Reagire nel bene

“Quel vecchio detto, “chi sa fa, chi non sa insegna”, è nato con un messaggio ben preciso: diffida di chi dispensa lezioni gratuite, perché le migliori lezioni che imparerai sono quelle che tu stesso impartisci”. (cfr. efficacemente)

Chi non sa insegna purtroppo è una caratteristica di molti in questa nostro mondo al rovescio, chi non pratica predica, chi non lavora ha tutti i consigli, chi è in difficoltà però pretende di insegnare e di avere le risposte, strano veramente strano questo atteggiamento ma purtroppo molto diffuso anche nelle nostre comunità. Un nervosismo un disagio una irrequietezza che sfocia in parole e risposte brusche in atteggiamenti scostanti in assenza a impegni comunitari. E’ una realtà che si diffonde sempre di più nella società e nei vari ambienti di vita sia famigliare che lavorativa amicale e anche di fede.

Si sottolineano atteggiamenti sbagliati senza accorgerci che siamo i primi a viverli così ci lamentiamo sempre pronti a puntare il dito e a richiamare come gli altri devono vivere senza accorgerci che noi se non siamo peggio siamo allo stesso livello. E’ un modo comodo di vivere e lo vediamo in ogni situazione.

E’ il tempo di tacere e fare è il tempo di farci un esame di coscienza serio di verificare quali i motivi del disagio senza trovare e accampare scuse magari lecite ma sempre scuse per giudicare e non fare, atteggiamento molto farisaico e che il Signore condanna definendoli sepolcri imbiancati. Siamo un popolo dalla dura cervice così definì Mose il popolo d’Israele che nonostante la liberazione della schiavitù sapeva ancora lamentarsi.

Noi siamo così, una lamentela continua un chiacchiericcio perenne di giudizio e pregiudizio. Parlare e commentare i fatto e le situazioni è una caratteristica umana e va bene quello che non va bene è che quando si predica e si richiama atteggiamenti è importante essere i primi a viverli.

Servirà una grande introspezione per stare bene e per far stare bene, per costruire rapporti interpersonali utili e una comunità, un gruppo una famiglia dove si respiri amore e rispetto.

Prima di parlare verifichiamo onestamente se noi non siamo come chi giudichiamo o magri peggio. Troppo spesso pretendiamo quello che non diamo e senza accorgerci ci ergiamo su piedistalli di giustizia che non è lecita. Puntiamo il dito su altri che dovrebbero fare cose che poi noi non facciamo.

Le cause del disagio vanno ricercate con onestà in noi stessi senza trovare scuse e atteggiamenti che ci risultano molto facili per non fare le cose innervosendoci se poi non siamo noi a pensarle. Pretendere attenzione senza darla, pretendere parole che non diciamo, pretendere serenità che non abbiamo incolpando tutto e tutti, serve una verifica personale seria e onesta con noi stessi.

E’ il tempo di stare calmi ci viene ricordato, vero molto vero, tuti però anche quelli che parlano e predicano, quelli che pensano di essere nel giusto e nella verità quelli che pretendono senza accorgersi che non danno se non quello che a loro fa comodo.

Fare solo quello che ci fa comodo non ci porterà da nessuna parte partecipare della vita degli altri in modo rispettoso e disponibile anche quando non si ha voglia è la strada della vera conversione della vera fede del vero amore e del rispetto. Reagire al disagio non creandone dell’altro ma iniziando ognuno di noi a fare quello che pretendiamo ricevere senza giudicare se non lo riceviamo ma donandolo sempre senza aspettarci nulla. Questa è la strada del cristiano che vuole seguire il Signore. La giustizia e la verità avranno spazio nei tempi che non sono nostri, a noi il compito di fare ora e a desso qui e ora.

Cammino non facile ovviamente un cammino che richiede la vita e che tutti devono compiere con pazienza e dove tutti sbagliano e cadono ma questo non deve farci rinunciare questo non deve farci chiudere trovando scuse per non fare, ma reagendo alle nostre pigrizie. Non rinunciare mai a fare il bene.

@unavoce

 

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