La strada smarrita
«Nel mezzo del cammin di nostra vita
mi ritrovai per una selva oscura,
ché la diritta via era smarrita.» (Inferno, I canto, vv.1-3)
Le parole del sommo poeta introducono questi semplici pensieri quasi alla vigilia dell’inizio della Settimana Santa e il titolo di un libro che ha fatto tanto scalpore “il mondo al contrario” creando in molti disagio, ci suggerisce una riflessione. Probabilmente è proprio così, il mondo va al contrario e noi facciamo il mondo le nostre scelte e anche la nostra fede. Ora, senza giudicare o puntare il dito ne commentare il libro, non è questo lo scopo, ma facendo una autoanalisi del nostro stile di vita delle nostre scelte delle nostre parole e ideali forse nel cammino della nostra vita ci siamo ritrovati a perderci e a perdere la strada, quella dell’amore e del rispetto reciproco e anche della nostra fede in Gesù.
Abbiamo escluso Dio dalla vita, abbiamo escluso la religione dalla vita, vogliamo l’amore ma non viviamo nell’amore, vogliamo la felicità ma viviamo nel litigio, vogliamo star bene ma usiamo sotterfugi per fare quello che vogliamo incolpando tutti istituzioni e persone regole e norme ma senza fare la nostra parte, abbiamo perso la strada della gentilezza e dell’eleganza, abbiamo perso il rispetto verso gli altri pretendendolo solamente senza darlo. Perché questo perché accade tutto questo nel mondo? e non in un mondo lontano ma anche accanto a noi, in noi in casa nostra nelle nostra società, nelle nostre comunità e gruppi.
Siamo sempre più egoisti e senza voler far nulla pretendere, vale per la cultura per il lavoro per la vita e anche nei rapporti interpersonali che siano di amore, di amicizia, di lavoro o di qualsisia natura. Abbiamo superato il passato perché abbiamo pensato che la modernità, i tempi odierni così debbano andare, ma ci manca la passione e la calma, la voglia di fare e costruire veramente be con impegno.
Volgiamo tutto e subito, vogliamo senza fare, pretendiamo senza impegnarci. Vogliamo una vita più sana ma non rispettiamo la natura se non a parole, portiamo ad esasperazioni concetti che non portano da nessuna parte dimenticando la normalità del ciclo della vita. Ci scandalizziamo di guerre e abusi, di cattiverie e di odio ma viviamo ogni giorno arrabbiati in casa e attorno a noi, abusiamo con la nostra prepotenza e le nostre convinzioni senza ascoltare senza metterci in discussione. Reclamiamo diritti e giustizia, parità e spazi ma non rispettiamo quello degli altri.
Le parole non servono più ne quelle belle che scaldino il cuore e tanto meno quelle dure che creano divisione e litigi. L’arte e la musica subiscono un crollo di stile e di buon gusto, la cultura dimenticata perché non produce denaro immediato. Si vuole essere degli arrivati senza fare fatica senza impegno e sacrificio ma pronti però a giudicare e a incolpare tutto e tutti meno che farsi un esame di coscienza serio.
Riprendiamo la strada smarrita, recuperiamo quei valori che abbiamo abbandonati perché del passato, recuperiamo lo stile di un tempo non per un sentimentalismo vuoto ma perché in quei gesti poveri, lenti e calmi c’è lo spazio per vivere in serenità, si! ci sono anche discussioni e litigi ma con una serietà che ci porta a un contrasto per trovare poi la gioia dell’amicizia e del rispetto pur rimanendo ognuno secondo le proprie idee.
Prova a tornare, a dare valore ai piccoli gesti, del tempo da dedicare alle persone, prova a diminuire le cose da fare e dai spazio a te e agli altri. L’episodio della pecora smarrita del Vangelo (Lc. 15, 1-10) che mette in ansia e in ricerca il pastore sino a che la trova, è l’impegno che ognuno di noi dovrebbe metterci per lasciare un po’ le cose e così recuperare quelle persone e quelle situazioni che abbiamo ritenuto passate e obsolete. Riprendiamo ad ascoltare, ad ascoltarci a rispettare il pensiero e le scelte degli altri, riprendiamo un linguaggio gentile, educato non volgare, riprendiamo a curare i piccoli genti. Una carezza, uno sguardo gentile, una parola delicata, il tono della voce bassa, la disponibilità ad ascoltare … valgono più di strilla e grida di ideali vuoti e irrispettosi per richiamare l’attenzione, per riprendere quella strada di nobiltà di cuore che tutti desideriamo.
@unavoce
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