dalla Preghiera … alla Carità

 

“la Chiesa non è un negozio, non è un’agenzia umanitaria, la Chiesa non è una ONG, la Chiesa è mandata a portare a tutti Cristo e il suo Vangelo; non porta se stessa– se piccola, se grande, se forte, se debole, la Chiesa porta Gesù e deve essere come Maria quando è andata a visitare Elisabetta. Cosa le portava Maria? Gesù. La Chiesa porta Gesù: questo è il centro della Chiesa, portare Gesù! Se per ipotesi, una volta succedesse che la Chiesa non porta Gesù, quella sarebbe una Chiesa morta! La Chiesa deve portare la carità di Gesù, l’amore di Gesù, la carità di Gesù” (Cfr. Papa Francesco)

 

In una udienza di qualche anno fa Papa Francesco ha ricordato che la Chiesa non è una ONG e mi soffermo su questo perché talvolta la preoccupazione della carità ci fa dimenticare l’annuncio del Vangelo diventando noi preti e le nostre comunità delle organizzazioni umanitarie.

Tutto è giusto e tutto serve, certamente e a pancia piena si ascolta meglio il Vangelo ma il rischio è di fermarci alla pancia piena senza andare oltre o per riempire la pancia svilire quello che anima questo impegno sociale che è la preghiera, l’amore a Dio e alle cose di Dio, l’amore alla Chiesa e alle cose della Chiesa, si, anche quella Chiesa strutturata così che pur cambiando nei modi e nei tempi rimane una struttura umana che ci da la garanzia della Fede e coordina il cammino di un popolo il popolo santo di Dio, un popolo che vive nel mondo e con il mondo e in dialogo con il mondo e dove la Chiesa nella sua solennità che non deve venir meno perché ci ricorda la grandezza della sua presenza, non deve dimenticare – e lo dico a me prete di periferia ai confini –che ogni nostro agire sia conforme al Vangelo e alla sua Chiesa, ogni nostra attività abbia da Lui inizio e in Lui il compimento con la dignità del mistero che si celebra e si annuncia senza trasformare le Messe in mense e le celebrazioni in teatro pensando che così è più appetibile il messaggio di Cristo. In questo modo la chiesa onora l’uomo e l’umanità con un servizio profetico che porta alla carità ma senza dimenticare il messaggio di Cristo che deve dare dignità e rispetto a tutti pur salvando ognuno le proprie caratteristiche e specificità tradizioni e costumi.

Un richiamo a me stesso sull’invito del papa ad essere rappresentante, ministro, collaboratore e pastore di una Chiesa da campo sporcandosi le mani senza dimenticare a chi siamo mandati. Una piccola nota alla mia comunità e allo spirito che la deve animare e a come leggere e commentare e vedere le cose che ci circondano senza puntare il dito o dare giudizi temerari.

Si parte dalla vita spirituale personale per arrivare ad allungare le braccia verso i fratelli, essere cristiani ci ha ricordato il papa significa vivere la carità con il cuore di Cristo e Cristo avena i tempi e i modi per fermarsi, per pregare, per stare con i suoi per poi andare verso gli altri. Non facciamo l’errore di essere talmente attenti al mondo di dimenticare che noi siamo nel mondo ma come cristiani. “Viviamo nel mondo, ma non siamo del mondo” (Gv 17, 14)

@unavoce

Foto di Copertina: fonte