Mercledì delle Ceneri

Liturgia della Parola

Con le parole dell’acclamazione al Vangelo della liturgia del Mercoledì delle Ceneri voglio iniziare la Santa Quaresima: “Oggi non indurite il vostro cuore, ma ascoltate la voce del Signore”.  (Cf. Sal 94 (95),8ab), abbassare la guardia per lasciarci abbracciare dal Signore così iniziamo il nostro Viaggio/ Pellegrinaggio come scritto nella Lettera alla quale ti rimando per animare la nostra comunità cristiana con le stellette: “la Quaresima, un Tempo per riordinare la nostra vita e della nostra vita anche la parte spirituale di essa. Un anno di preghiera quindi sull’invito del santo Padre che si unisce all’impegno della nostra proposta pastorale sull’approfondimento della Celebrazione Eucaristica e con questi inviti proseguiamo il “viaggio” della nostra comunità che sarà strutturato sulla preghiera non solo personale ma quella comunitaria offendo più momenti e penso a questo tempo come un pellegrinaggio, un viaggio verso Cristo”. (cfr. Lettera “Il Viaggio” per l’inizio della Quaresima)

Così Mercoledì 14 Febbraio iniziamo il Tempo di Quaresima con la celebrazione del Mercoledì delle Ceneri, ti rimando agli avvisi delle varie iniziative di preghiera, formazione e carità (vai al link).

Con un gesto semplice e umile come è quello delle Ceneri (frutto dei rami di ulivo bruciati dello scorso anno) vogliamo preparare il cuore ad ascoltare meglio e di più la Parola del Signore perché possa trasformare la nostra vita, illuminando le nostre scelte con la Sua Parola, dando voce alle nostre preghiere per recuperare quello che sembra perso dando tempo a Dio e mano concreta alla nostra carità. Ora vi lascio di seguito un commento per affrancarci nella fede con il consueto “francobollo spirituale”. (@unavoce)

“Il mercoledì delle ceneri apre il grande tempo della Quaresima. Esso non è un tempo triste ma penitenziale. La differenza è importante perché la penitenza è purificarci da tutto ciò che impedisce la gioia. Il nostro cuore a volte è incrostato di tante cose che lo appesantiscono. Cose che facciamo fatica a toglierci di dosso. Cose che non vogliono morire. Si ha allora bisogno di chiamare queste cose per nome e di togliere a esse ogni forma di sostentamento. Solo così, come una cellula tumorale che non ha più possibilità di nutrirsi e quindi muore, allo stesso modo ciò che ci impedisce di essere liberi deve morire in noi. Tutto il tempo della Quaresima ci aiuterà ad accendere la luce su molti aspetti che solitamente teniamo occultati dentro di noi. Ma il punto di partenza ce lo suggerisce Gesù nel brano del Vangelo di Matteo di oggi: “Guardatevi dal praticare le vostre buone opere davanti agli uomini per essere da loro ammirati, altrimenti non avrete ricompensa presso il Padre vostro che è nei cieli”. La prima cosa da far morire è l’irrefrenabile desiderio di apparire, di essere visti dagli altri, di cercare lo sguardo degli altri. Questa cosa non va intesa in maniera moralistica, bensì in chiave esistenziale. Tutti abbiamo bisogno di uno sguardo di bene addosso per poter vivere. Nessuno di noi può fare a meno di sentirsi guardato e stimato con affetto, ma ciò che ci insegna Gesù è che questo sguardo che umanizza la nostra vita noi ce l’abbiamo addosso sempre, ed è lo sguardo di Dio. Egli infatti ci guarda sempre con tutta la stima e il bene necessari a vivere. È Lui, infatti, che ci ha dato la vita. Ed è Lui, infatti, che ci mantiene vivi. Se lo fa è perché riesce a vedere al di là delle nostre miserie, così come ci ha insegnato Gesù. Egli infatti riusciva a vedere in ognuno non semplicemente la loro colpa, ma l’uomo o la donna nascosti sotto di essa. La Quaresima è il tempo in cui dobbiamo farci raggiungere da questo sguardo, e sbarazzarci di tutto ciò che lo impedisce. (cfr. d. L.M. Epicoco)