Rimanere nell’amore

 

«Io sono la vera vite e il Padre mio è il vignaiolo. Ogni tralcio che in me non porta frutto, lo toglie e ogni tralcio che porta frutto, lo pota perché porti più frutto. Voi siete già mondi, per la parola che vi ho annunziato. Rimanete in me e io in voi. Come il tralcio non può far frutto da se stesso se non rimane nella vite, così anche voi se non rimanete in me. Io sono la vite, voi i tralci. Chi rimane in me e io in lui, fa molto frutto, perché senza di me non potete far nulla. Chi non rimane in me viene gettato via come il tralcio e si secca, e poi lo raccolgono e lo gettano nel fuoco e lo bruciano. Se rimanete in me e le mie parole rimangono in voi, chiedete quel che volete e vi sarà dato. In questo è glorificato il Padre mio: che portiate molto frutto e diventiate miei discepoli. Come il Padre ha amato me, così anch’io ho amato voi. Rimanete nel mio amore. Se osserverete i miei comandamenti, rimarrete nel mio amore, come io ho osservato i comandamenti del Padre mio e rimango nel suo amore. Questo vi ho detto perché la mia gioia sia in voi e la vostra gioia sia piena. Questo è il mio comandamento: che vi amiate gli uni gli altri, come io vi ho amati. Nessuno ha un amore più grande di questo: dare la vita per i propri amici. Voi siete miei amici, se farete ciò che io vi comando. Non vi chiamo più servi, perché il servo non sa quello che fa il suo padrone; ma vi ho chiamati amici, perché tutto ciò che ho udito dal Padre l’ho fatto conoscere a voi. Non voi avete scelto me, ma io ho scelto voi e vi ho costituiti perché andiate e portiate frutto e il vostro frutto rimanga; perché tutto quello che chiederete al Padre nel mio nome, ve lo conceda. Questo vi comando: amatevi gli uni gli altri. (Gv 15,1-17)

Un anno pastorale finisce (quello della nostra comunità) un cammino dove ci siamo posti degli obiettivi da raggiungere  che di anno in anno seguono un tema per crescere nell’amore e nella conoscenza di Dio e delle cose di Dio da vivere nel nostro quotidiano. Il prossimo mettendolo nelle mani del Signore perché il nostro impegno possa sempre portare frutti e benedizioni celesti per la comunità si riaprirà ad ottobre affidando questi mesi al tempo del riposo fisico e occasione per rigenerarsi con la mente e con l’anima senza abbandonare la pregheira. ela vita Sacramentale.

Le parole dell’Evangelista Giovanni che ho riportato in apertura per condividere con voi questi pensieri e introdurci a quella che sarà la proposta pastorale per la nostra comunità per il prossimo anno dal titolo La Bellezza di Dio nella Liturgia che trovate nella pagina delle lettere e che con questo articolo voglio presentarvi.

Con la consapevolezza che la costanza, la fedeltà, la perseveranza in nessun ambito della vita e quello religioso pure, non è sempre facile, vogliamo orientare il nostro cammino in questo prossimo anno pastorale alla liturgia e alla preghiera, personale e comunitaria, perché nonostante i nostri sforzi subisce talvolta il fluttuare del nostro vivere, pertanto educarsi ed educare alla vita Sacramentale sarà la strada per recuperare sia i vicini che i lontani attraverso la ritualità, la gestualità, la bellezza. Saranno questi gli strumenti concreti per raccogliere, tener vicino, aiutare, assistere, soccorrere noi e gli altri. Dalla Liturgia e dalla preghiera parte tutta l’opera, la presenza e la vita della Chiesa e rimanere nell’amore di Dio è il nostro principale obiettivo.

Oggi l’esperienza e la difficoltà di coinvolgere la comunità e i singoli in incontri, catechesi, riunioni, conferenze, come abbiamo sempre fatto, non è più così facile e così scontato, solo un piccolo gruppo rimane fedele e anche queste file pian piano si assottigliano forse per la poca nostra preparazione, non so, ma il fatto è questo. Non diminuiscono però le file e i momenti di preghiera nei santuari, nei luoghi di culto, nei cammini e nei pellegrinaggi, attraverso le feste di paese o delle confraternite, attraverso le processioni o altre tradizioni che, sembrando fuori moda e non adatte ai tempi, sono però un segnale del nostro quotidiano. Oggi siamo alla ricerca di benessere, di semplicità, di naturalità nel cibo, nel vivere, nel vestire e tutto questo ci parla allora di qualche cosa che va recuperato e vissuto in modo consapevole, nuovo e credo pertanto essere anche la strada per “rimanere” accanto, per rimanere nell’amore di Dio e aiutare a rinnovarsi. Molti cattolici cristiani non vanno più alla S. Messa, alle catechesi, non frequentano assiduamente le parrocchie o la vita della Chiesa, però per motivi sentimentali e legami di vario livello partecipano a Matrimoni, Battesimi, Funerali, celebrano anniversari e ricorrenze, visitano santuari, fanno pellegrinaggi, partecipano alle feste patronali e anche se per abitudine o tradizione però ci sono e forse per alcuni di loro potrebbe essere l’unica strada per “rimanere” e per rimanergli accanto, ecco perché dico e credo che la liturgia e la preghiera liturgica, la ritualità, i segni … potranno essere la strada del “rimanere” e del rinnovarsi nel riprendere un cammino che con il tempo si è assopito.

Per questo dobbiamo educarci ed educare alla preghiera liturgica, attraverso una maggiore comprensione e partecipazione con un cammino di formazione facendo scorgere il “Mistero” attraverso questi strumenti umani che la tradizione e la storia ci hanno consegnato dagli Apostoli ad oggi, da Cristo ad noi. Non a caso il Signore compiva gesti, compiva delle ritualità nel quotidiano e da queste annunciava il Regno di Dio.

Non voglio escludere tutto il resto ovviamente «I poveri li avete sempre con voi» (Mc 14,7) ma portare la vostra attenzione su questo percorso per partire e ripartire da ciò che ci è più famigliare e recuperare quei valori che sono l’essere del cristiano: la partecipazione all’Eucarestia, la Preghiera personale e comunitaria, l’amore per la Chiesa, non concetti astratti ma vita concreta e vissuta e allora la ritualità che pur se cambia nel tempo e nella storia ha le sue logiche, i suoi modi e costumi, attraverso le giuste applicazioni come ci viene indicato dalla Chiesa diventa una vera formazione e strumento efficace di comunicazione, di condivisione, di fede vissuta, di momento unificante, aggregante e distintivo. E’ dall’Eucarestia che parte tutto, dalla preghiera inizia la vita della Chiesa e da qui allora dobbiamo partire per arrivare ad essere nel mondo e per il mondo, senza dimenticare che siamo fatti per il cielo, per Dio.

@unavoce

 

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