Liturgia della Parola

XXV Tempo Ordinario

fatica; ma è la condizione dignitosa di chi ha qualcosa di cui vivere.

XXV DOMENICA DEL TEMPO ORDINARIO

Il regno dei cieli è simile a un padrone di casa che uscì all’alba per prendere a giornata lavoratori per la sua vigna. (Mt 20,1)

Lasciamoci affrancare nella fede, in questo piccolo “francobollo di spirituale”, con le parole di don Fabio Rosini: “«Perché ve ne state qui tutto il giorno senza far niente?». Come mai la gente può vivere senza consistenza e nell’inconcludenza? Tanti giovani con il cambio in “folle”, spingi sul gas ma la macchina resta ferma, tante persone come viti spanate, giri ma non succede niente. Perché? La domanda del padrone della parabola sugli operai nella vigna, sembrerebbe alludere a un rimprovero, lo stesso che troviamo sulla bocca degli operai della prima ora: «Hanno lavorato un’ora soltanto e… noi … abbiamo sopportato il peso della giornata e il caldo». Proviamo a leggere con una prospettiva meno fredda questa parabola: “lavorare o non lavorare” è uguale a dire “impegnarsi o no” o non piuttosto “avere di che sfamare i propri figli oppure no? La fatica del lavoro è un peso, certamente; ma è una fatica che segnala la condizione dignitosa di chi ha qualcosa di cui vivere. Il dramma della disoccupazione ha due aspetti: quello economico e quello, non meno tragico, della dignità. Quel che fa soffrire un disoccupato non è solo che non può procurarsi di che vivere, ma anche patire l’umiliazione dell’inutilità. Vedere che nessuno ha bisogno di me, non servo a nulla. L’amarezza degli anziani è la percezione di non essere richiesti, che non si abbia necessità di loro. Avere un lavoro è una cosa grande, è il primo dono di Dio all’uomo: «Facciamo l’uomo a nostra immagine, secondo la nostra somiglianza: dòmini sui pesci del mare e sugli uccelli del cielo…» – il verbo “dominare” in realtà, in ebraico, vuol dire “governare, amministrare”. È una dimensione che deriva dalla somiglianza con Dio, è qualcosa di celeste che ci abita dentro, ci nobilita e ci realizza, portandoci a costruire tutto il bene che c’è. Come mai qualcuno non fa niente? Ecco la risposta dei disoccupati della parabola: «Perché nessuno ci ha presi a giornata». Alla lettera: “Assunti a salario”. […] Continua a leggere su Famiglia Cristiana” . (cfr. cercailtuovolto)