di parlare con i fatti

“È il tempo che tu hai perduto per la tua rosa che ha fatto la tua rosa così importante”. (Antoine de Saint-Exupéry)

 

Non dite che non c’è lavoro, che c’è crisi, che non va bene nulla, politica, religione, … si vero anche questo, ma se onestamente guardiamo tra le righe, la crisi è creta da quei nullafacenti a cui diamo credito ogni giorno: tuttologi, influencer, opinionisti, ecc. che guadagnano e parlano senza far fatica e questo perché noi crediamo alle loro fandonie e ci lasciamo condizionare, questa cari amici non è moda ma è superficialità, mancanza di valori, si vuole una “bella vita” senza far nulla e la bella vita si ha solo con la furberia, “la vita bella” invece con l’impegno e la fatica, l’onestà e la dedizione. Non studio perché non c’è poi lavoro, gli stranieri ci rubano il lavoro, il lavoro è poco pagato … e cosi via, rischiano di essere dei luoghi comuni per non impegnarci in prima persona. Ora, riflettiamo con calma, se non studi non puoi pretendere di fare il dirigente e guadagnare come tale, gli stranieri pensaci bene fanno quei lavori che non vogliamo più fare noi e gli stipendi sono adeguati alla tua professionalità e se non ne hai non puoi pretendere.

E’ solo un esempio per evidenziale con quale superficialità leggiamo le situazioni e parliamo delle cose della nostra società, ovviamente i limiti e i difetti ci sono e vanno evidenziati e dobbiamo apportare le modifiche necessarie, ma parlare senza impegnarsi è un comodo, è comodo puntare il dito e pretendere soldi senza lavorare, “i furbetti” ci sono sempre stati ma è ora di rispettare il lavoro di tutti e impegnarsi a lavorare con onestà. Criticare questo o quello non ti fa migliore di fa solo fannullone e chiacchierone e bisogna allora sperare che qualcuno ti mantenga perché dopo rimarrà solo il rimpianto delle “cipolle d’Egitto”.

Ora, questo lamento continuo, tipico di molti e noi Italiani non siamo da meno, perché idealisti, che potrebbe essere anche una buona cosa, ma di quali ideali abbiamo campato sino ad oggi, senza mettere mano alle proprie possibilità e al proprio impegno. Abbiamo avuto bianchi, neri e rossi e alla fine solo la dignità e il rispetto, l’accoglienza e l’impegno ci distinguono da altre forme di vita, che forse c’insegnano molto di più che la nostra attuale convivenza.

Non parliamo poi di religione, fede, spiritualità, si va alla ricerca della “ricetta” che ci risolva i problemi, come se fosse una bacchetta magica, ma se vuoi dimagrire devi mangiare meno e correre di più, al di là di teorie di vario genere e così in tutti i campi della vita.

E’ il tempo di non cedere a discussioni futili e senza la conoscenza delle basi, polemica e luoghi comuni fanno solo comodo per togliersi dall’impegno aspettando “la manna dal cielo”, ma senza la fede, l’impegno, il sapersi rimboccare le maniche non si può pretendere nulla.

Tutti Principi e Regine siamo diventati, senza coltivare quelle maestranze e quei lavori che ci hanno fatto grandi e primi nel mondo: con l’arte, la cultura, la musica, il cibo, la democrazia … viviamo in una zona del pianeta stupenda che è il Mediterraneo e noi siamo un pontile su questo grande specchio d’acqua dove il clima ci favorisce, impariamo allora a riprendere in mano la voglia di dignità non pretendendola per diritto divino, dimenticando i doveri, riprendiamo quei lavori e quei servizi che sono della collettività, imparando il rispetto delle persone, ogni persona e delle cose, di ogni cosa, del lavoro, di ogni lavoro.

E’ il tempo di agire insieme alle teorie, non imitiamo certi personaggi che chiacchierano promettendo o puntando il dito per poi essere i primi a non aver assolto al loro impegno pubblico o privato. Non associamoci a quel popolo del “non va bene nulla” e nulla fa per cambiare, ognuno sia quello che crede, ma con rispetto nel pretenderlo e nel darlo, insieme all’intelligenza che tutti hanno ma che deve essere usta, solo così si potrà avere un pianeta e una convivenza pacifica e serena, pulita e armonica, religiosa e spirituale.

Rispetto e umiltà, lavoro e impegno, condivisione senza futili campanilismi. “I furbetti”, questa espressione giornalistica d’autore, ci ricorda che ci sono, c’erano e ci saranno, ma la grandezza delle persone è nel fare quello che diciamo e non solo nel parlare. Sono consapevole che non è facile ma aiutandoci e insieme possiamo veramente rimettere la persona, ogni persona, al centro con uno sguardo che va al di là de proprio naso. La furbizia dove sta alla fine? Pensaci bene, sii persona degna del nome che hai, di quello che sei e puoi essere per te stesso e per il mondo e ricorda che senza passare dalla Croce non puoi pretendere la gloria, “per aspera ad astra”, un’espressione che fa eco ai testi classici come l’Eneide o nelle parole della moglie di Ercole nel testo di Seneca: “non esiste alcuna via semplice dalla terra alle stelle”, parole laiche e precristiane che fanno intuire il messaggio che Dio ci ha lasciato mandando il Suo Figlio Gesù perché ci liberasse da quel peccato di superbia che ci ha allontanato dal Suo amore. Lui ha continuato ad avere fiducia in noi, come rispondiamo allora? Con le parole dell’Evangelista Luca al capitolo 21,19 Con la vostra perseveranza salverete le vostre anime”. Possa essere l’impegno serio a riprendere questo cammino dignitoso della nostra vita, un cammino orizzontale e verticale tra di noi e con Dio.

@unavoce

 

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