S.S. Pietro e Paolo

“Ha lasciato tutto, Pietro, per mettersi alla sequela del Signore. E il Vangelo sottolinea ‘subito’: Pietro non disse a Gesù che ci avrebbe pensato, non fece calcoli per vedere se gli convenisse, non accampò alibi per rimandare la decisione, ma lasciò le reti e lo seguì, senza chiedere in anticipo nessuna sicurezza. Avrebbe scoperto tutto di giorno in giorno, nella sequela, seguendo Gesù e camminando dietro a Lui”.  (Papa Francesco)

 

Una settimana che si è aperta con la festa di San Giovanni Battista per chiudersi oggi con quella dei santi Apostoli Pietro e Paolo. Due celebrazioni che legano gli uni agli altri, Giovanni prepara la venuta del Signore gli Apostoli che trovarono il martirio a Roma sul colle Vaticano hanno annunciato il Vangelo di Cristo guidando le prime comunità. Giovanni scelto per preparare la strada, Pietro scelto per condurci sulla strada. Al di là di storie e chiacchiere, eventi e fatti di duemila anni dalla fondazione a oggi la Chiesa è e rimane la via per arrivare a Cristo, al di là di opinioni e pratiche religiose differenti, di dipendenze e autorità diverse, di litigi e discussioni la Chiesa è il segno della presenza di Dio nella nostra storia al di là di errori e fallimenti la Chiesa rimane per tutti via all’incontro con il Signore nella storia di ieri e di oggi. Amare la Chiesa è la risposta all’amore di Dio. Possiamo discutere o riflettere ma senza la Chiesa e nella Chiesa siamo come pecore senza pastore e sappiamo che cosa fa il gregge in queste situazioni. Oggi pertanto la mia semplice riflessione è non tanto vedere il passato o guardare al futuro ma accogliere il presente di questa nostra Chiesa con l’amore di figli verso il Padre come lo sposo con la sua sposa come via unica per andare verso il Signore e rimanere con Lui. Amare la Chiesa quella Chiesa che genera figli di Dio che cammina nella storia accanto a noi.

Una parola di san Paolo VI papa oggi voglio proporre per celebrare questa festa e rinnovarci nel servizio e nell’amore alla Chiesa. Ognuno secondo la sua vocazione il suo ruolo e tutti battezzati ma ognuno secondo il suo grado nella Chiesa insieme a costruire per annunciare il Vangelo e nell’annunciarlo servire i fratelli. La bimillenaria tradizione ci accompagna e ci supporta in questo cammino.

“Bisogna servire per amore. Questa è la grande legge del servizio, della funzionalità, dell’autorità della Chiesa. Ed è la legge, che noi siamo felici di vedere praticata, con tanta generosità e assiduità, nel cerchio romano, e diffuso nel mondo, dei collaboratori che sorreggono ed eseguiscono il nostro ministero apostolico. Ma non sarà mai vano per noi, che vi parliamo, né per voi, che ci ascoltate, rinnovare cento volte il proposito di adempiere in perfezione questa legge di amore evangelico; e non sarà inutile perciò che anche di questa fedeltà, di questo carisma supremo della carità, noi facciamo oggi preghiera all’Apostolo, che sull’invito e sul favore di Cristo, ebbe l’audacia di rispondere che sì, alla domanda di Gesù se egli lo amava di più degli altri. Lo amava di più! Aveva il primato dell’amore a Cristo, e perciò quello pastorale verso il suo gregge. O San Pietro! ottieni anche a noi di essere forti nella fede e di amare di più. Fa’ che questa tua Roma, in codesti doni si affermi ed anche a beneficio, ad esempio dei fratelli che sono nel mondo essa si distingua”. (cfr. San Paolo VI, papa – Omelia 1969)

Anche noi impariamo dai santi Apostoli a lasciare tutto senza voltarci indietro e seguire il Signore con amore, così serviremo Dio e la Sua Santa Chiesa, impariamo a servire e impareremo ad amare.

@unavoce

 

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