indifferenza

“Dio, concedimi la serenità di accettare le cose che non posso cambiare, il coraggio di cambiare le cose che posso, e la saggezza per conoscere la differenza” (Reinhold Niebuhr)

 

La vita talvolta riserva momenti diffcili da vivere e da superare e differenti sono i modi di come reagire e/o porsi difronte a questi, uno dei modi per affrontare i momenti di maggior difficoltà è con “la Santa indifferenza” ignaziana.

Sant’Ignazio di Loyola che forse conosciamo poco e di cui però certamente abbiamo sentito parlare è il fondatore della Compagnia di Gesù, i Gesuiti, l’ordine religioso da cui proviene Papa Francesco o forse lo conosciamo per il famoso testo degli Esercizi Spirituali che scrisse dopo la sua conversione avvenuta in seguito al ferimento nella Battagia di Pamplona, essendo un cavalliere del corte reale spagnola.

Ora, detto questo come breve introduzione, se ci fermiamo sulla parola e il suo effetto sembrerebbe sconvenite questo atteggiamento, essere indifferenti quando tutti e tutto ci richiama all’attenzione, all’accorgersi, al prodigarsi nella vita sia privata che famigliare e pubblica, ad esserci, ad operare … capite allora che forse potrebbe suscitare fraintendimento, ma cerchiamo di comprenderne lo spirto per trarne beneficio, educarci e crescere non solo umanamente ma anche cristianamente.

Parlare di indifferenza, anche se santa, si rischia di leggerlo in modo negativo, però non è così nel pensiero del Santo, pertanto forse potremmo usare oggi queste espressioni: “prendere tutto con distacco, con serenità; non essere attaccati a niente”. Con queste premesso e il rimando ad alcune sottolineature ci aiuteranno a comprendere il senso di questa espressione.

“sant’Ignazio presenta una virtù necessaria per la sana gestione della creazione: l’indifferenza spirituale. Si tratta di un atteggiamento interiore da assumere e coltivare. L’indifferenza spirituale è indicata all’inizio del percorso degli esercizi, in realtà però essa accompagna tutto l’itinerario e cresce col tempo. Non si tratta di una indifferenza che disprezza il mondo; è invece una indifferenza «santa», che aiuta a cercare e trovare la volontà di Dio. È una virtù metodologica, serve a trovare la volontà di Dio e subito dopo si trasforma in responsabilità personale e in serietà”. (cfr. angolodicielo)

“L’affascinante percorso parte dalla scoperta dell’amore di Dio per la persona. Nel Principio e Fondamento, posto ad incipit del testo si legge che: “l’uomo è creato per lodare, riverire e servire Dio nostro Signore, e così raggiungere la salvezza; le altre realtà di questo mondo sono create per l’uomo e per aiutarlo a conseguire il fine per cui è creato. Da questo segue che l’uomo deve servirsene tanto quanto lo aiutano per il suo fine, e deve allontanarsene tanto quanto gli sono di ostacolo. Perciò è necessario renderci indifferenti verso tutte le realtà create (in tutto quello che è lasciato alla scelta del nostro libero arbitrio e non gli è proibito), in modo che non desideriamo da parte nostra la salute piuttosto che la malattia, la ricchezza piuttosto che la povertà, l’onore piuttosto che il disonore, una vita lunga piuttosto che una vita breve, e così per tutto il resto, desiderando e scegliendo soltanto quello che ci può condurre meglio al fine per cui siamo creati”. (cfr. acistampa)

“La santa indifferenza, contrariamente a quanto sembra, è un atteggiamento di profonda spiritualità.
“E’ perciò necessario renderci indifferenti in tutte le cose create … solamente scegliendo e desiderando quello che più ci conduce al fine per cui siamo creati. Un credente nonostante i canti delle sirene, le prove e la zizzania punta tutto su Gesù, considera Lui il bene più prezioso. Un sereno distacco da tutto ciò che ci assilla, da tutto ciò che è meno di Dio aiuta ad essere disponibili per Lui! La santa indifferenza è perciò la via che ci rende liberi da tutto e da tutti perché ci sentiamo amati dal Signore e questo, in ogni situazione della vita, è ciò che ci basta. Essere indifferenti significa non avere preconcetti rispetto a niente, per trovare il Padre in ogni occasione. Questa non è apatia, ma scoperta e presenza di Qualcuno nella vita di tutti i giorni ed in ogni situazione”.
(cfr. sangiuseppedalmine)

Comprendete ora che la “santa indifferenza” di cui si parla non è menefreghismo, guardare dall’altra parte per non sentire e non vedere o non essere coinvolti, ma è un atteggiamento del cuore e una libertà interiore che ci permette di vivere quello che abbiamo scelto. Non significa non dare importanza alle cose, anzi significa dare importanza alle cose che contano e che possono fare la differenza, anche quelle che ci sembrano vitali, come la malattia. Indifferenza non significa non curarsi ma mettersi nella dinamica di vivere sapendo che ogni cosa ha una soluzione anche quelle che non ci piacciono e l’indifferenza allora sarà dare valore al cuore delle situazioni senza cadere nella tentazione della disperazione, dell’abbandono della frustrazione. Indifferenza santa che non è immobilismo ma vivere con uno sguardo che sa andare oltre senza lamentarsi.

“E’ questa una grazia da chiedere al Signore perché possiamo sempre essere liberi da ciò che ci può turbare”.

IL testo degli Esercizi Spirituali (potrebbe essere una lettura interessate da fare) difficilmente è proposto ai laici ma solitamente viene messo al termine della formazione sacerdotale o religiosa o in momenti particolare di scelte, prima dei voti o dell’Ordine Sacro. Una esperienza impegnativa che rivoluziona la vita e che potrebbe essere occasione anche per molti che pur avendo scelto un’altra vocazione però vogliono vivere il vangelo in modo vero ed autentico.

Per ora ci basti fermarci con intelligenza davanti alle cose imparando a valutarle per quello che sono, senza dare troppo peso alle cose che ci fanno star male inutilmente, indifferenti non per non vivere o interagire o non essere protagonista della vita personale e comunitaria ma indifferenti per essere veri e positivi, una indifferenza santa e spirituale.

Quindi impariamo a vivere il distacco (santa indifferenza) dalle cose, per essere lucidi nell’esserci e togliamo l’indifferenza che invece è solo un gesto egoistico per pensare solo a noi stessi. La santa indifferenza ci rende liberi e capaci di amare e di lasciarci amare da Dio.

@unavoce

 

Foto di Copertina: fonte