APERTA per rimanere

 

Come già vi ho raccontato, quest’anno abbiamo avuto la fortuna di una nuova esperienza che differentemente dalle altre volte nasce dalla base. Un gruppo di figli adolescenti e giovani dei militari della nostra comunità che ormai come tanti se non tutti poco frequentano la vita della Chiesa mi hanno chiesto di poter partecipare a un torneo di calcio che la diocesi locale ha proposto tra tutte le parrocchie della diocesi. Pur non dipendendo canonicamente da questa, perché le basi militari dipendono dalla Chiesa Ordinariato Militare con il proprio Arcivescovo, con mia sorpresa per la loro richiesta ho accettato volentieri e con gioia la proposta, così dopo essermi confrontato con il mio comando e con la Chiesa locale spiegando la peculiarità della nostra realtà siamo entrati a far parte di questo torneo come Parrocchia dei Militari Madonna di Loreto suscitando benevola curiosità nelle realtà locali, occasione per i nostri ragazzi e anche per noi di farci conoscere e far comprendere il tipo di servizio che i loro genitori e quindi poi tutta la famiglia vive.

Un’esperienza singolare ovviamente che mi ha riportato con la memoria agli anni giovanili di quando bambino  ergazzo frequentavo l’oratorio salesiano dove sono cresciuto e ai primi anni di sacerdozio come vice parroco nella diocesi di origine dove l’oratorio è parte integrante della vita parrocchiale.

Ora alla luce di questa attività dove ho visto e sto vedendo entusiasmo voglia di aggregazione e ovviamente anche di vittoria ho riscoperto la disponibilità dei nostri giovani che se pur con fatica perchè non si riesce a fare grandi discorsi religiosi ma partendo però da altri obiettivi si possono aprire porte per un dialogo nella fiducia reciproca.

Così eccoci con la squadra Madonna di Loreto della Parrocchia dei Militari presenti al “Trofeo Benedetto”. La Nostra Comunità raccoglie le famiglie che insistono sul territorio nella zona affidatami come cappellano militare e che comprende personale dell’Aeronautica dell’Esercito e delle Capitanerie di porto. Non è propriamente una Polisportiva la nostra, siamo alla prima esperienza, ma l’aggregazione lo stimolo e l’entusiasmo di questi giovani ci ha aperto una porta per rimanere in dialogo e disponibile come sacerdote e amico nella loro vita.

La mia vocazione sacerdotale nasce nell’oratorio salesiano e dall’esempio di quei sacerdoti che mi hanno visto bambino e ragazzo – provengo da un famiglia cattolica che ha sempre frequentato in moto attivo la vita parrocchiale in questo abito salesiano – è nato quel desiderio di essere prete per e con i giovani, era l’obiettivo e poi la provvidenza attraverso i superiori mi hanno inviato in questa esperienza dando compimento così alla mia vocazione. Realtà completamente differente da quelle parrocchiali dove la fantasia pastorale e la disponibilità creano la presenza, l’annuncio e il servizio.

Quindi oggi all’ultima partita prima dei quarti di finale voglio condividere con voi la gioia di questa attività e ringraziare questi ragazzi per la disponibilità l’allegria e l’impegno educato rispettoso e di esempio che hanno e stanno dando in questo torneo, nato proprio per tenere accanto i giovani delle varie parrocchie che per motivi differenti si sono un po’ allontanati dalla vita della Chiesa.

“Quando Giovanni Bosco fu ordinato sacerdote, pensò la propria azione pastorale mettendovi il gioco come elemento fondamentale. Il suo primo programma si esprimeva in un trinomio: giocare, stare assieme, fare catechismo. Lui stesso giocava con i ragazzi. Non fu difficile constatare che il cortile attirava più della chiesa. Molti giovani che non sarebbero venuti in chiesa, erano invece attratti dal cortile. Non solo: ma in questa prima esperienza percepì l’importanza del gioco nella totalità della vita del ragazzo povero, sottomesso al lavoro durante la settimana, costretto alla dipendenza e condannato all’assenza di legami affettivi gratificanti. «L’esperienza ha fatto conoscere – scriverà al ministro Francesco Crispi – che si può efficacemente provvedere a queste quattro categorie di ragazzi: coi giardini di ricreazione festiva, con l’amena ricreazione, con la musica, con la ginnastica, coi salti, con la declamazione, si raccolgono con molta facilità. Con la scuola serale poi, con la scuola domenicale e col catechismo, si dà alimento morale proporzionato e indispensabile a questi poveri figli del popolo» (Il Sistema Preventivo applicato negli Istituti di rieducazione. Pro-memoria al Ministro Francesco Crispi, 1878)”. (cfr. notedipastoralegiovanile)

Lo sport come altri settori musica, arte, feste … possono essere dei buoni strumenti, come ci ricorda don Bosco, per non perdere nessuno di quelli che il Signore ci ha affidato. Linguaggi antichi e sempre nuovi che abbiamo a disposizione per educare stare accanto e crescere insieme. Una porta che si apre e che con rispetto bussando entro per rimanere con loro.

@unavoce

Foto di Copertina: La Squadra “Parrocchia Madonna di Loreto” prima dell’inizio della Partita