La Parola di Dio

 

Diversi modi ci sono per stare con il Signore attraverso la preghiera, il raccoglimento, la meditazione, la lettura spirituale, l’adorazione … oggi vorrei rileggere e riflettere sulla Parola di Dio facendo una semplice meditazione. La sola omelia della domenica del Sacerdote non basta è uno spunto per la riflessione (meditazione) personale, pertanto è bello riprendere le letture ascoltate la domenica nella S. Messa e soffermarsi rileggendole alla luce delle singole nostre esperienza. Oggi cercheremo di creare quello spazio sacro indispensabile nella nostra vita per stare con il Signore, per coltivare la vicinanza a Lui per educarci a vivere da veri cristiani, ognuno secondo la sua vocazione.

Domenica abbiamo ascoltato, nella prima lettura  presa dal Libro di Samuele, il racconto dell’esperienza notturna del giovane discepolo di Eli il Sacerdote anziano e ci ha introdotto con questa vicenda a comprendere quale sia la dinamica di Dio nell’essere presente nella nostra vita e per indicarci che via percorrere per fare la volontà del Signore.

Tre parole ci guidano in questa semplice meditazione: ascolto, tempio, confronto. Dio parla all’uomo da sempre e l’esperienza del giovane Samuele raccontata nel libro che porta il suo nome ci fa comprendere questa dinamica del dialogo che Dio vuole con l’uomo. Quindi nella nostra vita questo cosa comporta? E’ necessario avere una capacità di ascolto, una dinamica di raccoglimento e di ordine del nostro vivere per saper percepire e leggere i segni senza cercarli nei gesti soprannaturali o eclatanti ma coltivare una capacità di ascolto attento sapendoci accorgere della vita che ci circonda, sapendoci stupire delle piccole cose e creare queli spazi necessari a pensare e non solo fare.

Dio, poi, parla all’uomo nel tempio e non intende solo il luogo della preghiera ma il tempio che con chiarezza la Bibbia ci ricorda che è il nostro corpo “E non sapete voi che il vostro corpo è il tempio dello Spirito Santo che è in voi, il quale avete da Dio, e che non appartenete a voi stessi?” (1° Cor. 6,19). E’ quindi attraverso la vita ordinaria, nella quotidianità vissuta con una dignità personale e verso gli altri fatta di rispetto, di bellezza, di armonia che questo dialogo avviene tra noi e Dio ed è quello che il Signore cerca con l’umanità.

Questo dialogo questa voce, questa attenzione che proprio per non confondersi va verificata con l’anziano sacerdote Eli, quindi con la Chiesa, con qualche persona esperta nella fede, con il sacerdote, con il direttore spirituale perché quello che ascoltiamo quello che percepiamo sia la volontà di Dio e non solo una nostra sensazione.

Distratti dalle tante voci fatichiamo ad ascoltare la Voce pertanto abbiamo bisogno di perseveranza e umiltà per comprendere tra i mille suoni quel suono leggero e costante che è la voce di Dio che cerca di entrare nella nostra vita per farci abitare nella Sua Casa.

Ma qual’è la casa? Il Vangelo parla di casa ma non la descrive e quindi la casa di cui paela il Signore e seguirlo è stare con Lui e comprendiamo allora che la Sua Casa è l’intimità con Lui, la Sua Casa è nel cuore del Padre. Come cristiani che camminano verso il Signore l’impegno è quello di porsi in un atteggiamento semplice, umile, onesto e capace di confronto continuo con le voci della vita per scorgere quella di Dio che ci chiama e che ci indica la strada da seguire.

Rileggi la pagina del Libro di Samuele e entra nella tua stanza e ripensa alla tua vita e anche tu rispondi «Parla, perché il tuo servo ti ascolta» per fare la Sua volontà.

In quei giorni, il giovane Samuèle serviva il Signore alla presenza di Eli. La parola del Signore era rara in quei giorni, le visioni non erano frequenti. E quel giorno avvenne che Eli stava dormendo al suo posto, i suoi occhi cominciavano a indebolirsi e non riusciva più a vedere. La lampada di Dio non era ancora spenta e Samuèle dormiva nel tempio del Signore, dove si trovava l’arca di Dio.
Allora il Signore chiamò: «Samuèle!» ed egli rispose: «Eccomi», poi corse da Eli e gli disse: «Mi hai chiamato, eccomi!». Egli rispose: «Non ti ho chiamato, torna a dormire!». Tornò e si mise a dormire.
Ma il Signore chiamò di nuovo: «Samuèle!»; Samuèle si alzò e corse da Eli dicendo: «Mi hai chiamato, eccomi!». Ma quello rispose di nuovo: «Non ti ho chiamato, figlio mio, torna a dormire!». In realtà Samuèle fino ad allora non aveva ancora conosciuto il Signore, né gli era stata ancora rivelata la parola del Signore. Il Signore tornò a chiamare: «Samuèle!» per la terza volta; questi si alzò nuovamente e corse da Eli dicendo: «Mi hai chiamato, eccomi!». Allora Eli comprese che il Signore chiamava il giovane. Eli disse a Samuèle: «Vattene a dormire e, se ti chiamerà, dirai: “Parla, Signore, perché il tuo servo ti ascolta”». Samuèle andò a dormire al suo posto. Venne il Signore, stette accanto a lui e lo chiamò come le altre volte: «Samuèle, Samuèle!». Samuèle rispose subito: «Parla, perché il tuo servo ti ascolta».  Samuèle crebbe e il Signore fu con lui, né lasciò andare a vuoto una sola delle sue parole. Perciò tutto Israele, da Dan fino a Bersabea, seppe che Samuèle era stato costituito profeta del Signore.
(1Sam 3,1-10.19-20)

Raccogliamoci nel silenzio della nostra stanza, faciamo tacere le voci del mondo, rileggiamo la Parola di Dio e rimettiamoci in ascolto e il nostro cuore animato dallo Spirito Santo ci darà la risposta, verifichiamola con il nostro sacerdote, confessore, direttore spirituale e iniziamo tutti con coraggio, entusiasmo e fede a fare la volontà del Signore.

@unavoce

 

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