ti abbiamo dimenticato

Al mattino fammi sentire la tua grazia, poiché in te confido.
Fammi conoscere la strada da percorrere, perché a te si innalza l’anima mia. (
Salmo 143,8)

Sarò sicuro nel mio cammino, perché ho ricercato i tuoi voleri. (Salmo 119,45)

 

Il Dio dimenticato è anche il titolo di un saggio, ma non lo conoscevo pensavo a queste parole e per documentarmi un po’ mi sono imbattuto in questo titolo, quindi nessun plagio ma solo voglio indicarvelo e da questa espressione iniziare una chiacchierata semplice con voi.

Guardando cosa accade nel mondo e non mi riferisco solo alle guerre e ai drammi che ogni giorno ci vengono presentati dalle cronache, ma a quello che succede nel mondo intorno a noi, mi accorgo, e non solo io ovviamente, che abbiamo dimenticato Dio, il sacro e ogni scusa è buona per tirarsi fuori e puntare il dito perché la Chiesa, perché i preti, perché le religioni, perché la morale, l’etica, le regole, ecc. ogni scusa è buona per non ascoltare, per non fare quel silenzio nel cuore necessario a capire quali sono le cose vere che rimangono e tralasciare quelle che alla fine svaniscono. Ovvio che ognuno di noi secondo la sua vita le sue scelte e la sua età deve fare esperienza e sbatterci la testa ma questo non può essere la scusa per non saperci comportare nel mondo e con il mondo e per questo dimenticare Dio perché in qualche modo le religioni qualunque essa siano ci ricordano i nostri doveri, il nostro impegno ma siccome Dio non lo vediamo e quando lo preghiamo non fa quello che gli chiediamo allora lo eliminiamo dal nostro cammino e anche per noi preti nonostante l’impegno talvolta dimentichiamo il compito del primo annuncio, della testimonianza e della condivisione facendo discorsi o teologicamente complicati o lontani dalla realtà o cadendo nella trappola di un linguaggio moderno e alla moda invece di ricordare il ruolo che abbiamo di educatori del sacro e della vita, quella educazione e presenza semplice fatta di incontro costante e disponibilità a spiegare e chiarire là dove ci sono delle incomprensioni e non a confondere o essere “di questo mondo”, la voce del sacro non sempre concorda con quello che pensiamo e che crediamo sia la verità della vita.

Abbiamo dimenticato Dio e quindi il sacro nella vita viene abbandonato e aumentano bestemmie, litigi, invidie, guerre, interessi personali, decadenza morale in tutti i settori della vita dalla famiglia al lavoro, dalla società alla politica alla vita ordinaria. Il “tutto e subito” e il “faccio quello che voglio” sono le regole di questo nostra tempo che pur critichiamo negli altri ma che poi rischiamo di vivere tutti in modi magari differenti ma con gli stessi risultati.

All’inizio di un nuovo anno non voglio fare dei bilanci ma vorrei dirvi facciamo soprattutto dei proposti seri, di cambiare ritmo, prospettiva, sguardo e iniziare a fare un po’ di silenzio per ascoltare e non solo per gridare le nostre verità, facciamo silenzio per capire e studiare, per imparare. Interroghiamo gli anziani, guidiamo i giovani, impariamo a rispettarci e a riprendere quel cammino di conoscenza delle cose di Dio e della religione, qualunque sia la tua, che ci permettono di recuperare quel bagaglio spirituale che ci fa persone umane serie e degne di questo nome.

Come il popolo d’Israele, che liberato dalla schiavitù d’Egitto si è sempre lamentato e addirittura ha costruito il vitello d’oro come ci racconta il Libro dell’Esodo al Capitolo 32, siamo anche noi nel nostro tempo. Il papa recentemente ha scritto ai giovani di Taizé che hanno partecipano a Lubiana al 46.mo incontro europeo di fine anno e li ha invitati ad “avere il coraggio di costruire un mondo diverso”, leggiamo le sue parole e lasciamoci coinvolgere da questo invito non solo per i giovani ma per ognuno di noi secondo la sua età. E’ il tempo di reagire a questa apatia spirituale a riprendere il cammino di conoscenza delle cose di Dio, di preghiera, di crescita spirituale, di educazione religiosa, di rispetto delle cose sacre, è il tempo dell’ impegno serio nel frequentare le vostre parrocchie, i vostri gruppi, le nostre chiese e a rimetterci in gioco e a coltivare quella parte della nostra vita, il cuore e l’anima, per realizzare veramente la vita sia nei rapporti interpersonali a tutti i livelli che nel quotidiano ménage della ordinaria attività dal lavoro al divertimento dall’impegno sociale a quello locale. Tutto è bello e utile, tutto è lecito se vissuto nel rispetto, nella correttezza e con serietà.

Questi i propositi che faccio a me stesso e che invito a fare anche voi per vivere una vita serena consapevoli del dono che abbiamo di questo tempo e prendere coscienza che non vale la pena sprecarlo ma dobbiamo imparare ad amarci a rispettarci e scendere dai piedistalli dell’invidia e della prosopopea di crederci i migliori, ma impegnandoci e rimboccandoci le maniche, facendo ognuno il suo. Le regole di questo mondo sono per aiutarci a camminare su questa strada e così quella della Chiesa e se qualche cosa è da aggiustare lo si fa e lo si farà nel rispetto reciproco, ma viviamo sereni questo è lo scopo della vita e della fede.

Non dimenticare Dio, non offenderlo, non offendere le religioni e le persone consacrate sono loro che ti guidano al Signore e se qualcuno di questi è indegno abbi la carità che desideri nella giustizia e nella verità ricevere. Eliminiamo i vitelli d’oro e costruiamo un mondo diverso, recuperiamo la strada che abbiamo smarrito.

@unavoce

 

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