Il Mese di Novembre

 

Il mese di Novembre si è aperto con la solennità di tutti i santi e alcune ricorrenze e feste che ci accompagneranno verso la chiusura di questo anno liturgico con la festa di Cristo Re e aprirci al nuovo anno liturgico con il tempo di Avvento. 

“Nel 325 si tiene il primo Concilio ecumenico nella città di Nicea in Asia Minore. In questa circostanza viene definita la divinità di Cristo contro le eresie di Ario: “Cristo è Dio, luce da luce, Dio vero da Dio vero”. 1600 anni più tardi, nel 1925, Pio XI proclama che il modo migliore per vincere le ingiustizie è il riconoscimento della regalità di Cristo. “Poiché le feste – scrive – hanno una efficacia maggiore di qualsiasi documento del magistero ecclesiastico, esse infatti istruiscono tutti i fedeli e non una sola volta ma annualmente, e raggiungono non solo lo spirito ma i cuori” (Enciclica Quas primas, 11 dicembre 1925). La data originaria era l’ultima domenica di ottobre, cioè la domenica precedente la festa di tutti i Santi”, ma con la nuova riforma del 1969 viene spostata all’ultima domenica dell’Anno Liturgico, divenendo chiaro che Gesù Cristo, il Re, è la meta del nostro pellegrinaggio terreno. I testi biblici cambiano in tutti e tre gli anni, e questo permette di cogliere compiutamente la figura di Gesù” (cfr. VaticanNews)

Il tempo che scorre e ripete i suoi appuntamenti ci guida nel nostro pellegrinaggio, un bellissimo testo del Libro del Quoelet (3, 1-22) o Ecclesiaste ci aiuta ad entrare in questa spiritualità e farci comprendere il susseguirsi degli eventi e la loro ripetitività. Un cammino di Chiesa attraverso i tempi liturgici che ci farà ripercorrere ancora il cammino della storia della salvezza, non per fare memoria ma per rivivere, ricominciare e rialzarsi e camminare verso il Signore. 

“Tutto ha il suo momento, e ogni evento ha il suo tempo sotto il cielo. C’è un tempo per nascere e un tempo per morire, un tempo per piantare e un tempo per sradicare quel che si è piantato. Un tempo per uccidere e un tempo per curare, un tempo per demolire e un tempo per costruire. Un tempo per piangere e un tempo per ridere, un tempo per fare lutto e un tempo per danzare. Un tempo per gettare sassi e un tempo per raccoglierli, un tempo per abbracciare e un tempo per astenersi dagli abbracci. Un tempo per cercare e un tempo per perdere, un tempo per conservare e un tempo per buttar via. Un tempo per strappare e un tempo per cucire, un tempo per tacere e un tempo per parlare. Un tempo per amare e un tempo per odiare, un tempo per la guerra e un tempo per la pace”. (Qo 3, 1-10)

Un testo che vi ho riportato perché rileggendolo ci aiuti ad introdurci in questo percorso di vita e di fede attraverso l’esempio dei santi e il ricordo dei nostri cari che hanno raggiunto il termine del loro cammino. Le celebrazioni del 4 novembre (fine della prima guerra mondiale) giornata dell’Unità Nazionale e festa delle Forze Armate ci ricordano la necessità di essere uniti con gli stessi valori ed ideali pur nella diversità di opinioni. I nostri militari inoltre con il loro servizio e la loro presenza richiamano all’attenzione la preziosità della pace così da tutti desiderata, un cammino che si chiuderà come dicevamo all’inizio con la solennità di Cristo Re.

“Già sul finire del II secolo troviamo una vera e propria venerazione dei santi. All’inizio, i santi martiri, ai quali ben presto furono assimilati gli apostoli, testimoni ufficiali della fede. Dopo le grandi persecuzioni dell’Impero romano, diventano gradualmente oggetto di venerazioni uomini e donne che hanno vissuto in modo bello, eroico la vita cristiana: il primo santo non martire fu san Martino di Tours. Verso la fine dell’anno mille, di fronte all’incontrollato sviluppo della venerazione dei santi, e del “commercio” attorno alle reliquie, si elaborò un processo per la canonizzazione, fino ad arrivare alla prova dei miracoli. La solennità di tutti i Santi ha inizio in Oriente, nel IV secolo, per poi diffondersi, pur con date diverse. A Roma, il 13 maggio; in Inghilterra e Irlanda, a partire dall’VIII secolo, il 1° novembre data, quest’ultima, che si affermerà anche a Roma a partire dal IX secolo. La solennità cade verso la fine dell’anno liturgico, quando la Chiesa tiene fisso lo sguardo al termine ultimo e già pensa a quanti hanno varcato le porte del Cielo”. (cfr. VaticanNews

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