Formazione on line

Abbiate in voi gli stessi sentimenti che furono in Cristo Gesù (Filippesi 2,5)

 

Come sapete l’intento di questo sito e dei vari articoli è creare una rete di pensiero tenendoci uniti nella specificità della nostra comunità che per la tipologia del servizio è sparsa sul territorio, quindi con una maggiore difficoltà ad incontrarsi, così con la speranza di fare cosa utile vi propongo articoli, riflessioni, commenti, suggerimenti, attività sulla vita della Chiesa, la spiritualità e il cammino di crescita cristiano nella nostra “Parrocchia dei Militari” su vari temi per coltivare la nostra fede e la nostra vita scoprendo sempre di più il grande dono che è sia a livello umano che religioso.

Ora, alla luce di questa piccola premessa, voglio parlarvi delle emozioni, quelle che viviamo ogni giorno e che in un modo o nell’altro ci condizionano e da questi fare un’analisi confrontandoci con la Parola di Dio.

Nelle mie letture e piccoli studi mi sono imbattuto in questa Newsletter del Sito “Diventare felici” direi interessante che vi ripropongo e alla quale vi rimando e che penso possa aiutarci a fermarci a riflettere sulle nostre emozioni, elemento fondamentale della vita e per una vita serena. L’autore affronta il tema a livello psicologico e nelle sue parole troviamo la traccia su cui lavorare ed impegnarci e alla fine anche pregare e coltivare meglio la nostra fede.

“L’emozione è un aspetto della nostra esistenza che rende la vita degna di essere vissuta. Che tu sia felice o infelice, che tu consideri perfetta la tua vita o disastrosa… Questo dipende sempre e solo dalle emozioni che provi. Ecco perché sono un punto fondamentale. Ma cos’è un’emozione? La migliore definizione di emozione l’ha scritta il terapeuta N. Branden, quando spiega che l’emozione è una reazione valutativa. Cosa significa? Reazione significa risposta. Quando ti emozioni tu rispondi a qualcosa che ti accade. Noi tendiamo a considerare le emozioni come la diretta conseguenza di quello che viviamo. L’emozione non è una semplice risposta. Ma una risposta valutativa. Cosa significa? Che non ti emozione cosa vivi, cosa ti accade, cosa fanno gli altri. Se così fosse, se ci pensi, dovremmo tutti provare le stesse identiche emozioni di fronte agli stessi eventi. E non è così, lo sappiamo bene. Valutativa significa che tu osservi la realtà e la giudichi.  Se questo giudizio è negativo, proverai un’emozione negativa.  Se questo giudizio è positivo, proverai un’emozione positiva. Altra cosa la commozione dipende da come ricorda quell’evento. Da come valuta i suoi ricordi e dal significato che ancora oggi da a questi ricordi. La nostra cultura modella quali emozioni manifestiamo. Crea regole su come sentire e come esprimere quello che si sente. A dirlo è P. Ekman, considerato uno dei principali antropologi moderni. In sostanza chi decide la valutazione che crea l’emozione? La nostra cultura, normalmente. In sostanza veniamo educati ad emozionarci, a come farlo, quando, come manifestare queste emozioni. La nostra cultura ci dice che siano emotivamente fragile e l’emozione è diventata, così, un aspetto che non siamo più in grado di gestire. Cosa determina le nostre emozioni? Quello che pensiamo. Se veniamo educati alla fragilità, come accade ormai da qualche decennio, ci emozioneremo di conseguenza. E essere una persona sensibile è totalmente diverso dall’essere una persona fragile. Se l’emozione è la chiave della nostra esistenza, allora capire che dipende da noi quello che proviamo è la cosa principale. In psicologia questa si chiama indipendenza emotiva. Non esistono emozioni giuste o sbagliate. Ma non esistono nemmeno emozioni sane o malate. L’emozione è la diretta conseguenza della nostra visione del mondo. Se le tue emozioni ti impediscono di vivere una vita meravigliosa, non sono sbagliate. Sono semplicemente figlie di regole (per lo più culturali e sociali) che ti guidano verso la sofferenza”. (Cfr. Giacomo Papasidero)

Dopo questa lettura vorrei proporvi ora, rimandarvi a un altro testo interessante: “Gesù e i sentimenti” proposto dalla Pastorale Giovanile della Diocesi di Milano:

“Cosa può offrire la persona di Gesù al mondo emotivo dell’adolescente? Innanzitutto dobbiamo dire che Gesù ha vissuto pienamente il suo essere uomo, è presumibile dunque che abbia provato anch’egli tutte le emozioni che la vita gli abbia offerto. Nella sacra scrittura non si racconta molto dell’adolescenza di Gesù ma in Luca 2, 41-50 è presente un’interessante testimonianza: aveva 12 anni ed era a Gerusalemme per la festa di Pasqua. Si racconta che, senza che i genitori se ne accorgessero, Gesù non prese la via del ritorno ma rimase a Gerusalemme. Trovatolo dopo ben tre giorni Gesù si era intanto “lanciato” con entusiasmo nell’avventura del dialogo con i maestri del tempio. Sembra qui che Gesù sia stato talmente “preso bene” (direbbero i nostri adolescenti) da sbilanciarsi-proiettarsi sul suo futuro (occuparsi delle “cose del Padre mio”, come un’intuizione di vocazione) al punto di non curarsi del suo passato e presente (la famiglia di origine). Gesù, “strabordante” di forza emotiva, proprio come un adolescente normale, vive con intensità gli slanci della sua vita interiore! E i genitori? Proprio come quelli di ogni adolescente… “non compresero ciò che aveva detto loro”… Sarà dunque importante accogliere e leggere in filigrana ciò che gli adolescenti consegneranno del loro mondo interiore, non “castrando” i loro slanci emotivi anche se eccessivi o strabordanti. Sarà importante ad esempio sostenerli e accompagnarli a vivere estreme esperienze positive, nel campo del volontariato, all’insegna della più assoluta gratuità e libertà. Potrà essere interessante con i ragazzi vedere l’umanità di Gesù nel seguire le sue intuizioni vocazionali (“fare la volontà del Padre”) attraverso gli input che la vita emotiva di volta in volta gli offre: Gesù da una parte vive molte esperienze forti e dall’altra lo ritroviamo spesso con il bisogno di mettersi in disparte a pregare. Probabilmente per lasciar risuonare ciò che gli incontri della giornata o del tale avvenimento hanno prodotto in lui, affidarli al Padre e continuare a scoprire e scegliere la sua vocazione-missione”. (cfr. o.c. PG)

Vorrei concludere questa mia chiacchierata rimandandoci infine ad un ultimo articolo che prendo dalla Rivista La Civiltà Cattolica: “Le emozioni e gli affetti di Gesù: “i Vangeli ci presentano un ritratto molto umano di Gesù, capace di gioire e di piangere, di commuoversi e di arrabbiarsi, di indignarsi e di amare, di stupirsi e di sentire angoscia. Egli si definisce «mite e umile di cuore» (Mt 11,29), ma è anche ardente di zelo quando scaccia con veemenza i venditori dal tempio”. (cfr. La Civiltà Cattolica)

Queste riflessioni, come avete potuto leggere, possono aiutarci a orientare e aiutarci a crescere e senza aggiungere nulla, non ne sarei capace, credo che possono essere una lettura che ci aiuta ad aprire la mente e il cuore per continuare la nostra formazione e per vivere una vita felice e nella fede autentica alla scuola del Vangelo. Buona lettura.

@unavoce

 

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