Liturgia della Parola

VI Tempo Ordinario

ritornare a stare in ginocchio dinanzi a Dio, con l’intima coscienza che tutto dipende da Lui

VI DOMENICA DEL TEMPO ORDINARIO

“Signore se vuoi puoi darmi la forza” e Gesù mosso a compassione disse “Lo voglio, abbi la forza”. (Mc 1,40-41)

 

Lasciamoci affrancare nella fede, in questo piccolo “francobollo di spirituale”, con le parole di Don Silvio Longobardi: “Venne da lui un lebbroso, che lo supplicava in ginocchio” (1,40). La prima parte del racconto offre l’immagine di un’umanità dolente che s’incontra con la compassione di Dio (1, 40-42). La richiesta del lebbroso non è gravata da alcuna pretesa, anzi manifesta una straordinaria libertà interiore: “Se vuoi… puoi”. La risposta di Gesù è assai consolante, prima lo tocca e poi dice: “Lo voglio”. Parole e gesti che fanno pensare ad una vera e propria liturgia sacramentale. La tempestività e la determinazione con cui Gesù agisce sono l’icona visibile della compassione di Dio, il segno visibile di un Dio che desidera liberare l’uomo dal male e fa di tutto per vestire a festa la nostra vita. Nel racconto della creazione c’è una parola commovente: “Non è bene che l’uomo sia solo: voglio fargli un aiuto che gli corrisponda” (Gen 2,18). È solo il primo passo di una storia che trova il suo sigillo nella redenzione. Contemplando tutto questo, Paolo scrive: Dio “vuole che tutti gli uomini siano salvati e giungano alla conoscenza della verità” (1Tm 2,4). Dio si preoccupa per noi, non siamo insignificanti ai suoi occhi. Questa certezza ci dà la libertà di bussare alla porta di Dio non con la pretesa di ottenere sempre ciò che chiediamo ma con la certezza di essere amati. Per questo, se non otteniamo quello che desideriamo, non cadiamo nella lamentazione ma confessione la fiducia.La richiesta del lebbroso è fatta di parole ma anche di gesti: “lo supplicava in ginocchio” (1,40). È il segno della fede. Dobbiamo ritornare a stare in ginocchio dinanzi a Dio, con l’intima coscienza che tutto dipende da Lui. È il gesto che dobbiamo ripetere ogni mattina, prima di immergerci nella vicenda tumultuosa della giornata. Supplichiamo il buon Dio di donare luce e forza per camminare nelle sue vie. Chi prega così, si dispone ad accogliere lo Spirito che lo rialza. “Mi inginocchio dinanzi all’Eucaristia per poter essere in piedi dinanzi agli uomini”: diceva Alcide De Gasperi (1881-1954) che ha unito fede e impegno politico. Oggi chiediamo la grazia di riscoprire questo gesto antico e sempre attuale”. (cfr. puntofamiglia)