Liturgia della Parola

XXVIII Tempo Ordinario

non perdere l’importante per l’urgente

XXVIII DOMENICA DEL TEMPO ORDINARIO

«Il regno dei cieli è simile a un re, che fece una festa di nozze per suo figlio. Egli mandò i suoi servi a chiamare gli invitati alle nozze, ma questi non volevano venire. (Mt. 22,2)

 

Lasciamoci affrancare nella fede, in questo piccolo “francobollo di spirituale”, con le parole del Card. Raniero Cantalamessa: “Vorrei concentrare l’attenzione sui motivi per cui quei primi invitati rifiutano di venire al banchetto. Matteo dice che essi “non si curarono” dell’invito e “andarono chi al proprio campo, chi ai propri affari”… “Il primo disse: Ho comprato un campo e devo andare a vederlo; ti prego, considerami giustificato. Un altro disse: Ho comprato cinque paia di buoi e vado a provarli; ti prego, considerami giustificato. Un altro disse: Ho preso moglie e perciò non posso venire” (Luca 14, 18-20). Cos’hanno in comune questi personaggi? Tutti e tre hanno qualcosa di urgente da fare, qualcosa che non può aspettare, che reclama subito la loro presenza. E cosa rappresenta invece il banchetto nuziale? Esso indica i beni messianici, la partecipazione alla salvezza recata da Cristo, quindi la possibilità di vivere in eterno. Il banchetto rappresenta dunque la cosa importante nella vita, anzi l’unica cosa importante, perché, “che giova all’uomo guadagnare anche il mondo intero se poi perde la sua anima?” È chiaro allora in che consiste l’errore commesso dagli invitati; consiste nel tralasciare l’importante per l’urgente, l’essenziale per il contingente! Ora questo è un rischio così diffuso e così insidioso (non solo, vedremo, sul piano religioso, ma anche su quello puramente umano), che vale la pena riflettervi sopra un poco. Anzitutto, appunto, sul piano religioso. Tralasciare l’importante per l’urgente, sul piano spirituale, significa rimandare continuamente il compimento dei doveri religiosi, perché ogni volta si presenta qualcosa di urgente da fare. È Domenica ed è ora di andare alla Messa, ma c’è da fare quella visita, quel lavoretto in giardino, il pranzo da preparare. La Messa può aspettare, il pranzo no; allora si rimanda la Messa e ci si mette intorno ai fornelli. Per altri, questo avviene per la preghiera. Sentono che dovrebbero dedicare con calma del tempo alla preghiera; ma si ricordano che c’è quella faccenda da sbrigare, quella telefonata da fare e così rinviano, rinviano. Il guaio è che di cose urgenti, o supposte tali, ne abbiamo sempre a decine da fare, e così finiamo per rimandare sistematicamente il compimento dei doveri spirituali per le preoccupazioni materiali … Così vediamo come il Vangelo, indirettamente, è anche scuola di vita; ci insegna a stabilire delle priorità, a tendere all’essenziale. In una parola, a non perdere l’importante per l’urgente, come successe agli invitati della nostra parabola. Ma non posso tacere un’ultima applicazione. Il banchetto di cui parla la parabola si rinnova ogni Domenica nella Chiesa. È il banchetto eucaristico. Vediamo di non essere di quelli che hanno preso moglie e perciò…; hanno comprato cinque paia di buoi (o una nuova auto) e perciò…; devono andare allo stadio, o sono andati a letto tardi, e perciò…”. (cfr. cercoliltuovolto)