la Chiesa no

 

I comandanti del Signore non sono la negazione della nostra libertà ma l’elevazione della nostra dignità

 

Continuo con i miei pensieri ad alta voce che hanno l’unico scopo di intrattenermi con la mia comunità e quei pazienti lettori sparsi qui e là e offrire un dialogo e oggi mi soffermo su questa affermazione:Dio si ma la Chiesa no”, un adagio che sentiamo molto spesso, detto per scusarsi della non partecipazione alla vita della Chiesa, dimenticando che le due cose sono inscindibili. Dio è nella vita dell’uomo attraverso la sua Chiesa, qualsiasi nome diamo a Dio e a qualsiasi religione apparteniamo i comandamenti di Dio sono immutabili e non interpretabili a piacimento o per scopi che non siano il bene e il bene di tutti e non di qualcuno e questi comandamenti della vita si comprendono alla luce della Fede una fede condivisa e alimentata nella vita della Chiesa.

Noi contestiamo solitamente le regole che la Chiesa, per parlare di quella Cattolica, nella sua storia e tradizione, ci propone e abbiamo dimenticato che scaturiscono dall’applicazione dei comandamenti, da un insieme di fede e tradizioni che se nel suo linguaggio può variare secondo i tempi storici, ma non possono venir meno nella loro essenza.

Il Papa recentemente ha parlato di una Chiesa per tuttie ha fatto bene a ribadircelo, l’amore di Dio è per tutti e tutti possono avvicinarsi a Dio con la bontà della loro vita e nell’errore e nella caduta trovare la forza per rialzarsi e ricominciare, nessuno è escluso e nessuno e dimenticato da Dio.

Il peccato, che è insito nella vita dell’uomo per la sua natura è da riconoscere con onestà e questo sarà il compito di ogni persona e della Chiesa: educarsi ed educare a scegliere il bene e allontanarsi dal male anche quel male che noi pensiamo essere bene, ecco perché la Chiesa si fa garante del bene comune e dei singoli in ogni aspetto della sua vita.

L’amore cambia e le forme, nel tempo e nella storia, nelle culture e nelle tradizioni, possono cambiare, ma il comando di Dio rimane ed è il fondamento a cui rifarsi e questo non esclude nessuno ma accoglie tutti per fare un cammino di perfezione, ricordiamo la Maddalena, Zaccheo, gli stessi discepoli, e là dove le cose non possono cambiare la vicinanza, l’amore e l’accoglienza saranno la strada per stare vicini come ha fatto Gesù, ma la Parola di Dio va rispettata nella sua essenza.

Quindi: “Dio si ma la Chiesa no” non ha senso, pur con tutti i limiti, perché è fatta di uomini e donne come tutti, ma il Suo insegnamento non possiamo cambiarlo, possiamo accettarlo o rifiutarlo, contestarlo o criticarlo pensando a chi sa quali segreti e sotterfugi abbia o la Chiesa voglia attuare, ma gli studiosi sia laici che religiosi ci indicano la strada sapendo che la Bibbia non è un romanzo ma è l’esperienza rivelata di Dio ad alcuni uomini e donne della storia del mondo, questo non lo dobbiamo dimenticare. Una Chiesa fatta di peccatori alla ricerca della perfezione della vita attraverso un cammino che dura tutto il tempo che il Signore ci concederà.

La fede sappiamo essere un dono ma coltivarla, curarla, educarla dipenderà da noi. Quindi “Dio si ma la Chiesa no” è solo un modo per tirarsi fori. Ognuno fa le sue scelte ma oggi mi rivolgo non ai lontani ma a quelli che sono nel “recinto” e che pensano di poter adeguare la Parola di Dio alle proprie idee e talvolta idee che sono elucubrazioni, rifiutando il passato e vedendo nel nuovo solo la verità. Ma cos’è la verità? Dice Gesù: “Io sono la via la verità e la vita” (Gv 14,6). Onestà intellettuale vuole che dobbiamo conoscere la nostra fede, la sua storia, il suo passato e leggerla sempre alla luce della Sua Parola e della sua Tradizione per scorgere vie nuove di annuncio e di realizzazione nel quotidiano, ma senza svendere il messaggio.

