Le tre colonne della vita Sacerdotale e di ogni cristiano

 

“Agnoscite Quod Agitis, Imitamini Quod Tractatis”. Queste parole pronunciate dal Vescovo nel giorno dell’Ordinazione Sacerdotale così si possono tradurre: “riconoscete ciò che fate, imitate (nella vita) ciò che fate (sull’altare)” e ancora risuonano nella mia mente e nelle mie preghiere. Una frase che avevamo davanti ogni giorno scendendo nella Cappella del Seminario a pregare, erano incise sull’Altare e sono impresse nel mio cuore a monito e guida del mio cammino di cristiano e di sacerdote, parole non sempre facili da seguire, ma obiettivo da perseguire sempre.

Ora, potremmo fare teorie e programmi e ci sono e scrupolosamente proposti e seguiti dalla Chiesa per la formazione di chi tra il popolo santo di Dio segue la vocazione al Sacerdozio. Non più “novello” con alle spalle un po’ di esperienza e molti errori, oggi rifletto ad alta voce con chi tra voi, paziente lettore di queste poche e povere righe che hanno il solo scopo di animare la comunità cristiana che mi è affidata e vogliono essere una semplice voce, “una voce” tra le mille che parlano o gridano nell’etere, per parlare della Chiesa e dell’amore che dobbiamo ad essa, Sposa di Cristo e del Suo Vicario in terra, segni terreni di quell’amore per il Paradiso che dobbiamo avere tutti.

Non posso, scrivendo questi umili pensieri e non pensare al sogno di don Bosco: “Figuratevi di essere con me sulla spiaggia del mare, o meglio, sopra uno scoglio isolato e di non vedere altro spazio di terra, se non quello che vi sta sotto i piedi. In tutta quella vasta superficie delle acque si vede una moltitudine innumerevole di navi ordinate a battaglia, le prore delle quali sono terminate da un rostro di ferro acuto a mo’ di strale, che ove è spinto ferisce e trapassa ogni cosa. Queste navi sono armate di cannoni, cariche di fucili, di altre armi di ogni genere, di materie incendiarie, e anche di libri, e si avanzano contro una nave molto più grossa e più alta di tutte loro, tentando di urtarla col rostro, di incendiarla o altrimenti di farle ogni guasto possibile. A quella maestosa nave arredata di tutto punto, fanno scorta molte navicelle, che da lei ricevono i segnali di comando ed eseguiscono evoluzioni per difendersi dalle flotte avversarie. Il vento è loro contrario e il mare agitato sembra favorire i nemici. In mezzo all’immensa distesa del mare si elevano dalle onde due robuste colonne, altissime, poco distanti l’una dall’altra. Sovra di una vi è la statua della Vergine Immacolata, a’ cui piedi pende un largo cartello con questa iscrizione: – Auxilium Christianorum; (Aiuto dei Cristiani) – sull’altra, che è molto più alta e grossa, sta un’Ostia di grandezza proporzionata alla colonna e sotto un altro cartello colle parole: Salus credentium (Salvezza dei credenti). (cfr. parrocchiadonbosco)

L’interpretazione del sogno è evidente e comunque vi rimando a leggere il continuo che vi ho citato. La vocazione è quella di seguire Cristo, vocazione comune ma vocazione ancor più bella per chi decide di consacrarsi a Lui e alla Chiesa per servirLo e poterLo far conoscere pur in questa società che oggi più del passato contesta tutto e tutti per poi accettare le affermazioni più banali, ma questa è la sfida più ardua e qui, in un mondo liberale, proporre un messaggio di un amore libero che pur nella libertà del cuore propone un legame di vero amore, risulta essere un messaggio che oggi più che mai sembra non attecchire.

