Ravenna, Museo Arcivescovile, Cattedra di Massiamo, schienale, Annunciazione

Liturgia della Parola

Annunciazione

Dio è più grande della nostra immaginazione e delle nostre aspettative e proprio per questo ci chiede di seguirlo un passo la volta senza paura

ANNUNCIAZIONE del SIGNORE

A queste parole ella fu molto turbata e si domandava che senso avesse un saluto come questo (Lc 1,29)

 

Lasciamoci affrancare nella fede, in questo piccolo “francobollo di spirituale”, con le parole di don Luigi Maria Epicoco: Nove mesi esatti separano la data di oggi dal Natale. Ecco perché la festa di oggi è una festa del tutto speciale. La festa dell’Annunciazione ci fa fare memoria dell’incarnazione del Figlio di Dio. Attraverso il Si di Maria, Dio mette piede nello spazio e nel tempo. Questo mistero è così grande che nessun racconto e nessuna immagine possono rendere fino in fondo l’idea di tutto questo. Ma a noi basta ricordare una cosa essenziale: entrando nella storia nessuno di noi può più dire di essere solo. Dio è venuto a riempire della Sua Presenza la nostra solitudine. Il primo vero grande frutto della vita spirituale è coltivare costantemente la Presenza di Dio in noi. Il male sa bene che quando siamo soli siamo vulnerabili. Chi ravviva la Presenza di Dio nella propria vita crea i presupposti affinché il male non possa più vincere. È però importante non dimenticare che tutto questo è accaduto per mezzo di Maria. Ella rimane non solo il motivo ma anche il modello a cui dobbiamo ispirarci. Nella pagina del Vangelo di Luca di oggi non è occultata la sua umanità: “A queste parole – sottolinea l’evangelista – ella rimase turbata e si domandava che senso avesse un tale saluto”. Il primo impatto che abbiamo con Dio non è rassicurante ma bensì il suo contrario. La fede quando è vera mette in discussione, smonta i nostri castelli di carte, rimette ordine nelle nostre priorità. Maria ci insegna che per prendere sul serio Dio bisogna lasciarsi condurre da Lui attraverso questa modalità. Ricercare nella fede solo ciò che vorremmo è un po’ come confinare l’opera di Dio alle sole nostre sole aspettative. Dio è più grande della nostra immaginazione e delle nostre aspettative e proprio per questo ci chiede di seguirlo un passo la volta senza paura. Maria non segue Dio perché lo ha compreso fino in fondo ma perché si fida fino in fondo. È una grazia molto bella da domandare anche per noi”. (cfr. d.L.M. Epicoco)