Scuola di vita

“In questi tempi difficili, in cui la pace nel mondo è seriamente minacciata, spero ardentemente che tutti rispettino questa tregua nella speranza di risolvere i conflitti e ripristinare l’armonia” (Papa Francesco)

 

Olimpiadi scuola di vita, ho scelto come titolo, ma con il senno di poi e vedendo forse non è proprio un vero insegnamento almeno questa edizione, ma la speranza è sempre l’ultima ad andarsene pertanto ritorniamo a noi.

Le competizioni sportive aggregano, l’abbiamo visto ai recenti Europei lo vediamo ogni quattro anni con le Olimpiadi, durante l’anno con il campionato di calcio e vediamo quanta passione entusiasmo e talvolta anche fin troppa grinta, l’abbiamo visto in casa nostra con i nostri ragazzi al tenero “Trofeo Benedetto” quanto si sono entusiasmati sia loro che le loro famiglie, fare squadra aiuta a crescere non si vince mai da soli ma insieme.

Ora in un tempo segnato da conflitti e divisioni il papa ha inviato il Messaggio per le olimpiadi invocando un’antica tradizione quello della tregua da ogni ostilità e conflitto che è stata disattesa che insieme alle deludenti espressioni che hanno aperto questo evento segno di non aver compreso il vero spirito delle Olimpiadi e di una decadenza dei valori in nome di valori che non si è ancora compreso quali siano non certo l’inclusione tra questi ci fanno comprendere che molti hanno perso il senso e la dignità della vita in nome di una dignità che non hanno e che pur cercandola non trovano e credo che se questo è il modo no la troveranno mai se non creando divisione e confusione.

Così ancora divisione odio guerra dolore e nessuna ragione da nessuna parte nonostante ognuno porti la sua, pertanto questo tempo dove vediamo a Parigi svolgersi le olimpiadi potrebbe essere ancora occasione per recuperare quello spirito di aggregazione e di sana competizione dove vincere è importante ma dove più determinate sarà la squadra, sarà il rispetto delle regole e l’amicizia tra i popoli.

E’ occasione non solo per guardare delle competizioni sportive tifando per questo o quella disciplina per questa o quella Nazione ma per recuperare anche il senso della squadra del gruppo e insieme della professionalità nel rispetto reciproco.

Prosegue il papa nel messaggio: “Che Dio abbia pietà di noi!”, scrive ora nel messaggio all’arcivescovo Ulrich, “che Egli illumini le coscienze di coloro che sono al potere sulle gravi responsabilità che incombono su di loro, che conceda agli operatori di pace il successo nei loro sforzi e che li benedica”. (cfr. VaticanNews) invitando ad aprirsi all’ospitalità.

Pertanto ho voluto richiamare questo messaggio perché possa essere riflessione anche per ognuno di noi a vivere e partecipare alle competizioni sportive e a quelle che la vita ci presenta con questo spirito di gruppo nel rispetto e nell’accoglienza.

Non saremo coinvolti direttamente da questa competizione in particolare ma sempre avremo l’occasione di fare squadra gruppo nelle nostre comunità nelle nostre realtà di svago e di lavoro e viverle con questo spirito capaci di accogliere sarà un bel modo per vivere il Vangelo.

Impariamo anche noi ad accogliere e a gareggiare nella vita per vincere insieme vincere nel garbo, vincere nel bene, vincere nella pace e nella serenità per noi e con gli altri. Questo ci aiuterà e ci educherà a superare divisoni e conflitti a superare tensioni e campanilismi anche nelle nostre singole realtà.

@unavoce

 

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