Le virtù umane

 

“Vi ho detto queste cose perché la mia gioia sia in voi e la vostra gioia sia piena” (Gv. 15, 11)

“Siate sempre lieti… questa è la volontà di Dio verso voi” (1°Tess. 5,16)

“Rallegratevi nel Signore sempre, ve lo ripeto, rallegratevi” (Fil.4,4)

 

In tanti mi chiedono come mai mi alzo molto presto alla mattina, forse perché non dormo, perché non mi stanco, perché non ho nulla da fare …? Vorrei rispondervi con un episodio di un monaco: “Quella sera il padre Jean Gribomon, Monaco Benedettino dell’Abbazia di San Girolamo in Roma, accettò di andare a cena a casa di un amico. Durante la cena il figlio più piccolo, vedendolo vestito in quel modo, non gli toglieva gli occhi di dosso e gli chiese: Chi sei? Un monaco rispose il padre. E lui di rimando: Cosa fai? Mi alzo alle quattro ogni mattina. Alle quattro? E cosa fai alle quattro? Comincio ad essere felice replicò prontamente il monaco.”

Ogni uomo dovrebbe rispondere così perché tutti abbiamo diritto alla felicità. Siamo stati creati per essere felici. Ma cos’è la felicità? È la pienezza di quella gioia di cui il cuore ha bisogno. Una persona senza gioia è come una barca a vela senza vento. Dalla felicità del cuore dipende la qualità della vita e l’operosità di ciascuno. Chi non è felice non vive e spesso si lascia vivere, non produce o produce male per cui può diventare un grande limite alla vita.

Vivendo con voi vi osservo, mi accorgo guardandovi negli occhi scorgo le vostre gioie e le vostre delusioni. Cosa ci manca veramente? Forse ci manca la capacità di adattarci, di obbedire, di impegnarci, di credere nell’amore vero, nell’amicizia autentica, nel servizio agli altri, nell’amor di Patria, nella disciplina di una vita ordinata, nell’integrità, nella devozione alla propria fede. Quali esempi abbiamo, a quali modelli di vita e di scelte ci rifacciamo? Come occupiamo il nostro tempo? Quanto produciamo seriamente nella nostra giornata? Serve serietà di impegno e di ideali. Dobbiamo essere di esempio tra di noi, nella famiglia, nella società e questo vuol dire vivere con quella giusta felicità che ci dà la capacità di godere di quello che abbiamo. Non si può essere buoni uomini e donne, padri e madri, figli e figlie, fratelli e sorelle, amici, militari, cristiani … se prima non siamo capaci di governare noi stessi.

La vita non è accettare tutto ma è impegnarsi in prima persona è vivere con intelligenza rispettando e non necessariamente condividendo. Il governare se stessi consiste nella capacità di discernere le diverse sensibilità che abitano in ognuno di noi e gestirle e questo sarà allora l’impegno che dobbiamo prenderci seriamente. Come ci poniamo con noi stessi, con gli altri, come è il nostro linguaggio, il nostro atteggiamento, il nostro cuore? Qual è la felicità che cerchiamo veramente?

La società non è capace di futuro se non sa ascoltare la storia, se non sa amare con libertà, se non sa vivere il principio della fraternità e della collaborazione. Il pianeta va a rotoli, le nostre città diventano anonime, l’uomo si svuota perché ci siamo adeguati. A noi, allora, l’impegno di fermarci e di pensare in modo critico ma un critico costruttivo che ci fa fare un’autoanalisi, che ci mette di fronte alle cose con autenticità senza cercare le colpe negli altri ma guardando in noi stessi. Se manchiamo di intelligenza, di conoscenza, di educazione, di amore, di impegno e di fatica, di morale e di senso del sacro tutto si svuota tutto è occasione di critica, di giudizio o pregiudizio. Senza conoscere i fatti, la storia e soprattutto senza l’impegno di migliorare e di impegnarci seriamente non ci sarà nessuna vera felicità, né in noi ne attorno a noi.

Ognuno di noi è un’opera meravigliosa di armonia, di bellezza, di possibilità non sprechiamo i doni che abbiamo ricevuto, forse non ci siamo neppure chiesti quali sono, cerchiamoli verifichiamoli in noi stessi senza fare confronti o guardando gli altri.

“Le virtù umane sono attitudini ferme, disposizioni stabili, perfezioni abituali dell’intelligenza e della volontà che regolano i nostri atti, ordinano le nostre passioni e guidano la nostra condotta secondo la ragione e la fede. Esse procurano facilità, padronanza di sé e gioia per condurre una vita moralmente buona. L’uomo virtuoso è colui che liberamente pratica il bene. Le virtù morali vengono acquisite umanamente. Sono i frutti e i germi di atti moralmente buoni; dispongono tutte le potenzialità dell’essere umano ad entrare in comunione con l’amore divino”. (cfr. Catechismo della Chiesa Cattolica n. 1804)

Siamo noi i protagonisti della nostra vita e così vivendo aiutiamo quella degli altri parlando bene, pensando meglio, impegnandoci, sentendoci parte di un progetto, sentendoci famiglia con la nostra, sentiamoci Italiani seri e partecipi, sentiamoci cristiani amati e non giudicati. Dov’è la nostra eleganza, la nostra signorilità, la nostra ricchezza interiore, quali i nostri modelli di vita? Facciamo onore alla nostra famiglia, alla nostra educazione, alla nostra storia personale, alla terra da cui proveniamo, sentiamoci Italiani veri, militari seri, uomini e donne onesti e Cristiani autentici. Riprendiamo in mano la nostra vita con impegno.

@unavoce

 

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