ma Arcipelago

 

Ero in chiesa alle prime ore del giorno il buio ancora era profondo e nel silenzio della note che volgeva al termine pregavo contemplando il tabernacolo nella nostra piccola chiesa. Le prime luci dell’alba con i raggi del sole che si facevano spazio tra i rami dei secolari pini entravano come spade in chiesa attraversando le sue vetrate e riflettevano i vari colori con un’armonia che stupiva. Questo spettacolo di luce e colori mi ha riportato alla mente il significato delle nostre vetrate e perché le abbiamo volute così e il mio pensiero e la mia preghiera mi hanno fatto soffermare sul significato di essere costruttori di unità e così ho preso il Vangelo e ho letto alcuni versetti di Giovanni (17,20-23): “Non prego solo per questi, ma anche per quelli che per la loro parola crederanno in me; perché tutti siano una sola cosa. Come tu, Padre, sei in me e io in te, siano anch’essi in noi una cosa sola, perché il mondo creda che tu mi hai mandato. E la gloria che tu hai dato a me, io l’ho data a loro, perché siano come noi una cosa sola. Io in loro e tu in me, perché siano perfetti nell’unità e il mondo sappia che tu mi hai mandato e li hai amati come hai amato me”.

Oggi più come mai e lo noto maggiormente dopo l’emergenza sanitaria la nostra società manca di unità di coesione di valori condivisi. Lo notiamo appunto nella società ma lo vediamo anche nelle famiglie … e così anche nella Chiesa. Nonostante il lavorio del Papa e di molti a costruire unità ponti e dialogo sembra la voce della divisione sempre più forte e questo potrebbe non solo amareggiarci ma toglierci l’entusiasmo e la speranza.

Oggi voglio con voi riportare l’attenzione sull’impegno di ognuno ad essere strumenti di unità nelle nostre comunità nelle nostre famiglie e tra le famiglie e tra di noi. Non è facile, molti disagi causati da permalosità invidie vite disordinate di cui incolpiamo gli altri e le situazioni piuttosto che farci un serio esame di coscienza potrebbero indurci a fermarci a non impegnarci più.

Come pastore di una comunità nonostante gli sforzi questo è un rischio che è sempre dietro l’angolo e pur richiamando al Vangelo e alla vita della Chiesa da una parte sembra disfarsi dall’altra eppure ci professiamo cristiani credenti partecipi della vita della Chiesa e delle nostre singole comunità ma vi assicuro basta proprio poco a dividerci. Basta un modo differente di vedere le cose di percepire un messaggio una parola un gesto perché tutto torni a traballare. Noi Pastori abbiamo il compito di essere costruttori di unità nel proporre le iniziative e anche nel vivere le nostre vite private che poi private per noi non lo sono mai perché il Sacerdote sempre deve essere il riferimento il collante per tutti e ogni cosa che propone deve essere con un respiro aperto al dialogo all’accoglienza all’inclusione. Per vivere l’unità dobbiamo uscire da quell’isolamento che se da una parte ci protegge dall’altra rischia di allontanarci dalla realtà che serviamo. Vivere in comunione in sintonia in armonia con tutti negli spazi quotidiani delle vite della nostra gente. Ovviamente non tutto si può condividere della vita dei nostri fedeli ma esserci nei momenti importanti nelle ricorrenze negli anniversari nelle viste alle famiglie … ci permette di essere non isole ma arcipelago che collega. Tutte le nostre iniziative le nostre proposte devono essere aperte a tutti disponibili ad accogliere ogni persona e nel rispetto dei singoli camminare insieme.

Aiutare a comprendere il Messaggio del Vangelo con la vita è il nostro vero servizio alla comunità, la Parola di Dio non è solo una lettura che dobbiamo fare e che diciamo bella e utile ma dobbiamo soprattutto viverla rispettando i ruoli le situazioni e le singole vocazioni.

La nostra preghiera per l’unità della Chiesa della Nazione della Parrocchia delle Famiglie è al primo posto per costruire un mondo migliore per riportare la pace per offrire un cammino di vera felicità affrontando luci e ombre che la vita riserva. Il silenzio delle labbra apre alla voce dello Spirito, un silenzio talvolta che è più eloquente di tante parole un sorriso che è più efficace di una medicina. Nessuno si educa da solo ma solo insieme potremo costruire una vita migliore rafforzare la Fede vivere la Chiesa e la Parrocchia affrontare le situazioni personali e famigliari.

Le braccia allargate del Cristo sulla Croce ci aprono allo stile che dobbiamo assumere, non basta fare un segno di croce ma facendo quel segno aprire il cuore e le braccia ad accogliere. La vita parrocchiale ha proprio questo scopo essere il luogo della preghiera, il luogo di tutti e per tutti. Impariamo a ringraziare con la gioia in quello che riceviamo dal momento comunitario nell’incontro settimanale il dialogo è alla base nessuno è più bravo o migliore ma tutti in cammino imparando ad essere solidali tra di noi e con gli altri uscendo dalle nostre “zone di conforto” aprendoci al diverso a chi non la pensa come noi affidando a Dio di scaldare il nostro cuore e questo si compie con il silenzio evitando commenti e giudizi è e si realizza offrendo collaborazione e proposte che uniscano e aprano a tutti. Unità non è uniformità ma condividere un cammino ognuno con il suo colore.

@unavoce

 

Foto di Copertina @unavoce: Le vetrate della Parrocchia dei Militari “Madonna di Loreto”