Il Papa domenica scorsa al Regina Coeli si è soffermato sull’espressione ascoltata nel vangelo “Non vi chiamo più servi, ma amici” e ha sottolineato nella sua riflessione che per il Signore siamo “persone care al di là di ogni merito e attesa” e che il vero amico non abbandona mai.

“Nel linguaggio biblico, spiega il Papa, la parola “servo”, indica una persona speciale a cui si affida un compito importante, ma per Gesù noi siamo qualcosa di più grande, “che va al di là dei beni e degli stessi progetti” e dunque “per dire chi siamo noi per Lui” ricorre ad una realtà diversa, quella dell’amicizia. E afferma: Fin da bambini impariamo quanto è bella questa esperienza: agli amici offriamo i nostri giocattoli e i doni più belli; poi crescendo, da adolescenti, confidiamo loro i primi segreti; da giovani offriamo lealtà; da adulti condividiamo soddisfazioni e preoccupazioni; da vecchi condividiamo i ricordi, le considerazioni e i silenzi di lunghe giornate”. (cfr. VaticanNews)

Queste sue parole ci spronano a riflettere ognuno di noi su questa grande esperienza l’amicizia.

Come sono le nostre amicizie chi sono gli amici come le viviamo?

Essere amici e avere amici con il cuore di Cristo come cristiani amicizia che non è solo dialogare rispettare essere cortesi ma qualche cosa di più Gesù non ci considera servi anche se come dice il papa il servo era una persona importante considerata ma l’amico è ancora di più.

Gli amici sono quelli che finiti la festa si fermano a pulire e riordinare, con questa immagine voglio invitarti a riflettere sulle tue amicizie e con la domanda che il Santo padre ha rivolto a tutti noi: “Cristo per me ha il volto di un amico o di un estraneo?”.

Se Cristo non è un vero amico per noi difficilmente riusciremo ad essere amici tra di noi, Lui si ferma sempre anche dopo i nostri fallimenti ci conosce e rimane accanto.

@unavoce

 

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