Come una sinfonia

 

Cerchiamo tutti, in differenti modi, di essere accettai, accolti, di vivere in relazioni sane, con fraternità, rispetto ma alla fine sembra che siano solo belle parole perché poi ci isoliamo o frequentiamo solo persone che la pensano come noi e qui non si tratta di amicizia, ovvio ci sono categorie di persone che si trovano meglio insieme, ci sono categorie e livelli d’interesse e di conoscenza che unisce le persone, ma nel profondo del cuore abbiamo tutti un sogno: vivere in pace e serenità con dignità le nostre vite e le nostre vocazioni, le nostre scelte e in questo ci dobbiamo confrontare con la vita, il lavoro, la salute, la cultura, la società, i luoghi e le varie persone e pur desiderando pace e serenità creiamo distanza, ghettizziamo alcune categorie e altre con giustificazioni più o meno plausibili le teniamo lontane.

Alcuni sembrano desiderare di più un mondo interconnesso ma alla fine alcune frange sono estreme portando dissapori e limiti alla società. Ci concentriamo sui giovani perché hanno ancora la bellezza del sogno e della fantasia, forse poco il coraggio, almeno ultimamente, ma c’è nel loro cuore il desiderio grande di successo e credo che per ottenere questo sia necessario buttarsi, rischiare, investire, impegnarsi pertanto per raggiungere questi obiettivi ci vuole coraggio mantenendo la bellezza del sogno che si vuole realizzare. 

Ora, tutto questo solo per introdurre una riflessione sull’accoglienza, sull’accorgersi, sullo stupirsi delle cose per creare una cultura della cura come ci ha ricordato il Papa.

Tutti rivendichiamo diritti, proprietà, giustizia e ci limitiamo nell’accogliere chi la pensa in modo differente e il limite in questo che non si realizza è perché da tutte le parti manca il rispetto, non è problema di non pensare come altri, di vedere le cose in modi differenti, di credere in modo diverso, ma è la fatica di stare insieme, di accettare delle regole che ci permettano di convivere pacificamente, perché vogliamo quello che hanno altri aumentando nel cuore invidie e gelosie e queste ci portano al limite della vita corretta e non sulla strada della vera realizzazione di essa. 

La parola di Gesù al riguardo dice: “Gesù, chiamata di nuovo la folla, diceva loro: «Ascoltatemi tutti e comprendete bene! Non c’è nulla fuori dell’uomo che, entrando in lui, possa renderlo impuro. Ma sono le cose che escono dall’uomo a renderlo impuro». Quando entrò in una casa, lontano dalla folla, i suoi discepoli lo interrogavano sulla parabola. E disse loro: «Così neanche voi siete capaci di comprendere? Non capite che tutto ciò che entra nell’uomo dal di fuori non può renderlo impuro, perché non gli entra nel cuore ma nel ventre e va nella fogna?». Così rendeva puri tutti gli alimenti. E diceva: «Ciò che esce dall’uomo è quello che rende impuro l’uomo. Dal di dentro infatti, cioè dal cuore degli uomini, escono i propositi di male: impurità, furti, omicidi, adultèri, avidità, malvagità, inganno, dissolutezza, invidia, calunnia, superbia, stoltezza. Tutte queste cose cattive vengono fuori dall’interno e rendono impuro l’uomo»”. (Marco 7,14-23)

Questo ci pone allora davanti ai gesti e alle parole che compiamo e noi cristiani, in modo particolare, ma per tutti è importante essere capaci di convivere con fraternità, senza litigare, senza abusare, senza recriminare, senza distruggere per conquistare. Ovvio che i principi sono validi per tutti ma poi tra il genere umano s’annida il male, il peccato che ammala il cuore creando quel cibo che entra nella nostra vita e che esce limitandola.

La bellezza del mondo è nella sua varietà, la bellezza della libertà è nelle sue varianti, nei suoi colori, la bellezza della dignità è nell’insieme di suoni e rumori, forme e disegni differenti che messi in concerto formano una vera sinfonia della vita. Ognuno ha il suo strumento, ognuno la sua partitura da eseguire nel tempo giusto ma se perdiamo di vista il direttore dell’orchestra si rischia di andare fuori tempo, di non eseguire la sinfonia nel modo corretto e le stonature arrecano disagio sia in chi la compie sia in chi le ascolta.

Il mondo ha bisogno di ogni nota, il mondo ha bisogno di ogni lettera e idioma e metterli insieme sarà il risultato per essere comprensibili e ascoltabili, pertanto ci vuole una regia ed è la regia di Dio che anima il cuore, la regia dell’amore e del rispetto, della gioia e della fraternità senza invidia ma con il desiderio di successo per tutti. La modernità ci ha portato tanti benefici nel vivere ma rischiamo di perdere di vista i valori fondamentali perché distratti dalla tecnologia che avanza e che avrebbe lo scopo di migliorare la vita e non di distruggerla o limitarla e questo dipenderà da noi. Dobbiamo tutti fermarci a riflettere e vedere come parliamo, cosa diciamo, come ci comportiamo, come accogliamo e condividiamo la vita.

Il sogno della fraternità, che Papa Francesco ha ben delineato nell’Enciclica “Fratelli tutti”, potrebbe essere una buona lettura per iniziare poi questo cammino personale e comunitario.

C’è l’urgenza oggi che il mondo viva in fraternità attraverso amore e dignità cercando sempre ciò che ci unisce e questo cammino non può essere fatto senza il supporto della preghiera, sono questi i temi dell’Enciclica che potrebbero diventare i nostri riferimenti per vivere in pienezza il vangelo. 

Partiamo dal rispettarci e dall’accogliere, dal condividere e dall’aiutarci senza dimenticare il rispetto dell’ambiente in cui viviamo. Iniziamo da noi, da casa nostra, dalle persone più vicine per allargare le braccia e lo sguardo oltre i confini del nostro orizzonte.

@unavoce

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