Amare chi ci ma è facile, ma il Signore ha detto ben altro e quindi la nostra chiusura verso gli immigrati o chi non ci piace, diversi o di altre opinioni come la giustifichi? Dicendo: “non possiamo andare avanti così”? Salvando il nostro orto senza pensare a quello del vicino? questo non è Vangelo e non è cristianesimo, quindi si dovrà lavorare per organizzare le situazioni, verificare i cammini, cercare sempre la verità, ma il nostro atteggiamento razzista o campanilista non ha senso, non trasformiamo la tifoseria da stadio nello stile della nostra vita senza pensare che non è merito ne colpa nostra essere nati in Europa, così come non è colpa nostra ne loro o di altri che sono nati altrove, ma semmai un dono che va condiviso e quindi il nostro egoismo ci fa solo parlare a sproposito e chiudere in questo modo con ideologie e politiche settoriali.

La scelta cristiana è ben precisa e va applicata in tutte le situazioni della vita con un atteggiamento di accoglienza e di apertura rispettando i comandanti del Signore che sono non la negazione della nostra libertà ma l’elevazione della nostra dignità.

Uno che decide di separarsi nel matrimonio, tanto per fare un esempio, dopo pochi o tanti anni solo perché “non stavo bene con me stesso”, “non andavamo d’accordo”, “la pensavamo in modo differente” o di un religioso che ha diemnticato i voti e le promesse … non è ammissibile e se la nostra società distratta, egoista, individualista e superficiale ritiene solo questo, allora non è cristiano, potrà essere una brava persona, ma essere cristiani è altro e potremmo continuare con tutti gli esempi che volte. Molte volte parliamo senza pensare soprattutto senza conoscere né la Bibbia né i Comandamenti né la vita della Chiesa, però siamo pronti a giudicare e a puntare il dito, perché? Perché le cose non sono come vorremo noi, del resto lo stesso popolo d’Israele salvato dalla schiavitù d’Egitto dopo non molto si è costruito il vitello d’oro (Es. 32) dimenticando quello che c’era stato prima, perché? Perché volva fare quello che voleva senza impegno, senza fatica, senza mettere al primo posto Dio, ma costruendosi un dio che potessero gestire e incolpare dei loro fallimenti.

Dio si è fatto uomo in Gesù ed è in mezzo a noi con il Suo Spirito proprio per non abbandonarci a noi stessi e ai nostri limiti, aiutandoci a scegliere il bene per non cadere nelle maglie ingannatrici del male, del diavolo, per aiutarci a rialzarci, per camminare accanto a noi perché ci ama, ci vuole bene ed è nostro fratello e amico, un Dio che condivide con noi la Croce, quella Croce che ha preso su di se per chiudere un passato e aprire un cammino di speranza.

Il bene il e il male ci sono e ci saranno sempre nella vita, noi dobbiamo scegliere il bene non solo il mio bene ma il bene condivisibile nel rispetto e nella dignità di tutti. Ci scandalizziamo dei recenti fatti di cronaca ma nessuno che educa veramente al rispetto perché tutto è possibile è lecito e lo deve essere senza fatica e vince chi fa il furbo, chi grida più forte, chi è disonesto … questo però se apparentemente sembra vincere non ci porterà da nessuna parte.

“Una giornalista domandò a Santa Madre Teresa: “Cosa ritiene che dovrebbe cambiare nella Chiesa?”, e lei rispose prontamente: “Lei ed io!” Questo piccolo episodio ci rende evidenti due cose: da un lato, la religiosa intende dire all’interlocutore che la Chiesa non sono soltanto gli altri, non soltanto la gerarchia, il Papa e i Vescovi: Chiesa siamo tutti noi, i battezzati. Dall’altro lato, essa parte effettivamente dal presupposto: sì, c’è motivo per un cambiamento. Esiste un bisogno di cambiamento. Ogni cristiano e la comunità dei credenti sono chiamati ad una continua conversione”. (cfr. araldidellaregina)

Come cristiani che vivono in questo mondo abbiamo il dovere di essere lievito che fermenta la massa, sale che da sapore con la nostra fedeltà, il nostro impegno, la nostra testimonianza seria e nella Chiesa, per la Chiesa e con la Chiesa di Gesù Cristo perché nonostante i suoi limiti lì c’è il percorso indicato da Gesù stesso per rimanere uniti a Lui e fratelli tra di noi.

Riprendiamo in mano e rileggiamo il Vangelo, la Bibbia con gli occhi della fede, chiedete ai vostri sacerdoti di parlarvi e di spiegarvi questo, per ritornare ad essere veri amici di Dio. Non basta andare alla S. Messa, dire le preghiere e fare la carità, serve scegliere ogni giorno il Signore in tutti i gesti, parole, azioni e scelte che facciamo. La preghiera sarà lo strumento privilegiato per alimentare questa amicizia, questa comunione, questa fraternità, ma senza la fatica di unire le cose sarà come voler fare il pane senza aggiungere acqua alla farina.

@unavoce

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