Vita quotidiana

 

“Dio si serve di ciò che è piccolo per fare le cose grandi” (d.R.Vinco)

 

Ci capita di pensare che se non facciamo grandi opere, attività, iniziative … non vagliamo molto o confrontandoci pensiamo addirittura che non vagliamo nulla, almeno questo potrebbe capitare a chi ha il compito di guidare. Molte volte mi sono fatto questa domanda guardandomi attorno e confrontandomi.

Molti sono capaci di grandi opere, di grandi iniziative, intelligenti e capaci e ringrazio Dio che esistono persone capaci e non si tratta solo di volontà ma di vera capacità, ma so anche che il Signore ha dato doni a tutti in ugual misura e con caratteristiche differenti, ognuno di noi ha a disposizione genialità, ingegno, capacità e volontà per fare.

Ora, riflettendo su questo e interrogandomi a mo’ di verifica sul mio servizio, il mio impegno, sulla qualità della mia presenza e non tanto sulla quantità di cosa fatte o di persone che hanno accolto una iniziativa, ma di come fare le cose e con umiltà, mi sono messo davanti al Tabernacolo in preghiera per ricaricare il cuore e l’anima e “abitare con Dio” motivo della mia vita e del mio servizio per e con il popolo di Dio e mi è capitato tra le mani, senza averlo cercato, il brando di vangelo di Marco, al capitolo 4,26-34 che risponde alle mie riflessioni. 

“«Così è il regno di Dio: come un uomo che getta il seme sul terreno; dorma o vegli, di notte o di giorno, il seme germoglia e cresce. Come, egli stesso non lo sa. Il terreno produce spontaneamente prima lo stelo, poi la spiga, poi il chicco pieno nella spiga; e quando il frutto è maturo, subito egli manda la falce, perché è arrivata la mietitura». Diceva: «A che cosa possiamo paragonare il regno di Dio o con quale parabola possiamo descriverlo? È come un granello di senape che, quando viene seminato sul terreno, è il più piccolo di tutti i semi che sono sul terreno; ma, quando viene seminato, cresce e diventa più grande di tutte le piante dell’orto e fa rami così grandi che gli uccelli del cielo possono fare il nido alla sua ombra». Con molte parabole dello stesso genere annunciava loro la Parola, come potevano intendere. Senza parabole non parlava loro ma, in privato, ai suoi discepoli spiegava ogni cosa”.  

Ho sorriso tra me e me e ho ringraziato Dio ancora una volta del Suo infinito amore anche per me, umile sevo nella Sua Vigna, comprendendo che non è la grandezza che fa la qualità ma l’amore e la passione con cui si fanno le cose che siano grandi o piccole che le fanno uniche.

Mi sono tornate alla mente gli incontri con Santa Teresa di Calcutta, Madre Teresa, “una matita nelle mani di Dio” diceva di se e ho pensato alla mia famiglia umile e semplice che mi ha educato e che ha un gran cuore, ho pensato alle tante persone magari piccole agli occhi del mondo che ho incontrato e che mi hanno insegnato la fedeltà, la laboriosità, l’impegno, la costanza e allora le parole del Vangelo di Marco hanno risuonato nella mia mente e orientato la mia preghiera di ringraziamento e di lode. 

“Il dio delle piccole cose” è il titolo di un romanzo della scrittrice indiana Arundhati Roy, un titolo che sintetizza il messaggio di queste due parabole: l’elogio di ciò che è piccolo. Due parabole che Gesù usa per parlare del Regno di Dio e spiegare ai suoi discepoli cosa e come viverlo, sono immagini di vita quotidiana che illuminano il nostro pensiero e il nostro cammino, come sempre fa la Parola di Dio.

L’immagine del seminatore e della piccola pianta che diventa un grande albero credo ci introducano a saper accorgerci e vivere le nostre giornate con questo spirito. Il seminatore, il contadino è fedele al suo lavoro ed è paziente è attento e cura e sa che deve fidarsi del tempo per vedere i frutti del suo lavoro, frutti che sembrano piccoli ma che alla fine rivelano la grandezza e la forza della natura.

Queste similitudini sono quelle che dobbiamo attuare nella nostra vita, attenti ai piccoli e gentili e pazienti gesti, alla piccole parole di ogni giorno, alle piccole faccende quotidiane, alle persone e agli oggetti che ci circondano, alle attività ordinarie che possono diventare noiose e pesanti ma il seminatore vediamo che non si stanca mai, semina con cura e fedeltà e sa aspettare e guardare che tutto proceda bene.

Il compito del contadino è allora anche il nostro. Inizia dalle piccole cose che sembrano insignificanti o marginali di ogni giorno, è da quelle che il Signore del tempo e della storia farà crescere un grande albero, quello della vita, dell’amore e della pace.

@unavoce

 

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