La fede dei pagani
Vorrei senza ambizioni accademiche non solo perché non ho titolo ma neppure ne sarei in grado ma solo con gli occhi della fede e con una documentazione alla quale vi rimando, parlarvi dei Centurioni che vengono riportati nei vangeli e negli atti degli apostoli, quei soldati romani che nella vicenda di Gesù e dei suoi discepoli incrociano la strada e dalla loro esperienza trarre qualche spunto per la nostra preghiera e il nostro impegno.
Pietro prese la parola e disse: «In verità sto rendendomi conto che Dio non fa preferenze di persone, ma chi lo teme e pratica la giustizia, a qualunque popolo appartenga, è a lui accetto. Questa è la parola che egli ha inviato ai figli d’Israele, recando la buona novella della pace, per mezzo di Gesù Cristo, che è il Signore di tutti. Voi conoscete ciò che è accaduto in tutta la Giudea, incominciando dalla Galilea, dopo il battesimo predicato da Giovanni; cioè come Dio consacrò in Spirito Santo e potenza Gesù di Nazaret, il quale passò beneficando e risanando tutti coloro che stavano sotto il potere del diavolo, perché Dio era con lui. E noi siamo testimoni di tutte le cose da lui compiute nella regione dei Giudei e in Gerusalemme. Essi lo uccisero appendendolo a una croce, ma Dio lo ha risuscitato al terzo giorno e volle che apparisse, non a tutto il popolo, ma a testimoni prescelti da Dio, a noi, che abbiamo mangiato e bevuto con lui dopo la sua risurrezione dai morti. E ci ha ordinato di annunziare al popolo e di attestare che egli è il giudice dei vivi e dei morti costituito da Dio. Tutti i profeti gli rendono questa testimonianza: chiunque crede in lui ottiene la remissione dei peccati per mezzo del suo nome». (At 10,34-43)
“Il centro di tutto il racconto è il discorso di Pietro che annuncia Gesù di Nazaret, ma la prima scoperta di Pietro in casa di Cornelio è una verità che renderà possibile il seguito dell’evento, cioè la discesa dello Spirito sui pagani, ossia che «Dio non fa preferenza di persone». Se Dio non fa preferenza di persone, non ci sono dei privilegiati e degli scarti, è quindi necessario che Gesù risorto sia annunciato a tutti e che da tutti i popoli chi crede in Gesù venga accolto nella comunità cristiana. Pietro annuncia a Cornelio e alla sua casa la buona novella su Gesù in modo essenziale e stringato, (eco di racconti kerigmatici usati nell’evangelizzare i pagani, vv 37-41). Consacrato dallo Spirito Santo egli è il Signore di tutti (36), tutta la sua attività è riassunta in una formula potente «passò beneficando e risanando tutti» (38). Ucciso e crocifisso Dio lo risuscitò dai morti”. (cfr. p. M. Barbero)
Non conosciamo di tutti i nomi ma abbiamo alcuni riferimenti ai Centurioni, come abbiamo già accennato, che testimoniano la loro fede attraverso le vicende legate a Gesù. I primi tre Centurioni che ricordiamo e che fanno parte anche della spiritualità del nostro servizio di Assistenza Spirituale alle Forze Armate, come ebbe a scrivere Mons. G. Mani, Ordinario Militare in alcune meditazioni e che ho riportato in questo sito al quale ti rimando, sono quello di Cafarnao, quello di Gerusalemme e quello di Cesarea Marittima di cui conosciamo anche il nome Cornelio. Poi troviamo il Centurione sotto la croce che la tradizione gli attribuisce il nome di Longino. Incontriamo poi la figura marginale del centurione Giulio degli Atti degli Apostoli che troviamo al capitolo ventisette. Negli Atti degli Apostoli ancora al capitolo dieci ai versetti 9-22 vengono ricordati i centurioni inviati da Cornelio a Pietro e pur non conoscendo il loro nome sono parte di questa missione.
