Quello che volevamo essere

guarda il volto del tuo consacrato.
 Per me un giorno nei tuoi atri
è più che mille altrove,
stare sulla soglia della casa del mio Dio
è meglio che abitare nelle tende degli empi.
(Salmo 84, 10-11)

 

Quando si arriva ad una età dove raddoppiandola o solo aggiungendo quale anno passa il tuo tempo stesso allora significa che sei diventato grande, grande ma solo di età perché essere grandi era il sogno del bambino e deve essere il sogno continuo per ogni bambino, ma rimane anche l’animo del grande. Sognare, ma i sogni se non mettono in conto determinazione, impegno, fatica e fallimenti non si avvereranno.

Ognuno di noi aveva sogni nel cassetto, non i sogni della notte ma i sogni di bambini, i sogni di giovani e di uomini in erba che pensavano alla grande, pensavano di essere invincibili di poter arrivare dove ci si era prefissati.

Ora guardando come in un film che si arrotola al contrario o vedendo come dei flashback cinematografici, dei ritorni al passato e ripercorrendo gli anni ti accorgi che i grandi sogni le grandi aspettative non sempre si sono avverate o meglio si sono avverate grandi cose ma non sempre e non tutto di quel sogno iniziale per il quale avevi fatto tanta fatica.

Sembrerebbe un discorso triste, malinconico invece scrivo così perché solo qualche capello bianco mi fa pensare e mi porta con una saggezza che non è saggezza ma semplice riflessione al cammino fatto e alle cose compiute o a quelle che si sarebbero potute fare e alla luce di una fede semplice e imperfetta, debole e fragile non posso non riconoscere l’azione di Dio che mi ama ancora prima di esserci, mi ama ancora prima di cosa scelgo, mi ama anche davanti alle mie continue cadute.

Errori macroscopici si fanno nella vita e quelli che pensano di non aver fatto errori forse non hanno avuto il coraggio di farli o di riconoscerli, ma il coraggio non fa di un uomo quello che pensa di essere, il coraggio senza la fede, senza la fiducia, senza l’amore porta ad errori e ad un profondo egoismo. 

Dico a me, dico ai giovani e non più giovani dico a chi ha la pazienza di leggermi che bisogna sempre sognare in grande ma non dimenticando mai che non si ottiene nulla senza la fatica senza sofferenza senza passare dal calvario e non sempre i nostri sogni si avverano. La nostra fede in Dio, sincera onesta, devota ci porrà in quella umiltà capace di accettare chi siamo, cosa siamo e dove siamo, sapendo vedere i limiti che si hanno e che non puoi nascondere neppure a te stesso.

Io volevo essere prete e lo sono e da giovani pensavamo di essere i salvatori del mondo, pensavamo che potevamo ingannare un professore a un esame e farla franca o con le chiacchiere incantare per rispondere a domande più o meno difficili sulla vita e sulla fede, non per cattiveria ma prima per ingenuità ed età e poi per fini nobili quello di portare tutti a Gesù, ma abbiamo dimenticato la cosa fondamentale che è il Signore a portare a Se le persone a noi il compito di Amarlo e di testimoniare questo amore con la vita.

Penso sia questo il segreto del sogno, crederci e saper leggere con il cuore, saper accettare i propri limiti ed errori, saper accogliere fidandosi e affidandosi al Signore. Il Signore viene a noi i modi differenti, sconosciuti e imprevisti, talvolta ci fa toccare il fondo per farci comprendere il Suo amore.

Leggi il tuo passato e il tuo presente con questa fede e troverai il sogno nel quale troverai la pace del cuore. Quel sogno è il vero amore, la vera fede, la vera felicità e ha un nome solo: Gesù, in Lui si realizzano gli altri sogni, le nostre vocazioni, non i tuoi sogni ma i Suoi pensati per ognuno di noi. Impariamo ad accoglierlo, ad accorgerci che Lui passa nella nostra vita, non essere distratto. Il Sogno di Dio è quello di essere amato da noi, da ognuno di noi.

@unavoce

 

Foto di Copertina: fonte