Atteggiamento del cuore

“In ogni cosa rendete grazie, perché questa è la volontà di Dio per voi” (1Te 5,18).

 

Il 31 gennaio la Chiesa ci fa celebrare la memoria di san Giovanni Bosco e leggendo alcuni sui scritti mi sono imbattutto nel racconto di Michele Magone un ragazzo dell’Oratorio di don Bosco di cui lui annota  la sensibilità nella gratitudine, così con voi mi permetto ad alta voce di fare una semplice chiacchierata.

“La Bibbia dà un giudizio piuttosto severo sulla mancanza di riconoscenza e la pone fra le qualità negative che caratterizzano gli uomini degli ultimi tempi. In 2Timoteo 3:1-5 leggiamo: “perché gli uomini saranno egoisti, amanti del denaro, vanagloriosi, superbi, bestemmiatori, ribelli ai genitori, Ingrati, …” e termina con l’ammonizione “da costoro allontanati!”. (cfr.ilcristiano)

La capacità di dare valore alle cose è difficile, fatichiamo in questo sentimento e nelle sue espressioni, siamo grati a Dio e alle persone solo se c’è un beneficio dimenticando che la gratitudine è la via della felicità. Essere capaci di dare valore alle piccole cose di ogni giorno, ai piccoli genti quotidiani, valore alle persone e alle cose in modo sincero, vero e attento sono la via della felicità.

La mancanza di riconoscenza è segno di profondo egoismo e questo nostro tempo sembra segnato proprio da questo elemento quasi da considerare come un male sociale, tutto è dovuto.

“Se lasciamo che i nostri pensieri si concentrino di più su ciò che ci piacerebbe e che non abbiamo, piuttosto che sulle tante benedizioni che il Signore ci fa godere ogni giorno, non ci vorrà poi molto per essere scontente e lamentarsi anche per i motivi più banali. Ma forse certi atteggiamenti nascondono un problema più profondo, che va oltre le cose materiali, e rivelano una certa insoddisfazione nei riguardi di Dio. Succede a volte, come quando la vita presenta grosse difficoltà, di avanzare delle pretese davanti a Dio. Esigiamo quelli che pensiamo essere nostri diritti, magari solo nell’intimità dei pensieri, ma con la convinzione che ci siano dovuti. Le cose però non stanno in questo modo. Ci è stato insegnato a dire “grazie” ogni volta in cui qualcuno fa qualcosa per noi, ma la gratitudine è più di questo. È un atteggiamento del cuore, è un’inclinazione del carattere che Dio desidera realizzare in noi”. (cfr o.c.)

La gratitudine ci insegna non solo a ringraziare e riconoscere il bene e il bello che c’è in noi ma anche attorno a noi, vedere gli altri come occasione di gratitudine. Non dare nulla per scontato e nulla come diritto, prova a pensare ai motivi di gratitudine che hai nella tua vita dai fatti alle persone che hai incontrato a quello che ogni giorno vivi. Ricordiamoci che essere grati non ci porta la felicità, ma è la felicità per essere grati che ci rende tali. Vivi questa emozione perché di questo si tratta e si parla una emozione che dobbiamo vivere e non dipende da cosa ci accade o da quello che possediamo ma solo da come viviamo questo e quale significato gli diamo. Si è grati anche per situazioni dolorose, perché hai avuto accanto persone, sei stato sostenuto, … dipende dal significato che dai agli eventi e alle varie situazioni della vita.

Il mondo dipende anche da come lo guardi, più volte abbiamo detto che sappiamo accorgerci di ciò che non va e difficilmente di quello che è buone e bello, prova, sforziamoci a rendere grazie per quello che siamo e abbiamo, impariamo ad esprime riconoscenza per ciò che abbiamo e non per quello che vorremmo.

La gratitudine è “la memorai del cuore” ha detto Lao Tse filosofo cinese del VI secolo, non è solo una questione di educazione, ma è una esperienza spirituale di coraggio e amore. Invochiamo il Signore e chiediamo  per intercessione di della Beta Vergine Maria Ausuliatrice e San Giovanni Bosco la capacità anche noi di saper ringraziare sempre di quello che abbimo e di quello che ci accade nella vita.

@unavoce

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