Manzoni e Milani

Nella vita credo che tutto concorre al bene e al miglioramento di noi stessi per una crescita umana e spirituale, ovviamente dipende da come e vediamo le cose, da come le leggiamo, da come le viviamo. In questa ottica di formazione continua, di occasioni per riflettere, di appuntamenti virtuali su questo sito per ampliare la nostra conoscenza, la nostra sensibilità, la nostra attenzione a 360° riportando tutto alla scuola del vangelo sull’esempio di Cristo e trasformando il tutto nella vita della Chiesa per camminare sempre verso il Signore.

Ora con questo intento oggi voglio riportarvi due ricorrenze che se non legate frac loro però ci aiutano in questo intento: il 150° anniversario della morte di Alessandro Manzoni – 22 maggio 1873 e il 100° anniversario della nascita di don Lorenzo Milani – 27 maggio 1923. Due ricorrenze a breve ma ne potremmo aggiungere altre più avanti, due immagini oggi diverse, due realtà differenti che possono in qualche modo arricchire la mente e l’anima.

Credo che ricordare alcune figure, come abbiamo fatto due anni fa per i 700 anni dalla morte Dante Alighieri, possa essere l’occasione non solo per ricordarli ma per conoscere la loro vita le loro opere e trarre insegnamento per la nostra esperienza oggi.

Ora l’anniversario di Alessandro Manzoni ci offre l’opportunità per rileggere o leggere i Promessi Sposi in modo particolare. Dice “Papa Francesco, il 19 agosto 2013, qualche mese dopo la sua elezione, nell’intervista rilasciata ad Antonio Spadaro, direttore de La Civiltà Cattolica, affermava: “Ho letto il libro I promessi sposi tre volte e ce l’ho adesso sul tavolo per rileggerlo. Manzoni mi ha dato tanto. Mia nonna, quand’ero bambino, mi ha insegnato a memoria l’inizio di questo libro: ‘Quel ramo del lago di Como, che volge a mezzogiorno, tra due catene non interrotte di monti’”. (cfr. vaticannews)

Don Milani un uomo e un sacerdote che ci parla attraverso la sua vita e le sue opere, (che potremmo leggere, la più nota “Lettere a un professore”) di dignità e rispetto per ogni persona. Così il card. Zuppi, presidente della Conferenza Episcopale Italiana, in merito a don Milani: “Don Milani, prosegue Zuppi, ci mette di fronte alle nostre responsabilità e ci chiede “di farci carico di chi è più fragile”. “Ci costringe a sporcarci di fango, di vita vera”, dice ancora, e a vedere le tante Barbiana di oggi: “a vedere tutti i luoghi dei bambini di sempre e di oggi, i figli delle tante Barbiana nascoste nelle case delle periferie o nei campi profughi, dove accettiamo crescano migliaia di bambini senza futuro e senza scuola”. Zuppi definisce il priore “profeta intransigente di cambiamento, obbedientissimo e per questo libero prete della sua Chiesa senza la quale non voleva vivere. Ecco la lezione di don Milani, per tutti, credenti e non, prete e cittadino italiano: per cambiare le cose non serve innamorarsi delle proprie idee, ma bisogna mettersi nelle scarpe dei ragazzi di allora e di oggi e non darsi pace finché non siano strappati da un destino già segnato”. (cfr. vaticannews)

Manzoni nelle sue opere fa emergere sempre il rifiuto della di violenza perché con questa non si risolve nulla e tanto meno una fratellanza avvilendo l’umanità, mai temi così appropriati anche in questo nostro tempo. Pertanto nel suo romanzo I Promessi Sposi riportandoci a conoscere la vita di quel tempo ci fa comprendere le difficoltà che esistono tra il popolo e l’autorità a fronteggiare un modo particolare un’emergenza sanitaria la peste, altrettanto attuale il discorso.

Quindi “lottare per la libertà e per la difesa di valori fondamentali come patria, vita, famiglia significa rendere una grande testimonianza di fede e di saggezza, amare svisceratamente la propria storia per rafforzare l’intesa con quella presente e quella futura”. (cfr. tattoomuse)

“Don Milani credeva nel progetto di una scuola aperta ed inclusiva che “agganciando la conoscenza al progetto di vita di ciascuno” promuovesse lo sviluppo di tutte le intelligenze anche quelle dei soggetti culturalmente e socialmente svantaggiati, creando per ogni singolo individuo un percorso formativo integrato ed individualizzato che ne consentisse, attraverso una continua interazione con la realtà sociale una crescita armonica”. (cfr. icpagaeta)

Entrambi attenti agli ultimi, entrambi guardano ai limiti per superarli e per farci scoprire l’importanza della dignità delle persone. Mai così vicini possono essere entrambi al Vangelo, non solo come cristiano convertito Manzoni e don Lorenzo come sacerdote, ma entrambi con una sensibilità che viene dallo Spirito Santo e arricchisce il loro animo, le loro parole, le loro azioni e noi che oggi li ricordiamo insegnano ad avere sempre uno sguardo ampio e rivolto ai fratelli tutti.

@unavoce

 

Foto di copertina: fonte 1 e fonte 2