Pietro allora li fece entrare e li ospitò. Il giorno seguente si mise in viaggio con loro e alcuni fratelli di Giaffa lo accompagnarono. Il giorno dopo arrivò a Cesarèa. Cornelio stava ad aspettarli ed aveva invitato i congiunti e gli amici intimi. Mentre Pietro stava per entrare, Cornelio andandogli incontro si gettò ai suoi piedi per adorarlo. Ma Pietro lo rialzò, dicendo: «Alzati: anch’io sono un uomo!». Poi, continuando a conversare con lui, entrò e trovate riunite molte persone disse loro: «Voi sapete che non è lecito per un Giudeo unirsi o incontrarsi con persone di altra razza; ma Dio mi ha mostrato che non si deve dire profano o immondo nessun uomo. Per questo sono venuto senza esitare quando mi avete mandato a chiamare. Vorrei dunque chiedere: per quale ragione mi avete fatto venire?». Cornelio allora rispose: «Quattro giorni or sono, verso quest’ora, stavo recitando la preghiera delle tre del pomeriggio nella mia casa, quando mi si presentò un uomo in splendida veste e mi disse: Cornelio, sono state esaudite le tue preghiere e ricordate le tue elemosine davanti a Dio. Manda dunque a Giaffa e fà venire Simone chiamato anche Pietro; egli è ospite nella casa di Simone il conciatore, vicino al mare. Subito ho mandato a cercarti e tu hai fatto bene a venire. Ora dunque tutti noi, al cospetto di Dio, siamo qui riuniti per ascoltare tutto ciò che dal Signore ti è stato ordinato». (At 10,23-33)
“Solitamente questo lungo racconto viene intitolato «la conversione del centurione Cornelio», ma se si osserva bene il movimento del racconto, dall’inizio alla fine, si deve piuttosto intitolarlo «la conversione di Pietro». Il primo segno che Pietro comincia a cambiare è nel suo atteggiamento verso i messaggeri, «li fece entrare e li ospitò». Tra di essi vi è almeno un pagano, il soldato, e Pietro li accoglie in casa, cosa che non è lecito fare come spiegherà più tardi a Cornelio (v. 28). Il giorno seguente Pietro si mette in viaggio verso Cesarea con gli inviati di Cornelio, accompagnato da alcuni fratelli di Giaffa (v. 23), dettaglio non trascurabile: ciò che sta per avvenire a Cesarea sarà vissuto non solo da Pietro ma anche dai «fratelli di Giaffa» che l’hanno accompagnato. Sarà una conversione verso l’accoglienza dei pagani anche per questi fratelli che hanno accompagnato Pietro. Da parte sua, il centurione ha riunito in casa sua congiunti ed amici, è già una piccola assemblea / comunità disponibile ad accogliere il messaggio che l’ospite da Giaffa comunicherà loro. Cornelio accoglie con rispetto e venerazione Pietro gettandosi ai suoi piedi (25) ma Pietro lo alza con queste parole «Alzati, anch’io sono un uomo» (26). Il messaggio straordinario che dovrà comunicargli non fa di lui un essere superiore: «anch’io sono un uomo». Alla piccola comunità riunita, entrambi i protagonisti raccontano le loro visioni / esperienze fuori del normale che hanno spinto sia Pietro che Cornelio a comportamenti fuori del normale: Pietro entra in casa di un pagano, Cornelio manda a cercare Simone che a Giaffa si trova in casa di un conciatore (cf 9,43). Con questa presentazione della scena e dell’uditorio Cornelio dichiara la sua/loro disponibilità ad ascoltare il messaggio di Pietro. Il discorso di Pietro che segue, è il centro di questo lungo racconto ed è un modello di annuncio rivolto ai pagani: prima un breve aggancio alla storia d’Israele (36) poi l’evento Gesù di Nazaret (37-43)”. (cfr. p. M. Barbero)
Come intuiamo da questi riferimenti, già durante la vita pubblica di Gesù c’è stata un azione verso i pagani e non solo verso i giudei, un’anticipazione della Pentecoste, un messaggio tra le righe che il Suo Vangelo era per tutti nessuno escluso, un invito ad una maggiore apertura di annuncio di impegno di testimonianza elementi che guidati dal dono dello Spirito Santo sono alla base della convivenza umana di fratellanza e giustizia come ci ha ricordato il Papa nella sua omelia nella Solennità della Pentecoste: “E così non ci arrendiamo, ci arrendiamo allo Spirito, non ci arrendiamo alla forza del mondo, ma continuiamo a parlare di pace a chi vuole la guerra, a parlare di perdono a chi semina vendetta, a parlare di accoglienza e solidarietà a chi sbarra le porte ed erige barriere, a parlare di vita a chi sceglie la morte, a parlare di rispetto a chi ama umiliare, insultare e scartare, a parlare di fedeltà a chi rifiuta ogni legame, confondendo la libertà con un individualismo superficiale, opaco e vuoto. Senza lasciarci intimorire dalle difficoltà, né dalle derisioni, né dalle opposizioni che, oggi come ieri, non mancano mai nella vita apostolica”. (cfr. Papa Francesco)
Questi soldati ci ricordano a non escludere nessuno nell’annuncio del vangelo e ad avere un cuore aperto ad accogliere l’azione dello Spirito Santo nella nostra vita.
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