… al Sinodo
Dal Concilio Vaticano II ai singoli Sinodi, siamo alla XVI Assemblea Generale Ordinaria del Sinodo dei Vescovi al popolo di Dio, il Papa ha dato uno slancio nuovo “con la Costituzione Apostolica “Episcopalis communio”, cambiando lo “stile” del Sinodo che da collegiale (un evento riguardante principalmente il Collegio dei Vescovi in comunione con il Romano Pontefice), a sinodale, con l’apertura al contributo di tutto il Popolo di Dio”. (cfr. VaticanNews)
Ora, alla luce di questo “Camminare insieme” che è poi il significato del termine “Sinodo” e Sinodalità, condivido alcuni pensieri con voi ad alta voce con rispetto e senza polemica. Un camminare insieme che credo non debba però uniformare perché rischierebbe altrimenti di appiattire, ma un camminare insieme con la ricchezza delle singole peculiarità senza cadere nella tentazione che tutti devono fare tutto ma ad ognuno il suo ruolo.
Il nuovo fa paura, qualcuno sottolinea, credo però che non sia questa la questione, ma che il nuovo per il nuovo non porta da nessuna parte. Coinvolgere tutti, ascoltare, aprirsi … questo lo stile e pur cambiando da collegiale a sinodale c’è l’esigenza di sottolineare questa dimensione di apertura e di dialogo. Da sempre la Chiesa dalla sua fondazione ad oggi ha lavorato, operato e camminato in questa direzione, tra alti e bassi, questo percorso però ci rinnova e ci sprona a fare sempre meglio. Penso che sia importante ribadire i concetti fondamentali e i valori del Vangelo, i dogmi e le verità a cui non si può venir meno per fare un annuncio con un linguaggio adatto ai tempi, “rendendo ragione della speranza che è in noi”. (1 Pt. 3,15), questa è la vera novità sinodale.
L’impressione, talvolta è che si voglia cambiare per il gusto di cambiare portando come conferma il mondo che cambia, ma è proprio qui che in un mondo che cambia nulla deve cambiare, parafrasando una espressione della letteratura, di quello che è valore. Al termine del Sinodo lasciamo fare allo Spirito Santo che sa aprire i cuori e illuminare le menti, a noi l’impegno a pregare e orientare l’annuncio su ciò che veramente conta senza svilire nessun ruolo e nessun ministero.
Lasciamo ai Sacerdoti, ai Vescovi, al Papa, al Magistero di fare il loro cammino e in obbedienza costruire quello che il Concilio e i singoli Sinodi hanno pronunciato. Modernità e l’inculturazione, attualità e tempi nuovi, non diventino occasione per divisioni. Seguire le indicazioni e le norme per una maggiore attenzione nell’annuncio del Vangelo e della liturgia, senza sponsorizzare le proprie idee ci aiuterà a non perdere di vista il Vangelo e il pensiero cristiano. Camminiamo insieme ognuno nel suo ordine e grado seguendo la propria vocazione, senza rischiare di conformarci a una mentalità che rischia di essere quella del mondo dimenticando che siamo in esso ma di esso. La Chiesa non è di destra o sinistra, la Chiesa annuncia amore e pace, fratellanza e collaborazione al mondo, ad ogni uomo di questa terra, dialogando con il mondo senza rinunciare all’essenza fondante: Dio, Gesù Cristo e lo Spirito Santo.
Dal Concilio Vaticano II ai singoli Sinodi sino all’attuale questo il cammino della Chiesa di Cristo che s’interroga e si pone nel mondo come messaggera di pace e speranza mediatrice tra Dio e l’umanità.
Preghiamo per la Chiesa pensata da Dio e iniziata dagli Apostoli: andando per le strade del mondo annunciando il Vangelo di Gesù e partendo da quel Vangelo proporre e lavorare ognuno con il suo carisma e con la sua vocazione. Cristo e il suo Vangelo al centro e tutto e tutti prenderanno la strada giusta. La storia, le tradizioni, gli usi e i costumi diventano limiti per chi non ha idee, non lasciamoci condizionare, ma dal passato prendiamo quello che è buono, eliminiamo quello che sappiamo essere limite oggettivo e mettiamo Cristo al centro, questa la preghiera e il cammino che insieme potremmo compiere e che nella preghiera chiediamo al Signore.
@unavoce
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