Per essere
“cambiare vita è un modo di risorgere, di risuscitare. La fede è una forza di vita, dà pienezza alla nostra umanità; e chi crede in Cristo si deve riconoscere perché promuove la vita in ogni situazione, per far sperimentare a tutti, specialmente ai più deboli, l’amore di Dio che libera e salva“. (cfr. Angelus Papa Francesco)
Pur vivendo in un mondo interconnesso e teatrale fatto di appuntamenti, occasioni e incontri talvolta nasce in noi un senso di solitudine. Dobbiamo ricordare o sapere che sentirci soli dipende però da cosa pensiamo. Prova allora a chiederti cosa pensi quando ti senti triste o sei arrabbiato o quando ti senti solo e infelice cosa pensi? Perché ogni emozione che proviamo dipende da un pensiero che abbiamo e ricorda che un pensiero c’è sempre più o meno inconsapevole ma c’è, pertanto l’impegno sarà allora cambiare i tuoi pensieri e cambiare i pensieri significa cambiare la vita e cambiare vita non necessariamente significa stravolgerla, ma apportare quei piccoli o grandi cambiamenti che ti permettono di vedere le cose in un’ottica differente dando valore a quelle cose che prima magari trascuravi ed eliminare quelle che forse davi troppo importanza.
Sappiamo che le nostre emozioni sono il risultato di una valutazione di ciò che accade a noi e attorno a noi, quindi necessariamente si va nel passato e lì in quell’archivio della memora cercare il fatto in se e trovatolo bisogna fare lo sforzo di analizzare il giudizio che gli avevi dato, ma soprattutto dovrai analizzare il giudizio che gli stai dando ora, il passato non c’è più il futuro non è ancora arrivato e c’è solo il presente ed è questo che determina la tua reazione.
Noi abbiamo la convinzione che le emozioni siano incontrollabili, invece dipendono da cosa ci succede e da cosa fanno gli altri per noi, gli studi dei tecnici del settore della psicologia dicono che reagiamo alle emozioni secondo la cultura di quel momento e l’esterno quello che vedi attorno a te ci dice come comportarci. Quindi il giudizio determina l’emozione positiva o negativa che provi e questo condiziona la nostra vita e il più delle volte non ci rende felici, pertanto per esserlo veramente dovrai analizzare le regole e le convinzioni che hai dentro di te. La vera discriminante è cosa credi tu e non cosa credono gli altri, è quello che sei e fai tu senza condizionamenti esterni, le tue regole o le regole comuni come le vivi faranno la differenza. La tua fede ti indicherà un percorso ma sarai tu a scegliere come reagire, come sentirti. Lo sforzo è uscire dagli schemi che la società c’impone e rimettere ordine in quella scala dei valori che abbiamo e nella quale ci dobbiamo confrontare per verificarli e rinnovarli o cambiarli attraverso però una riflessione seria non condizionata, intelligente e pratica.
Rivedi le tue emozioni e ricorda che non ce ne sono di cattive e sarà solo la tua valutazione difronte ad un evento che determinerà la tua emozione nel giudizio e nella valutazione che ne farai, quindi se hai emozioni negative in alcuni settori del tuo vivere fermati perché è un segnale di disagio che va analizzato perché potresti essere distratto dalla vita stessa e giudicare un evento in modo scorretto creandoti un’emozione sbagliata senza rendertene conto. Il confronto con altri e altre situazioni ti aiuteranno ad avere un quadro migliore dell’evento che si sta compiendo o si è compiuto.
Alla fine le tue emozioni saranno il frutto del tuo pensiero, qualcuno sostiene che ci sono reazioni alle nostre emozioni che sono incontrollabili, come abbiamo accennato, ma non è così, quindi la realtà non conta ma conta solo cosa pensi tu. Libera i pensieri e libererai le emozioni, solo se riuscirai a comprendere la realtà senza lasciarti condizionare dagli schemi sari profondamente felice e libero. Educa il tuo cuore a credere in te stesso, a dare il giusto peso alle situazioni, rinnova la tua fede in Dio, chiedi allo Spirito Santo che ti illumini sempre nel leggere le situazioni della vita senza lasciarti condizionare dal pensiero di molti e verifica nel tuo cuore. Ricorda sempre che la vita dipenderà da come tu saprai affrontarla se con serenità, carità e amore, nella fatica, nell’impegno e nella gioia, allora i risultati che otterrai personalmente saranno la risposta alle tue emozioni.
Volersi bene significa star bene con se stessi e solo quando saprai vivere così stari bene con tutti e sarai capace di vivere, aiutare e camminare. Inizia a fare a te e agli altri quello che desideri che gli altri facciano a te, il Vangelo è sempre il grande maestro di vita, da Lui impariamo a conoscerci, ad amarci e ad amare con il suo Cuore.
Due immagini del vangelo di Marco (5,21-43) ci possono indicare la strada del cambiamento te le lascio perché diventino occasione di riflessione e di preghiera.
“Essendo passato di nuovo Gesù all’altra riva, gli si radunò attorno molta folla, ed egli stava lungo il mare. Si recò da lui uno dei capi della sinagoga, di nome Giàiro, il quale, vedutolo, gli si gettò ai piedi e lo pregava con insistenza: «La mia figlioletta è agli estremi; vieni a imporle le mani perché sia guarita e viva». Gesù andò con lui. Molta folla lo seguiva e gli si stringeva intorno.
Or una donna, che da dodici anni era affetta da emorragia e aveva molto sofferto per opera di molti medici, spendendo tutti i suoi averi senza nessun vantaggio, anzi peggiorando, udito parlare di Gesù, venne tra la folla, alle sue spalle, e gli toccò il mantello. Diceva infatti: «Se riuscirò anche solo a toccare il suo mantello, sarò guarita». E subito le si fermò il flusso di sangue, e sentì nel suo corpo che era stata guarita da quel male. Ma subito Gesù, avvertita la potenza che era uscita da lui, si voltò alla folla dicendo: «Chi mi ha toccato il mantello?». I discepoli gli dissero: «Tu vedi la folla che ti si stringe attorno e dici: Chi mi ha toccato?». Egli intanto guardava intorno, per vedere colei che aveva fatto questo. E la donna impaurita e tremante, sapendo ciò che le era accaduto, venne, gli si gettò davanti e gli disse tutta la verità. Gesù rispose: «Figlia, la tua fede ti ha salvata. Va’ in pace e sii guarita dal tuo male». Mentre ancora parlava, dalla casa del capo della sinagoga vennero a dirgli: «Tua figlia è morta. Perché disturbi ancora il Maestro?». Ma Gesù, udito quanto dicevano, disse al capo della sinagoga: «Non temere, continua solo ad aver fede!». E non permise a nessuno di seguirlo fuorché a Pietro, Giacomo e Giovanni, fratello di Giacomo. Giunsero alla casa del capo della sinagoga ed egli vide trambusto e gente che piangeva e urlava. Entrato, disse loro: «Perché fate tanto strepito e piangete? La bambina non è morta, ma dorme». Ed essi lo deridevano. Ma egli, cacciati tutti fuori, prese con sé il padre e la madre della fanciulla e quelli che erano con lui, ed entrò dove era la bambina. Presa la mano della bambina, le disse: «Talità kum», che significa: «Fanciulla, io ti dico, alzati!». Subito la fanciulla si alzò e si mise a camminare; aveva dodici anni. Essi furono presi da grande stupore. Gesù raccomandò loro con insistenza che nessuno venisse a saperlo e ordinò di darle da mangiare”.
La prospettiva cambia quando ti fidi del Signore.
@unavoce
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