Lettera in occasione della S. Pasqua
“Gioisca la terra inondata da così grande splendore; la luce del Re eterno ha vinto le tenebre del mondo. Gioisca la madre Chiesa, splendente della gloria del suo Signore,e questo tempio tutto risuoni
per le acclamazioni del popolo in festa”
(Annuncio Pasquale)
Siamo ormai alle porte della Santa Pasqua e vi raggiungo con queste semplici parole per aiutarci insieme e a vivere il Tempo Pasquale attraverso la preghiera non lasciandolo scorra inesorabilmente spuntando le varie date e ricorrenze come se nulla fosse ma come occasione di crescita umana e spirituale.
La Pasqua è il centro della nostra Fede e attraverso la preghiera in questo anno dedicato a recuperarne il senso e il significato possiamo giungere a una pratica sempre migliore ed essere per tutti l’occasione per non disperdere nulla del grande patrimonio e della grande tradizione della Chiesa che attraverso la preghiera personale e comunitaria loda il suo Dio.
Avendoci dato come riferimento in questo anno per la nostra comunità l’obiettivo di ripercorrere una informazione e formazione sulla liturgia soprattutto quella Eucaristica, oggi nel raggiungervi in occasione della Pasqua di Risurrezione, possano queste povere parole farci recuperare il senso e il significato della nostra preghiera. «Spesso trascurata o vissuta come adempimento, ma è una necessità della vita cristiana». (cfr. Mons. Mario Depini)
Più e più volte vi sono state proposte delle letture e degli articoli sul Sito “Una Voce” che richiamavano la storia e la spiritualità di geti e riti per rinfrancare la nostra preghiera e oggi illuminati dalla nuova luce di Cristo Risorto la preghiera deve diventare la pratica necessaria e fondamentale della nostra vita cristiana.
Così voglio introdurvi a una lettura, che lascio alla vostra disponibilità, sulla preghiera. Non un prontuario a come pregare e perché pregare, ognuno troverà la sua motivazione, ma per tutti l’occasione per farla diventare la risposta autentica all’amore a Dio e ai fratelli attraverso la propria vocazione. Prega in famiglia, prega con gli amici, prega da solo, prega in Parrocchia e in comunità, fai della tua vita una liturgia decorsa, attenta e devota sarà la risposa a Dio che ti ama e non ti lascia solo, sarà il tuo primo gesto d’amore verso la tua famiglia, e i fratelli.
“Mi chiedi: «Perché pregare?». Ti rispondo: «Per vivere». Sì: per vivere veramente, bisogna pregare. Perché? Perché vivere è amare: una vita senza amore non è vita… Sì: per vivere veramente, bisogna pregare. Perché? Perché vivere è amare: una vita senza amore non è vita. È solitudine vuota, è prigione e tristezza. Vive veramente solo chi ama: e ama solo chi si sente amato, raggiunto e trasformato dall’amore. Come la pianta che non fa sbocciare il suo frutto se non è raggiunta dai raggi del sole, così il cuore umano non si schiude alla vita vera e piena se non è toccato dall’amore. Ora, l’amore nasce dall’incontro e vive dell’incontro con l’amore di Dio, il più grande e vero di tutti gli amori possibili, anzi l’amore al di là di ogni nostra definizione e di ogni nostra possibilità. Pregando, ci si lascia amare da Dio e si nasce all’amore, sempre di nuovo. Perciò, chi prega vive, nel tempo e per l’eternità. E chi non prega? Chi non prega è a rischio di morire dentro, perché gli mancherà prima o poi l’aria per respirare, il calore per vivere, la luce per vedere, il nutrimento per crescere e la gioia per dare un senso alla vita”. (cfr. Mons. Bruno Forte)
Riprendiamo con impegno e determinazione il nostro cammino con una maggiore frequenza alla S. Messa feriale e festiva, alle varie proposte di preghiera che la nostra Parrocchia offre e educati a trovare tempo per pregare personalmente e comunitariamente con la Liturgia delle Ore, il S. Rosario e partecipando con devozione alla S. Messa nelle tue giornate tra le mille occupazioni a cui devi attendere, non lasciarti vivere, vivi la vita con passione e metti al centro Cristo, realizzerà con te e per il tuo cammino.
@unavoce
Foto di Copertina: “La Risurrezione” di Serena Amendola, Olio su tela Cesena 2017 – Opera contemporanea, di stile moderno, che raffigura il momento in cui il Cristo passa dal calvario alla gloria, in una visione singolare dell’autrice. La tela ci porta a contemplare una croce che si stacca e va verso il cielo. Nella croce che da rossa diventa chiara e si proietta verso l’alto si prefigura la Risurrezione. Ognuno di noi è chiamato a vivere questa vita e la croce è e sarà un elemento al quale non potremo sottrarci e che solo con essa raggiungeremo la Risurrezione.