Per trovare la pace

 

Pace, un grido che si alza da ogni dove e sembra inascoltato dai potenti della terra, ancora in troppi posti del pianeta ci sono guerre. Si parla di pace, si lavora per la pace, si prega per la pace, ma alcune orecchie sono sorde e nonostante la storia ci abbia insegnato che la guerra è solo distruzione sembra avere più voce non la difesa ragionata ma l’aggressione e tra aggrediti e aggressori non si trovano né le parole né le azioni per mettere la parola fine. Troppo dolore, troppo male è entrato nel cuore di chi ha subito e subisce, di chi ha perso tutto e ancora soffre. Le nubi scure dell’odio fratricida ancora coprono il cielo di questo mondo, un modo che ci è stato donato e che a fatica riusciamo a conservare e proteggere e noi, in questo immenso e stupendo giardino, alziamo solo i privati interessi a discapito di dignità e fratellanza, di condivisione e collaborazione e il grido di Dio, all’origine del tempo, risuona forte ancora per ognuno di noi: “l’Eterno disse a Caino: “Dov’è tuo fratello Abele?”, ed egli rispose: “Non lo so; sono forse il guardiano di mio fratello?”. E l’Eterno disse: “Che hai fatto? la voce del sangue di tuo fratello grida a me dalla terra”. (cfr. Genesi 4,9-10) Si alza forte la preghiera Dio da tutte le religioni, da tutte le fedi che sul pianeta esistono e che pur in modi e tradizioni differenti si rivolgono a Dio che ci chiede “dov’è il tuo fratello?”. 

Alcuni sfruttano il dolore e la confusione per creare ancora più dolore e la paura la fa da padrona togliendo pace e serenità alle persone, ai popoli, alle nazioni. Con la fede che ci racconta Isaia (41,10) “Non temere perché io sono con te”, si deve alzare la nostra preghiera, una preghiera unita e all’unisono che sale da ogni angolo della terra perché possano le persone che decidono trovare nel cuore un angolo di amore e di pace per vedere strade, per usare parole, per studiare percorsi per fermare le armi e condividere le risorse e le terre e così poter dissipare l’odio che si è creato nel cuore. Nessuno a diritto di uccidere, la vendetta genera solo altra morte, ma tutti possiamo invece trovare posto, tempo e azioni per vivere insieme nel rispetto di culture, fedi, religioni e ideali.

La preghiera del prossimo venerdì 27 ottobre, chiesta dal Papa, per la giornata di preghiera per la pace in Medio Oriente, ci impegna non solo a lavorare per essa e a coltivarla nel cuore, ma ad alzare la voce della lode a Dio invocando il Suo nome: Signore «Nell’ora della paura, io in te confido» (Sal 56,4) aiutaci a dare luce alle menti offuscate, amore ai cuori freddi, speranza a chi ha trovato solo dolore e morte.

Nessuno a diritto di umiliare, uccidere, offendere e privare ma tutti insieme possiamo respirare un vento leggero e vivere con dignità. Ognuno faccia un passo indietro anche se costa, anche se il rancore e la vendetta sembrano avere la meglio. I molti morti, grandi e piccoli, da una parte e dall’altra, dal cielo accanto a Dio, con qualunque nome gli si da, intercedono presso l’Onnipotente perché chi ancora qui sulla terra, in cammino verso la Patria celeste, possa trovare le soluzioni per una convivenza pacifica, rispettosa e fraterna, senza penalizzare nessuno.

Nessuna riflessione sociopolitica, socio-religiosa o socioeconomica, già molti parlano e fanno riflessioni, ma solo un grido accorato a fermare le armi. Preghiamo lo Spirito Santo perché riempia il nostro cuore di amore e compassione, di misericordia e carità per partire da ciò che ci accomuna e così poter lavorare su ciò che ci divide. 

“L’uomo non può eliminare il sentimento della paura, ma può trarne forza per aprirsi a quel “nuovo” che è sempre al di là del muro, al di là delle pareti di quel carcere in cui il timore del “non conosciuto” lo hanno rinchiuso. La sua nudità di fronte all’altro, il sentimento di fragilità e di paura che da questo deriva, può diventare l’unica e vera forza per aprirsi alla verità dell’altro. «L’amore perfetto caccia via la paura» (1 Gv 4,18). Gesù, stando ritto sulle acque agitate del lago, simbolo della sua vittoria sulla morte, rianima i suoi discepoli dicendo loro: «Coraggio, sono io, non abbiate paura» (Mt 14,27)”. (cfr. esodoassociazione)

Facciamo tutti un passo indietro, lasciamoci amare e abbracciare e amiamoci e abbracciamoci gli uni gli altri, le diversità ci arricchiscono, la terra è un dono per tutti e per questa, purtroppo da sempre, litighiamo. Impariamo a rispettarla e a condividerla non è mia o tua è nostra e solo insieme riusciremo a costruire un mondo nella pace. Usciamo da concezioni che in un passato recente, che rischia di ripetersi, ha umiliato l’umanità, popoli e nazioni. A Dio eleviamo il nostro grido, al Dio con il nome che conosciamo, al quale siamo stati educati, nel quale crediamo, alziamo la voce e la lode verso di Lui perché da soli non riusciamo a comprendere. Dio interverrà nella storia solo con la nostra collaborazione, solo quando il cuore si aprirà allo Spirito. Cosi uniamoci in preghiera e iniziamo da noi dalle nostre personali esperienze per costruire la pace. Dio non stà con questo o quello, ma Dio sta dalla parte dei poveri, di chi soffre, la sua Patria è il nostro cuore. Per andare avanti, ci insegna la psicologia, bisogna fare tanti passi indietro, è giunto il tempo, iniziamo tutti prima in noi, in casa nostra e attorno a noi.

@unavoce

 

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