Fare il prete, essere prete, seguire Cristo, il Suo Vangelo nella Chiesa con la Chiesa e per la Chiesa è lo scopo della mia vocazione Sacerdotale. Non c’è stata una chiamata particolare, ma un qualche cosa d’inspiegabile per il quale dovevo seguire Cristo. Non ho avuto visioni o parole particolari, provengo da una famiglia normale però ho avuto parroci e sacerdoti santi accanto che mi hanno educato e dai quali ho preso esempio e passione per annunciare il Vangelo con l’amore per la liturgia e la preghiera come strada privilegiata per arrivare al cuore di tutti. La S. Messa quotidiana è stata l’esperienza che più mi ha coinvolto, il sorriso e la serenità dei sacerdoti della mia fanciullezza e la serenità della formazione hanno poi fatto il resto.

Tutto questo però, ovviamente, non è garanzia di successo e di non compiere errori, così anch’io come altri ho fatto molti errori ma ho trovato nei miei superiori una guida, sempre pronti a richiamarmi ma anche ad indicarmi la strada e questo è il compito che poi ogni Pastore deve compiere per se e per il popolo a lui affidato.

Ho incontrato nel cammino della mia vita persone sante e lungimiranti, innamorate di Dio e attraverso i loro incontri e molte letture, soprattutto della spiritualità francese e della teologia liturgica, hanno formato il cuore, una formazione che continua e si aggiorna quotidianamente attraverso gli studi di teologia, di liturgia, di spiritualità, di storia, di diritto continuo … e il mio fragile cammino di sacerdote prosegue animato dallo studio  e alimentato e sorretto dalla preghiera personale e della gente, aiutato dalle indicazioni della Chiesa che nei superiori di ieri e di oggi ci indica e segue il nostro cammino.

Innamorato della Chiesa e del Papa, che sono quegli elementi terreni che ci tengono uniti al cielo e alle cose del cielo, senza critiche, ma con amore e confronto sereno, che pur con una povera intelligenza  ubbidisce e attraverso uno sguardo lungo mi affido ogni giorno al Signore e alla Sua Chiesa. Prima di fare cerco di essere, prima di annunciare cerco di vivere e questi pensieri ad alta voce per dirvi: amate la Chiesa, il Papa i vostri Pastori, il vostro Sacerdote, pregate per loro e prima di giudicare la religione e la fede e i suoi pastori amate il Signore e impariamo tutti ad essere testimoni autentici con la vita della fede che professiamo. Chiedete al sacerdote che vi parli di Cristo, che celebri i Sacramenti, che vi doni l’Eucarestia e la Parola di Dio prima di altro, curate le vostre chiese, la dignità delle persone cresce nella dignità della vita e dei luoghi che abitiamo. Molto si potrebbe dire e scrive sul sacerdozio ma non sono né teologo né un santo ma solo un semplice sacerdote alla periferia che ama la sua Chiesa e il suo popolo in questo servizio particolare alle Forze Armate.

Vedere criticare Chiesa e Sacerdoti, pur nella consapevolezza degli errori di molti, non giustifica però questo scarso attaccamento delle nostre comunità, la poca attenzione e passione che abbiamo umilia la nostra vita cristiana, pertanto dobbiamo recuperare e testimoniare ognuno con la sua vita e attraverso la propria vocazione di vita, questa passione e questo amore.

Sono cresciuto all’oratorio salesiano e tre cose ci hanno insegnato e porto da sempre nel cuore e nella vita e torniamo al sogno di don Bosco che vi ho riportato poc’anzi: L’Eucarestia, la devozione a Maria e l’amore al Papa, questo movimento interiore spirituale dell’anima guida il mio Sacerdozio.

Pregate per il Papa e la Chiesa, per i Sacerdoti perché siano sempre quel segno di contraddizione e di speranza per il mondo. “Per la Chiesa bisogna saper tacere e soffrire”, ricordava il prof. Giuseppe Lazzati, un professore laico, possano essere anche la nostra forza: silenzio, preghiera e una capacità di accogliere la vita per quello che è confrontandoci sempre con il Vangelo, anche quando non ci piace, quando la pensiamo in modo diverso o lo vorremmo in un altro modo sapendo che il maligno è sempre alle porte e si veste di perbenismo.

@unavoce

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