Tutto è provvidenza

«Dio ha tanto amato il mondo da dare il Figlio unigenito, perché chiunque crede in lui non vada perduto, ma abbia la vita eterna. Dio, infatti, non ha mandato il Figlio nel mondo per condannare il mondo, ma perché il mondo sia salvato per mezzo di lui» (Gv 3,16-17) 

La nostra fede è salda, la nostra religiosità è vissuta con serietà, ma alcuni argomenti facciamo fatica a trattarli e a pensarci quasi fosse scaramantico, confondendo la fede in Cristo solo come qualche cosa da vivere alla domenica alla S. Messa e dimenticandola in tutte le altre scelte o avvenimenti della vita. Quando a noi o attorno a noi sentiamo di amici e conoscenti che si ammalano o muoiono ci rattristiamo piangiamo la loro dipartita ma difficilmente tali eventi diventano occasione di riflessione se non solo nel momento del dolore per poi non ripensarci più.

Credo che da cristiani invece sia indispensabile leggere le situazioni attorno a noi e in casa nostra con gli occhi di una fede che è fiducia e affidamento vero e sincero e non solo per chiedere la grazia di uscire illesi da qualche situazione, ma dobbiamo imparare a concludere le nostre preghiere dicendo “sia fatta la Tua volontà”. Preghiamo per la pace, per la salute, per il bene, per i figli, per i malati … ed è importante che nella nostra preghiera e nei nostri pensieri siano presenti tutti, ma dobbiamo anche saper vivere in modo autentico, facendo tutto quello che è in nostro potere per vivere una vita degna e onesta nel rispetto di regole e d’impegno, di lavoro e sacrificio, senza dimenticare che la vita è un dono che dobbiamo custodire e mettere sempre nelle mani del Signore.

Della morte non parliamo mai, se non quando celebriamo qualche Eucarestia in suffragio o partecipiamo a qualche funerale. Con i giovani non si parla perché sono giovani e sembra che affrontare questo argomento non sia opportuno, con gli anziani non è elegante trattare questi argomenti. E’ questo atteggiamento non è la scelta pensando che sia educato o di opportunità ma è un atteggiamento superstizioso e scaramantico. Da cristiani invece dobbiamo imparare a parlare di tutto in modo lucido e sereno leggendo la morte e la vita, il bello e brutto, la luce e il buio con fede e serenità mettendoci sulla strada che viviamo sempre in atteggiamento corretto e sereno confrontandoci e affrontando le varie situazioni nostre e dei nostri cari con amore, serenità e fede.

Parlare della morte e pensare alla morte non ci deve né impaurire né rattristare ma è da vivere con serenità mettendo tale riflessione sul piatto della bilancia consapevoli dei doni che abbiamo ricevuto delle cose belle che viviamo e abbiamo senza la continua lamentela o critica, giudizio o pregiudizio ma educandoci a valorizzare tutto quello che abbiamo, tanto o poco che sia. Il matrimonio non va, i figli ci preoccupano, il lavoro è precario, i soldi non bastano, la vita è cara, la salute è fragile …. tutto e per tutti c’è questo andamento ricchi e poveri, vicini e lontani quindi l’atteggiamento cristiano è quello di saper lodare e ringraziare Dio ogni giorno rimboccandoci le maniche ogni giorno, ricominciando ogni giorno, facendo progetti a lungo termine ma anche programmi di giorno in giorno, vivendo quello che la provvidenza ci offre e leggendo tutto quello che ci accade come una grande provvidenza, un grande amore, una occasione per rimettersi in cammino. La famiglia da cui proveniamo, quella che abbiamo creato, le nostre singole vocazioni, il lavoro, le persone incontrate, gli amici vicini e lontani, quelli che la pensano come noi e quelli no, tutto va vissuto con la massima serenità.

“Il cristianesimo ha ben altro da offrire sul problema della morte. Annuncia che “uno è morto per tutti”, che la morte è stata vinta; non è più un baratro che tutto inghiotte, ma un ponte che porta all’altra riva, quella dell’eternità. E tuttavia riflettere sulla morte fa bene anche ai credenti. Aiuta soprattutto a vivere meglio. Non si cade nella rassegnazione e nell’inattività; al contrario, si fanno più cose e si fanno meglio, perché si è più calmi e più distaccati. Contando i nostri giorni, dice un salmo, si giunge “alla sapienza del cuore” (Sal 89, 12).”. (cfr. Card. R. Cantalamessa)

Dobbiamo imparare a gestire i nostri pensieri e le nostre emozioni, non sentirci fortunati o sfortunati ma leggere e vedere le cose che ci accadono come un dono, come una opportunità e se chi è nel dolore, nel bisogno, nell’afflizione ci dispiace e per loro preghiamo e li sosteniamo, dobbiamo però imparare anche ad apprezzare ogni giorno quello che abbiamo e non lamentarci di tutto e di tutti.

Viviamo in modo sano non solo per il corpo ma anche per lo spirito. La psicologia ci può aiutare a vivere l’oggi in modo sano e sereno, mente e spirito ci daranno la spinta giusta per vivere in modo corretto ogni dimensione. La nostra fede ci dice che la morte del corpo non è la morte dell’anima e noi vivremo in eterno. Pur consapevoli di questa nostra fede fatichiamo a vedere oltre, la nostra preghiera costante deve aiutarci a comprendere questo mistero sempre di più, non limitandoci solo alle cose terrene, a come viviamo la vita su questa terra ma coltivare nel cuore, nell’anima e nella mente la certezza di vivere in eterno accanto a quel Dio nel quale abbiamo creduto e sperato in un abbraccio di eterno amore. 

Quindi vivi con pienezza l’amore, l’amicizia, il lavoro, ogni tuo giorno vivilo con serenità e allegria, con impegno senza lamentarti ma dando sempre il massimo, facendo le cose che ti piacciono e quelle che devi sempre con serenità e con il sorriso sul volto e nel cuore e pensa alla vita futura come una grande luce, un grande abbraccio di amore. Se non sai amare, se sai solo lamentarti e non riconoscere i tanti doni che hai ricevuto, allora vedrai solo l’albero che cade e non il filo d’erba che cresce, vedrai solo la pagliuzza nell’occhio del fratello e non ti accorgerai della trave che hai nel tuo occhio.

Vivi ogni giorno come unico, irrepetibile e ricorda che ogni cosa è provvidenza. Ti rimando a una bel testo, che ti cito solo per poi lasciarti alla lettura integrale, di san Giovanni Damsceno che scrive della provvidenza divina: “La provvidenza consiste nella cura esercitata da Dio nei confronti di ciò che esiste. Essa rappresenta, inoltre, quella volontà divina grazie alla quale ogni cosa è retta da un giusto ordinamento. Se dunque la volontà di Dio è provvidenza, tutto quanto avviene per suo dettato si realizza necessariamente in maniera bellissima e sempre diversa, nel migliore dei modi possibile…”. (cfr. Esposizione della fede ortodossa, 2,29)

Ringrazia Dio ogni giorno per quello che hai e vivi sapendo del prezioso dono che è la vita e non rattristarti nel pensare alla morte ma quel pensiero ti aiuterà a vivere bene il presente, a vivere l’oggi come una provvidenza e un’occasione per costruire pace e amore in te e attorno a te. 

@unavoce

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