La vocazione cristiana

Noi siamo infatti dinanzi a Dio il profumo di Cristo fra quelli che si salvano e fra quelli che si perdono (2 Corinzi 2,15)

 

Rileggiamo la catechesi del Papa che ci offre l’opportunità di fermarci a riflettere sul dono dello Spirito Santo e ci ricorda qual è la vera vocazione del cristiano: essere il buon odore di Cristo nel mondo.

“Sappiamo che, purtroppo, a volte i cristiani non diffondono il profumo di Cristo, ma il cattivo odore del proprio peccato. E non dimentichiamo mai: il peccato ci allontana da Gesù, il peccato ci fa diventare olio cattivo. E il diavolo – non dimenticate questo – di solito, il diavolo entra dalle tasche – state attenti. E questo, tuttavia, non deve distoglierci dall’impegno di realizzare, per quanto possiamo e ognuno nel proprio ambiente, questa vocazione sublime di essere il buon odore di Cristo nel mondo. Il profumo di Cristo si sprigiona dai “frutti dello Spirito”, che sono «amore, gioia, pace, magnanimità, benevolenza, bontà, fedeltà, mitezza, dominio di sé» (Gal 5,22). Questo lo disse Paolo, e che bello trovare una persona che abbia queste virtù: una persona con amore, una persona gioiosa, una persona che crea la pace, una persona magnanima, non tirchia, una persona benevola che accoglie tutti, una persona buona. È bello trovare una persona buona, una persona fedele, una persona mite, che non sia orgogliosa… Se ci sforziamo di coltivare questi frutti e quando noi troviamo questa gente allora, senza che ce ne accorgiamo, qualcuno sentirà intorno a noi un po’ della fragranza dello Spirito di Cristo. Chiediamo allo Spirito Santo che ci faccia più consapevoli unti, unti da Lui”. CONTINUA

“La Bibbia è piena di profumo. Ce lo ricorda il Cantico dei Cantici, aroma che si spande è il tuo nome, o il Vangelo di Giovanni, solo per citarne uno, e tutta la casa si riempì dell’aroma di quel profumo.
Il profumo, per natura sua, si diffonde all’intorno e impregna di sé ogni cosa. Ha le caratteristiche dell’amore divino: non si trattiene ma si espande, è invisibile eppure sempre presente, ne basta qualche goccia per riempire un ambiente. “Ma a che cosa serve una casa piena di profumo? Cosa ce ne facciamo? Che cosa cambia nella storia del mondo un vaso di profumo? Eppure la liturgia lo ricorda sulla soglia dei giorni assoluti: il profumo non è il pane, non è l’abito, non è necessario per vivere, è gioia, è un dono gratuito. È un di più, come il vino di Cana, il ‘di più’ indispensabile; il superfluo, necessario alla qualità della vita! Il profumo è una dichiarazione d’amore.” (cfr. Ermes Ronchi)

Diventiamo con la nostra vita quel dolce aroma che parla di Gesù al mondo.

@unavoce

 

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