Segno di civiltà
“Purtroppo ai nostri giorni la superficialità è una divisa indossata con orgoglio, l’arroganza dell’insipiente è rispettata e considerata segno di decisionismo e persino di acutezza. Essa conduce non solo all’approssimazione e all’impreparazione, ma anche alla rozzezza, all’inciviltà, al cafonal, come si è soliti dire (e chi lo è non s’imbarazza certo di essere così classificato”. (cfr. Card. G.Ravasi)
Leggevo in questi giorno un libro del Cardinal Gianfranco Ravasi “Le parole del mattino”, e vi riportato in apertura la frase che mi ha colpito per soffermarmi con voi in questa chiacchierata su questo tema che già altre volte abbiamo affrontato in altre occasioni.
Uno dei difetti maggiori che rileviamo nella nostra società moderna è la mancanza di rispetto e di buona educazione che sembra sempre di più venir meno e lo vediamo purtroppo non solo nei giovani ma anche nei grandi che dovrebbero essere tra le altre cose di esempio.
Il cedere il posto a una persona più grande, il rispetto dei ruoli pubblici, degli insegnati, dei genitori stessi, – dove purtroppo si nota una abdicazione quasi totale del loro impegno educativo in nome di uno spirito di modernità che trova poco senso nella logica normale e non solo e ripeto da parte dei giovani ma anche di persone mature per età almeno e non per intelligenza, che tralasciano i propri anziani giustificandosi dalle molte attività e dal lavoro, che è sicuramente un elemento ma che non può giustificare l’assenza educativa – è purtroppo una situazione evidente a tutti noi.
L’educazione e il rispetto stanno alla base della convivenza e non servono titoli di studio o origini nobili anche perché possiamo constatare purtroppo che anche tra questi talvolta manca il garbo e la gentilezza. Gridare le proprie idee non è il modo di farle comprendere, parlare male delle figure istituzionali che siano civili o religiose non è il modo di fare crescere e migliorare ma ingenerano solo dissapori e correnti, destra o sinistra, progressisti o conservatori, moderni o antichi.
Recuperare il rispetto attraverso un linguaggio e un tono corretto, comportarsi da persone intelligenti del vivere che va al di là dei limiti e dissapori o dolori personali, non possono intaccare la buona educazione soprattutto se scriviamo o parliamo al pubblico e in pubblico. Lo dico per me prima di tutto ma vorrei ricordarlo a tutti che far valere le proprie ragioni non significa fare squadrismo ma rispettare tutto e tutti e questo è alla base della vera libertà sia di azione che di pensiero. Se poi si appartiene a una categoria di persone che sia civile o religiosa prima di tutto bisogna essere coerenti con le proprie idee e chi è il garante di queste rispettando quelle degli altri e mettendosi in dialogo se si vuole far comprendere un messaggio una idea un percorso che abbia un fine comune e non privato ovviamente sarà la strada per essere persone fedeli e che credono negli ideali per i quali vivono e lavorano.
Parlare male del Papa o del Presidente della Repubblica, del superiore o del genitore, del comandante e dell’insegnate o del datore di lavoro non serve se non a creare acredine e divisione. Nessuno ovviamente è perfetto e tutti dobbiamo crescere e imparare ma se demonizziamo l’autorità qualunque essa sia siamo solo degli “arruffapopoli” come vediamo in molti ecclesiastici e politici tanto per citare alcune categorie.
Ora mi soffermo sulla figura del Papa che per noi cristiani oltre che per il mondo è un riferimento unico e inalienabile al di là della persona, pertanto il rispetto che gli si deve parte dalla convinzione profonda di fede che Cristo è il mio riferimento e la Chiesa è la strada pertanto il successore di Pietro anche se nella storia abbiamo avuto limiti e difetti non giustifica la mancanza di attenzione, di rispetto e di amore, il Papa è il Papa, il Presidente è il Presidente, il Genitore, l’Insegnate, il Comandante … se qualche cosa abbiamo da far notare ci sono i modi e i luoghi adatti.
Si constata purtroppo che l’autorità viene messa in discussione già in giovane età, i genitori e gli educatori devono recuperare il loro ruolo e il dialogo e la spiegazione dei concetti e delle regole se è fondamentale, non deve però scendere a compromessi, il Genitore non è il fratello ma è il Genitore, il Papa non è il confratello di turno ma è il Papa … quando non è capita questa dinamica, perché alcuni hanno bisogno di tempo maggiore, non giustifica però la maleducazione e la mancanza di rispetto da parte di alcuni.
Iniziamo tutti a vivere con eleganza, gentilezza, rispetto, delicatezza e il mondo potrebbe essere migliore e sicuramente le nostre famiglie, le nostre comunità, i nostri ambienti vi vita e di lavoro. Papa Francesco in visita a Torino ai Salesiani ricordò i tre amori bianchi di don Bosco: “la Madonna, la Chiesa e il Papa”. Impariamo anche noi dal Santo Piemontese padre dei giovani e uomo della carità a vivere con questo rispetto e questa attenzione, parliamo bene del Papa, amiamo la Chiesa preghiamo la Vergine Maria che ci aiuti ad essere nel mondo testimoni di questa educazione gentile e rispettosa verso la Chiesa e il Mondo, verso le figure istituzionali e i ruoli che alcuni di noi hanno nella società.
@unavoce
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