Educa 

Un giorno Gesù si trovava in un luogo solitario a pregare. I discepoli erano con lui ed egli pose loro questa domanda: «Le folle, chi dicono che io sia?». Essi risposero: «Giovanni il Battista; altri dicono Elìa; altri uno degli antichi profeti che è risorto». Allora domandò loro: «Ma voi, chi dite che io sia?». Pietro rispose: «Il Cristo di Dio». Egli ordinò loro severamente di non riferirlo ad alcuno. «Il Figlio dell’uomo – disse – deve soffrire molto, essere rifiutato dagli anziani, dai capi dei sacerdoti e dagli scribi, venire ucciso e risorgere il terzo giorno». (Luca Lc 9,18-22)

Se un libro non ha due o trecento anni non sempre vale la pena leggerlo, così diceva un vecchio saggio, credo e non sono io a dirlo, ma leggere è certamente un arricchimento, un viaggio nel mondo, nel pensiero, negli eventi e aiuta a distogliere la mente dai pensieri della nostra vita che talvolta diventano pesanti. Oggi si legge poco e forse anche per questo che si rischia di parlare in modo superficiale e di lamentarsi sempre, invece la lettura e la conoscenza ci aiutano ad accorgerci, a stupirci, a conoscere per avere un pensiero ricco, pieno, costruttivo. Io ringrazio gli anni della mia scuola e della mia formazione, dove al liceo, un grande professore di letteratura, ma erano tutti molto bravi, ci appassionarono alla cultura, alle lettere, all’arte, alla filosofia e ci hanno insegnato a conoscere e a confrontare le idee per vivere in modo autentico e ricco, una ricchezza che ha non solo un valore fisico ma spirituale e intellettuale che ci ha permesso e ci permette oggi di riflettere sulle cose e le situazioni, la fede e la ragione in modo pieno, pertanto vi invito a leggere, leggere di tutto partendo magari da quello che vi piace ma conoscere e eleggere ci aiuta ad apre la mente, a ragionare in modo obiettivo e oggettivo e a coltivare la vita in modo bello.

Proprio con questi sentimenti mi è capitato tra le mani un testo: “I fratelli Karamazov” di Fëdor Dostoevskij, forse una lettura che non è invitante per la mole di pagine e per i contenuti, ma credo che non si possa non conoscere questo testo, come anche altri, che formano un bagaglio importante nelle nostra vita per confrontarci con essa.

“Fedor Karamazov, uomo abietto e dissoluto, incapace d’amare, ha quattro figli: Dimitrij, violento e passionale, ma anche generoso Ivàn, raffinato intellettuale ateo, incapace di accettare le incongruenze del mondo Alësa (o in altre traslitterazioni Aljoscia), illuminato dalla fede e dall’amore per il prossimo, novizio nel convento di padre Zosima Smerdjakov, illegittimo ed epilettico, tenuto in una condizione di servo che alimenta l’odio verso il padre e i fratelli. Grusenka, bellissima usuraia pronta a concedersi per denaro, suscita una sfrenata passione nel vecchio Fedor e in Dimitrij, approfondendo l’abisso che li divide. Quando Fedor viene trovato ucciso è accusato Dimitri, Ivàn scopre però che è stato Smerdjakov, istigato dalle sue teorie sulla necessità del delitto. Sconvolto vorrebbe accusarlo, ma così emergerebbero le sue responsabilità. Dimitrij viene condannato e deportato in Siberia e Smerdjakov si uccide. L’angoscia procura a Ivàn tremende allucinazioni. Crede di parlare con Satana e gli estenuanti colloqui distruggono il suo equilibrio psichico. Rimane solo Alësa, impotente testimone della tragedia. Con intatta fede negli uomini riunisce intorno a sé un gruppo di ragazzi. Solo lui si innalza su tutti luminoso: non riesce a essere, come avrebbe voluto l’autore, il vero protagonista, ma nella sua buona fede e candore, accogliendo con spirito religioso gli avvenimenti, gli sfoghi e le confessioni dei fratelli, diventa il naturale commentatore della vicenda”. (cfr. libraccio)

Proprio tra queste le pagine di questa storia triste e complicata c’è una pagina che non possiamo far passare inosservata, una pagine di fede, di speranza, di passione e amore, ve ne riporto una citazione che ci può aiutare nella nostra crescita spirituale. Dostoevski scrittore e filoso Russo dell’800 ci offre molte riflessioni e questa, che vi riporto, direi che è molto pregnante e credo che possa contribuire alla nostra crescita spirituale e culturale: “Giovane, non dimenticare la preghiera. Ogni volta che preghi, se la tua preghiera è sincera, in essa baluginerà un nuovo sentimento e una nuova idea che prima non conoscevi e che ti ridarà nuova forza; e capirai che la preghiera è crescita”CONTINUA  

La preghiera educa, questo è il sunto della sua riflessione e questo è il messaggio che vorrei lasciarvi non aggiungo molto altro, ma vi rimando alla lettura della citazione in modo completo e del romanzo integrale. Riprendere letture o fare letture dei classici, se forse ci può sembrare pesante, vi assicuro che vi darà la gioia di una mente libera, aperta, attenta e capace di leggere la vita e gli eventi in modo nuovo.

Scriveva Cesare Pavese: “Leggendo non cerchiamo idee nuove, ma pensieri già da noi pensati, che acquistano sulla pagina un suggello di conferma. Ci colpiscono degli altri le parole che risuonano in una zona già nostra – che già viviamo – e facendola vibrare ci permettono di cogliere nuovi spunti dentro di noi”.

Vi ho riportato in apertura le parole dell’Evangelista Luca che ricorda la domanda provocatoria di Gesù ai suoi discepoli, una domanda che risuona per ognuno di noi e che la risposta possiamo trovarla, appunto attraverso la preghiera.

“Il valore della preghiera e il suo vero significato si manifestano nelle scelte che si compiono e dalle quali dipende la realizzazione della nostra vocazione. La preghiera, infatti, è il tempo in cui porsi davanti a Dio in una relazione dialogica per discernere la sua volontà e distinguerla dalle proprie aspettative”. (cfr. materecclesia)

Ecco, cari amici, questi spunti di riflessione per invitarvi ad appassionarvi alla lettura e per educarci a pregare attraverso una preghiera che ci fa fermare per pensare seriamente alle cose del nostro vivere quotidiano. Oggi si parla molto e si pensa poco, forse è il tempo di fermarci in ginocchio davanti al Tabernacolo per lasciarci educarci alla scuola di Gesù.

@unavoce

Foto di Copertina: Chiesa Parrocchia dei Militari “Madonna di Loreto” – 15° Stormo