Liturgia della Parola
Abbiamo sempre due scelte da compiere
XXVI DOMENICA DEL TEMPO ORDINARIO
Voi, al contrario, avete visto queste cose, ma poi non vi siete nemmeno pentiti così da credergli». (Mt 21,32)
Lasciamoci affrancare nella fede, in questo piccolo “francobollo di spirituale”, con le parole di don Luigi Maria Epicoco: “Che ve ne pare? Un uomo aveva due figli”. Così inizia il Vangelo di oggi, un uomo e due figli, quasi a suggerirci che esistono sempre due modalità con cui si possono fare le cose. Abbiamo sempre due scelte da compiere. Quelle che Gesù mette in scena nel racconto di oggi è proprio la storia di due figli, di due modalità con cui ci si può rapportare a Dio. La prima modalità è quella del figlio che dice di no alla richiesta del padre e proprio per questo la sua immagine è compromessa, ma poi si pente e va a lavorare nella vigna. Il secondo dice di sì, e quindi formalmente ha le carte in regola, ma in realtà alla fine non andrà a lavorare nella vigna del padre. “Chi dei due ha compiuto la volontà del padre?”, domanda Gesù. Ovviamente quello che pur avendo detto no alla fine ci va. La lezione è grande: a volte nella vita formalmente facciamo delle scelte sbagliate ma abbiamo anche il coraggio, ad un certo punto, di pentircene e di ascoltare la voce di Dio che risuona nel nostro cuore. Da quel momento in poi, anche se la nostra immagine è compromessa, cerchiamo di rendere quanto più possibile concreto il bene che abbiamo scoperto esistere. È anche vero però che delle volte abbiamo passato la nostra vita a cercare di salvare quanto più possibile la nostra immagine, e la gente è convinta che siamo delle brave persone ma in realtà nei fatti non concludiamo mai nulla. Siamo diventati furbi e incapaci di ascoltare la voce del cuore. Ecco perché Gesù non ha difficoltà a usare parole durissime a questo proposito: “In verità io vi dico: i pubblicani e le prostitute vi passano avanti nel regno di Dio. Giovanni infatti venne a voi sulla via della giustizia, e non gli avete creduto; i pubblicani e le prostitute invece gli hanno creduto”. (cfr. d.L.M. Epicoco)