglio che ognuno di noi ha nel cuore e al di là delle parole critiche c’è e si tocca con mano e si vede la voglia e l’impegno ad aiutare, a farcela per uscire da questa situazione in più velocemente possibile. 

L’aiuto però non è sempre facile perché in situazioni gravi bisogna essere coordinati, preparati per non creare problema a problema, mettendo le organizzazioni che sovraintendono agli aiuti a tutti i livelli a poter svolgere il loro lavoro e servizio in condizioni ottimali, ma molti tra i privati si fanno la domanda: cosa possiamo fare?

Nel momento apice dell’emergenza bisogna affidarsi agli esperti del soccorso, come il nostro personale dell’Aeronautica, in particolare i nostri uomini e donne del 15° Stormo proprio loro con la loro professionalità e audacia sono preparati a questa attività, un servizio che non è di tutti e per tutti e con loro la Croce Rossa, i Vigli del Fuoco, gli esperti dei Carabinieri, della Capitaneria di Porto della Guardia di Finanza, della Polizia di Stato, le varie organizzazioni e la Protezione Civile che coordina, ma molti di noi siamo fermi perché impossibilitati a dare, almeno nel primo momento, un supporto concreto e quindi ci troviamo in difficoltà e ci domandiamo cosa posso fare?

Credo che quello che possiamo fare noi, che magari non riusciamo ad aiutare con i soccorsi, è quello di stare accanto alle comunità, ai singoli, alle persone che hanno subito un danno, aiutare con la vicinanza spirituale, perché magari la presenza non è possibile, una vicinanza di sostegno e di aiuto morale, nell’incoraggiare e infondere speranza. In altri casi, come stiamo facendo e vedendo in molti, ospitando famiglie o dando pasti caldi, vestiti e coperte per affrontare l’emergenza del momento, ed è un gesto nobile, bello solidale. Altri non riescono o non hanno la possibilità e credo allora che la cosa che più di tutto possiamo fare, per aiutare è infondere speranza e aiutare a comprendere che alcuni eventi non si possono prevedere e disperarsi non aiuta a riprendersi, pertanto infondere coraggio e sostenere moralmente, ascoltando e supportando le loro lacrime di dolore facendogli vedere oltre per pianificare il recupero sono quel piccolo o grande aiuto che senza mettere a rischio nessuno possiamo compiere, un contributo non meno importante di altri.

Talvolta si pensa che dare il pane e una coperta sia la cosa più importane e lo è, ovviamente, bisogna mettere in sicurezza tutti e dare sostegno immediato e concreto a tutti, ma per chi non ha la possibilità di uscire e andare, la vicinanza delle parole, della compassione, del sostegno morale non sono meno importanti o utili di altri. Non è un acquietare la coscienza ma è un prendere coscienza e dare sostegno nell’emergenza, forse ci sfugge perché le priorità giustamente sono altre, ma questo impegno è importante.

In collaborazione con chi è sul campo, noi tutti possiamo sostenere con la preghiera, una telefonata, una parola di sostegno, un aiuto anche piccolo di conforto, offrendo uno sguardo di speranza e di collaborazione e nel momento in cui il sole tornerà a spendere sulle nubi che hanno creato dramma e dolore, allora passare dalle parole all’azione, dando respiro a chi sin ora ha combattuto contro l’emergenza della forza della natura. 

Il senso di comunità è questo, è questa capacità di compassione, di supporto concreto e nella vicinanza spirituale ed emotiva. Persone più fragili rischiano di vedere nel buio il buio ancora più pesante, pertanto non solo i soldi, un vestito, una cibo, un aiuto concreto sono di aiuto, ma anche il conforto è indispensabile nel momento della delusione, della tristezza e della disperazione per risollevare lo spirito e riprendere coraggio e forza.

Forse potrete dirmi che sono banalità, che non servono parole e lo condivido che solo queste poco servirebbero, ma quando si mettono a concerto tutte le professionalità e le volontà private e pubbliche allora esce il meglio di noi stessi e ci si risolleva insieme.

Sii l’aiuto che desidereresti ricevere, sii il sostegno che vorresti avere. Fare squadra ha diversi ruoli e ognuno, facendo la sua parte, insieme e uniti con la capacità di vedere oltre, allora sarà un vero aiuto per chi oggi sta soffrendo.

Questo ho visto e sto vendendo, una solidarietà che fa emergere il vero cuore delle persone, le stesse che talvolta sembrano distratte. Nell’emergenza anche queste persone, così dette “lontane”, danno il meglio. Da un dramma come questo possiamo vedere veramente quello che si nasconde nell’animo di ognuno e sperare in una convivenza migliore, nel rispetto tra di noi e delle cose del mondo, per prevedere, il più possibile, situazioni come queste e mettersi con accettazione in quelle che non possiamo prevedere. Ho visto il meglio in questi giorni di una umanità che sembrava distratta. Grazie Signore che nello sconforto offri una luce sempre e comunque a tutti e da tutti.

@unavoce

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